RUBRICA – Detto tra noi…

Gallina vecchia fa buon brodo

Etimologicamente anziano significa ancien ano, ovvero avanti con gli anni.  Un giorno un giornalista televisivo chiese al suo collega Enzo Biagi, quando una persona poteva ritenersi anziana. Con la solita flemma accattivante, il professionista rispose: “Quando i ricordi superano le aspettative”. Non male! Nella parola “ricordi” c’è tutto un passato che non ritorna; nella parola “aspettative” c’è ancora un possibile futuro da consumare. Con una sola differenza: quel passato è certezza; l’aspettativa è per lo più uno scampolo di speranza. Guai però ad usare la parola vecchio! Il divario percettivo fra i due termini identificanti è abissale e istantaneo, soprattutto perché l’uno esclude l’altro. Una persona di una certa età la percepiamo anziana se, pur vivendo in una sorta di mascherata stanchezza, riesce a dare una continuità alla propria esistenza, conservando gran parte dei valori a cui ha creduto durante la fase costruttiva della sua vita. La consideriamo invece  vecchia, quando ci accorgiamo che la sua esistenza si trascina nella parziale o totale rinuncia della propria autonomia, fino al limite della rassegnazione.  L’anziano lo percepiamo quindi ancora produttivo; il vecchio lo vediamo passivo e bisognoso. Ecco perché oggi, a mio modesto avviso, a differenza di ieri, esistono due status: quello di anziano e quello di vecchio.                     Prima eri vecchio e basta! 

Anche se c’è un filo sottile che accomuna i due momenti, annodato dalla inesorabilità del tempo. Più il tempo passa, e più c’è il pericolo di entrare nel tunnel della solitudine, lasciando all’esterno l’indifferenza e l’ipocrisia. Tutto ciò non avviene in assoluto, ma sicuramente investe la grandissima fetta di soggetti interessati. Non è nemmeno sufficiente essere circondati dalle premure e attenzioni degli altri, quando il senso di frustrazione invade la propria interiorità, perché quando ci si richiude in se stessi, si è comunque soli! Dove porta tale stato d’animo?

Quasi sempre verso la depressione e il decadimento fisico, che sono antesignani della discriminazione e dell’indifferenza. Tale condizione sociale si è accentuata negli ultimi anni per una serie di conseguenze da tempo conosciute a chi ha il compito di intercettarle. Complice primaria è la lievitante aspettativa di vita, resa possibile dalle evoluzioni medico-scintifiche e tecnologiche, nonché dal mutato stile di vita. Tutto ciò, se visto dalla finestra evolutiva, è un elemento fortemente positivo. Se lo guardiamo invece da quella della razionalità, ci accorgiamo che ha comunque delle ricadute pesanti, sia in termini finanziari, che sociali e sanitari. 

La gamba sinistra cammina con l’opportunità; quella destra con il problema. Nel passato, più remoto che recente,  i vecchi anziani erano, sempre e comunque, una risorsa irrinunciabile all’interno della famiglia, dovendo ricoprire principalmente il ruolo della saggezza e dell’esperienza vissuta. Vivevano per raccontare cosa avevano realizzato nella loro vita e, di contro, per consigliare chi tali realizzazioni doveva ancora perseguire.  Anche le condizioni interne alla famiglia erano completamente diverse, sia in termini di risorse, che di esigenze.  Il passaggio da anziano a vecchio veniva gestito direttamente dai suoi membri, spesso rappresentati dalle “donne di casa”.

Erano loro che accudivano le pareti domestiche, i figli, i nipoti e i nonni. Chi aveva ingrigito i capelli e la fantasia, si ritrovava con gli amici all’osteria, si fumava un sigaro davanti al fuoco del sempre acceso camino, raccontava il passato a chi ancora camminava carponi sul pavimento. Con l’avvento della giusta emancipazione femminile, e quindi la sua partecipazione attiva nel mondo del lavoro e del tempo libero, si è rovesciata tale situazione. Oggi come oggi, sono gli anziani ancora non vecchi,  ad aver cura dei nipoti, sia dal punto di vista cautelativo, che educativo.  Spesso e volentieri sono le sicure, anche se scarse, risorse economiche dei nonni a contribuire al sostentamento dell’intera famiglia. Poi quei nipoti crescono e quei nonni da anziani diventano vecchi e, da risorsa, diventano un problema. Arriva allora il momento della badante, magari straniera che, pur nella irreprensibilità comportamentale, significa sempre mettere a dura prova l’autostima e la dignità di chi ne abbisogna.  Inizia la discesa del sentirsi inutile. Peggio ancora quando lo stanzone di una residenza sociale, anche se pitturato di attenzioni ma vuoto d’intimità,  si sostituisce alla calda familiarità della propria casa; quando operatori sconosciuti e spogli di vincoli radicali, manipolano il suo corpo e la sua anima; quando orari imposti ed abitudini lacerate, prendono il posto della libertà del suo tempo; quando gli scelti amici di prima, vengono sostituiti dagli imposti compagni del dopo. Dovrà mangiare anche se non ha fame, dovrà dormire anche se non ha sonno, accompagnato dal recondito rimorso di essere un peso per chi deve prendersi cura di lui o per chi lo ha scaricato alle cure altrui come un sacco della differenziata. E’ il momento in cui il declino psicologico inizia a precipitare irreversibilmente, lasciando ampi spazi a propositi funesti, fino a considerare la fine dei propri giorni come unica soluzione alla propria esistenza. Ed il pensiero sarà solo uno: prima finisce, meglio è! Ecco perché è importante che i giovani di oggi comprendano prima possibile che anche loro diventeranno prima gli anziani e poi i vecchi del domani. Poi, come sempre accade, esiste chi fortunatamente non vive queste situazioni estreme, avendo la fortuna di arrivare al traguardo della propria esistenza circondato da umanità e riconoscenza. Occorre anche porsi una domanda a tal proposito: sono solo le persone ad invecchiare, o è anche la società che invecchia? Le trasformazioni strutturali e culturali, influiscono sempre sulle nostre condizioni di vita. Se in questi decenni si è registrato un sensibile decremento delle nascite, significa che l’incisività della terza età sul panorama sociale è maggiore rispetto al passato. Qualcuno potrebbe obiettare che, a prescindere dall’età, è sempre la stessa minestra. Forse è anche vero ma, detto fra noi, da che mondo è mondo, gallina vecchia ha sempre fatto buon brodo.

RUBRICA – Pillole dell’avvocato

1° giugno 2023: entra in vigore il Brevetto Unitario e il Tribunale Unificato dei Brevetti

L’introduzione del Brevetto Unitario e del Tribunale Unificato dei Brevetti, costituiscono una tappa fondamentale dell’evoluzione del processo di creazione di una protezione uniforme brevettuale nell’Unione. La tutela brevettuale unitaria, infatti, favorisce il funzionamento del mercato interno e del commercio, rendendo l’accesso al sistema brevettuale più facile, economicamente meno oneroso e giuridicamente sicuro garantendo altresì delle misure più efficaci di armonizzazione delle norme interne all’Unione Europea.

Con uno sguardo alla normativa comunitaria, di particolare importanza sono l’istituzione di due regolamenti: il Regolamento UE n. 1257/2012 e il Regolamento UE n. 1260/2012; il primo relativo all’attuazione di una tutela brevettuale unitaria mentre il secondo autorizza la cooperazione rafforzata per il regime di traduzione applicabile. A ciò si aggiunge anche l’accordo del Consiglio dell’Unione Europea n. 2013/C 175/01 che ha istituito il Tribunale Unificato dei Brevetti.

Il Brevetto Unitario  

Il Brevetto europeo con effetto unitario viene rilasciato dall’Ufficio Europeo dei brevetti (EPO) e consente, attraverso il pagamento di un’unica tassa di rinnovo all’EPO, di ottenere contemporaneamente la protezione ventennale nei 17 paesi UE che hanno ratificato l’accordo TUB. Ad oggi, gli stati aderenti sono 25, ma il brevetto unitario si può far valere solo nei paesi che hanno ratificato i regolamenti che sono appunto solo 17. È bene notare che il brevetto unitario non si sostituisce, ma si affianca, alla tutela brevettuale già esistente.

Dall’art. 3 del Reg. UE n. 1257/2012 si evince la definizione di Brevetto europeo con effetto unitario, ossia un brevetto europeo la cui peculiarità è quella di possedere un carattere unitario: fornire una protezione uniforme e avere pari efficacia in tutti gli Stati Membri partecipanti. Pertanto, esso può essere limitato, trasferito, revocato o estinto unicamente in relazione agli Stati membri partecipanti.

Per quanto riguarda gli effetti del Brevetto unitario, sono indicati al capo II del Reg. UE n. 1257/2012, in particolare l’art. 5 afferma che “il brevetto europeo con effetto unitario conferisce al titolare il diritto di impedire a qualsiasi terzo di commettere atti avverso i quali tale brevetto fornisce tutela in tutti i territori degli Stati Membri partecipanti in cui ha effetto unitario, fatte salve le limitazioni applicabili.” Inoltre, in relazione al principio di uniformità del diritto, rilevante è l’art. 7 del Reg. UE n. 1257/2012 in base al quale il brevetto europeo con effetto unitario è considerato nella sua totalità e in tutti gli Stati Membri partecipanti come un brevetto nazionale dello Stato in cui tale brevetto abbia effetto unitario.  

Il Tribunale Unificato dei Brevetti (UPC)

Prima dell’introduzione del Tribunale Unificato dei Brevetti (UPC: Unified Patent Court), la tutela brevettuale nell’Unione era fondata sul Brevetto europeo, che tuttavia non offre una tutela unitaria. Il Brevetto europeo infatti è governato dalla Convenzione sul brevetto europeo e dalle leggi nazionali degli Stati Membri della convenzione stessa, dunque ricade sotto la giurisdizione del tribunale nazionale di ciascuno stato. Di conseguenza, ciò può portare ad avere difficoltà quando il titolare del brevetto desidera far valere un brevetto europeo in più paesi e il contenzioso in più paesi comporta il rischio di dover affrontare decisioni del tutto divergenti dinnanzi a tribunali differenti con il conseguente aumento esponenziale del rischio di soccombenza e dei costi legali. Al fine di superare queste difficoltà, è stato introdotto un Tribunale Unificato con competenza esclusiva sia per i brevetti unitari che europei.

Il vantaggio principale del Tribunale Unificato dei Brevetti (UPC) è rappresentato dalla giurisdizione unica che elimina la necessità, in caso di violazione del brevetto, di avviare contenziosi paralleli dinanzi ai tribunali nazionali in una molteplicità di giurisdizioni europee, con un beneficio in termini di economia processuale. Vi sarà, infatti, un’unica procedura giudiziaria il cui esito sarà valido contemporaneamente in tutti i paesi dove il brevetto è efficace e protetto. Durante una prima fase iniziale, chiamata periodo transitorio della durata di 7 anni, solo per i Brevetti Europei già concessi avranno la facoltà di escludere la competenza dell’UPC mediante una richiesta di rinuncia definita “opt-out”, la quale può essere presentata mediante un modulo standard disponibile sul sito web dell’UPC. In questo modo la giurisdizione, sarà, quindi unicamente quella dei singoli Paesi di convalida del brevetto. Similmente, la legislazione concede la possibilità di revocare tale scelta attraverso una richiesta di “opt-in”, salvo che non sia già stata proposta un’azione di fronte ad una Corte nazionale.

In relazione alla sua composizione, l’UPC si articola in un Tribunale di primo grado, una Corte d’Appello con sede a Lussemburgo e una Cancelleria ubicata presso la Corte d’Appello. Il Tribunale di primo grado si compone a sua volta, in una divisione centrale con sede a Parigi e sezioni a Monaco e Londra, ma a seguito della Brexit è necessario trovare un’altra collocazione; il governo italiano ha individuato Milano come possibile terza sede. Inoltre, sono previste anche delle divisioni locali e regionali, in questo caso possono essere istituite in ogni stato membro contraente che ne faccia richiesta, decidendone anche la rispettiva sede. La distribuzione delle azioni tra le divisioni del Tribunale, è, invece, regolata dall’art. 33 dell’Accordo. Secondo la norma in questione, “le azioni di contraffazione, di risarcimento del danno, cautelari e per gli indennizzi, sono di competenza delle divisioni locali e regionali.” Invece, “le azioni di nullità in via principale, quelle di accertamento negativo e quelle relative alle decisioni dell’UEB, confluiscono alla sede centrale.”

Infine, per quanto riguarda la lingua del procedimento davanti al tribunale di primo grado, l’art. 49 afferma che “La lingua del procedimento dinnanzi alle divisioni regionali o locali è una lingua ufficiale dell’Unione europea che è la lingua ufficiale o una delle lingue ufficiali dello Stato membro contraente che ospita la divisione interessata. “Vi è la possibilità di derogare a tale regola in quanto gli Stati Membri possono scegliere una o più lingue ufficiali dell’Ufficio europeo dei brevetti oppure per motivi di praticità si può utilizzare la lingua in cui è stato rilasciato il brevetto. Invece, la lingua del procedimento presso la divisione centrale è quella in cui è stato rilasciato il brevetto.  

In conclusione, le misure adottate dall’Unione, dunque, hanno come obiettivo quello di eliminare la frammentazione del mercato dei brevetti e le ampie discrepanze tra i differenti ordinamenti giuridici nazionali che possono rappresentare un pregiudizio alla ricerca e all’innovazione, cercando, invece, di favorire una tutela amplificata dei diritti di proprietà intellettuale.

L’empatia: il motore invisibile della trasformazione sociale

Nel corso della storia umana, l’empatia ha dimostrato di essere una forza motrice straordinaria, capace di guidare la trasformazione sociale e portare avanti cambiamenti significativi. Intesa come la capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri, ha il potere di creare connessioni profonde, superare le barriere culturali e generare un impatto positivo sul mondo che ci circonda.

Spesso confusa con la simpatia, l’empatia in realtà rappresenta una forma di comprensione più profonda, che ci porta a metterci nei panni degli altri e vedere il mondo attraverso i loro occhi. Ci permette di sentire con loro, di condividere le loro emozioni e, allo stesso tempo, di mantenere una certa distanza per non fonderci completamente con la loro esperienza.

Nel caos del mondo moderno, l’empatia sembra essere un valore sempre più raro, che si manifesta in poche occasioni, per lo più in concomitanza di eventi negativi, catastrofi o crisi umanitarie, come accaduto con il Covid, il conflitto in Ucraina o l’ultima alluvione avvenuta in Emilia Romagna. 

Oggi, viviamo in una società sempre più diversificata, con persone provenienti da culture differenti, esperienze e aspettative. Questa diversità, purtroppo, spesso porta a malintesi e pregiudizi.

Eppure, se coltivassimo l’empatia, potremmo superare queste barriere e promuovere l’inclusione sociale, sviluppando una mentalità aperta, a discapito degli stereotipi che spesso ci limitano.

Quando ci mettiamo nei panni degli altri e comprendiamo le loro difficoltà, sviluppiamo una maggiore consapevolezza delle ingiustizie e delle disuguaglianze che esistono nel mondo, rendendoci più responsabili delle nostre azioni e incoraggiandoci a contribuire al benessere della comunità.

Molti sono gli esempi concreti di come l’empatia abbia giocato un ruolo importante come motore per la trasformazione sociale. Basti pensare al Movimento #BlackLivesMatter, che ha aumentato la consapevolezza sul razzismo e la brutalità della polizia contro le persone di colore. Ha spinto molti a considerare le loro posizioni e ad adottare misure per affrontare le disuguaglianze razziali, come riforme delle forze dell’ordine e una maggiore attenzione alla giustizia sociale.

L’empatia, tuttavia, non rappresenta soltanto una forza motrice sociale; essa svolge un ruolo cruciale anche in altri ambiti, nei quali la sua applicazione può generare notevoli vantaggi.

EMPATIA E CRESCITA ECONOMICA

L’empatia riveste un ruolo cruciale anche nel contesto economico, contribuendo alla crescita economica sostenibile e al successo delle imprese.

È provato, infatti, che le aziende che dimostrano empatia verso i bisogni e le aspirazioni dei propri clienti, spesso ottengono un vantaggio competitivo significativo. Inoltre, le imprese che dimostrano empatia verso i propri dipendenti creano ambienti di lavoro più positivi e produttivi, con conseguente aumento della soddisfazione degli stessi e della loro fidelizzazione.

EMPATIA ED EDUCAZIONE

Nell’ambito dell’istruzione, l’empatia da parte degli insegnanti verso gli studenti è fondamentale nella creazione di un ambiente di apprendimento positivo. Maestri e professori empatici non solo comprendono meglio le esigenze degli studenti, ma adattano anche il loro approccio didattico per potenziare l’efficacia delle proprie lezioni. Questo processo genera una catena di reciprocità, in quanto gli studenti, imparando dagli insegnanti, diventano a loro volta soggetti empatici, propensi al lavoro di gruppo e alla collaborazione, in grado di ascoltare le opinioni altrui, rispettare le diverse prospettive e a lavorare insieme verso il raggiungimento di obiettivi comuni.

EMPATIA, SALUTE E MEDICINA

Anche in campo medico, l’empatia contribuisce ad instaurare un trattamento personalizzato per il paziente, andando oltre la semplice applicazione di protocolli medici. Gli operatori sanitari empatici, in grado di comprendere le emozioni, le paure e le preoccupazioni dei pazienti, diventano guide essenziali nel percorso di malattia, aiutando le persone ad affrontare la loro condizione con una prospettiva più positiva e una maggiore fiducia.

EMPATIA, POLITICA E DIPLOMAZIA

L’empatia applicata alla politica e alla diplomazia agevola la risoluzione dei conflitti e la promozione della comprensione reciproca, rafforzando le relazioni tra le nazioni o le fazioni politiche.  Aiuta a ridurre le tensioni internazionali e può contribuire alla costruzione della pace. Inoltre, sensibilizza ai problemi globali, spingendo i leader a collaborare per affrontare sfide come il cambiamento climatico e i diritti umani.

EMPATIA E MONDO ANIMALE

Quando estendiamo la nostra empatia verso gli animali, mettendoci nei loro panni, sviluppiamo una maggiore sensibilità verso il loro benessere e le loro necessità. Questo non solo ci spinge a trattarli con rispetto e cura, ma può anche influenzare le nostre scelte quotidiane. Inoltre, l’empatia verso il mondo animale ci insegna a riconoscere il valore di ogni forma di vita e ci aiuta ad adottare una prospettiva più ampia sulla connessione che condividiamo con il mondo naturale.

L’empatia è un motore eccezionale per la trasformazione sociale, che abbraccia moltissimi ambiti. Grazie a essa, instauriamo connessioni autentiche, incoraggiamo l’inclusione e coltiviamo la solidarietà. Certo, la sua applicazione richiede un impegno individuale basato sull’ascolto attivo, la tolleranza e l’apertura mentale, ma i vantaggi che ne conseguono sono infiniti. Se tutti abbracciassimo l’empatia come elemento essenziale delle nostre scelte e azioni, potremmo contribuire a costruire un mondo più comprensivo, giusto e armonioso.

Vendemmia: una storia di persone, cultura e territorio

Vendemmia

È arrivato settembre, il mese in cui il vignaiolo si prepara al momento più importante dell’anno: la vendemmia!

Essa rappresenta la fase in cui si raccolgono i frutti di tanto duro lavoro, durato un anno intero, tempo in cui gli agricoltori hanno curato con amore e impegno le proprie vigne.

La vendemmia è una delle tradizioni più antiche d’Italia, un’arte tramandata di generazione in generazione.

Vendemmia è da sempre anche sinonimo di condivisione e di aggregazione, un momento con una valenza fortemente sociale in cui stare all’aria aperta e godere dei ritmi lenti della natura, nonostante il frenetico lavoro di raccolta. 

Spesso, verso l’ora di pranzo, ci si ferma per godere di un po’ di riposo e per condividere un pasto insieme all’aria aperta.

Ogni regione italiana ha proprie tradizioni specifiche legate alla vendemmia, e questo arricchisce ancor più questo affascinante rito, tradizioni che spesso sono rievocate e riportate alla memoria in antiche sagre di paese, in modo da tenere viva nella memoria questo importante bagaglio culturale anche per le generazioni future.

Ecco di seguito alcune feste tradizionali a tema vino da non perdere:

Festa dell’uva e del vino a Bardolino – Bardolino (VR), 28 settembre – 02 ottobre 2023

A Bardolino, sul Lago di Garda, si tiene la 92° edizione di questa rinomata festa, caratterizzata da numerosi appuntamenti e spettacoli.

Il vino protagonista di questa sagra è il Bardolino, una delle eccellenze dell’enologia veronese riconosciuta a livello mondiale.

Durante questi giorni di festa i partecipanti potranno godere di concerti musicali, chioschi enogastronomici, degustazioni guidate a cura del Consorzio Tutela Vino Classico DOC, spettacoli, convegni, incontri sul tema del vino…e molto altro ancora!

https://bardolinotop.it/eventi/#/eventi/TRN/5e98c2e4-2792-4b11-8b7e-55fe763cc6e1/festa-dell-uva-e-del-vino-bardolino

Sagra dell’Uva di Marino – Marino (RM), 29 settembre – 02 ottobre 2023

Festa nata nel 1925 per celebrare l’anniversario della Battaglia di Lepanto del 1571 e la ricorrenza della Madonna del Rosario.

A suon di musica, per l’occasione la città si veste a festa con tipici balconi addobbati. Celebre è il “miracolo delle fontane che danno vino”: dalle fontane del paese, durante l’evento, sgorga infatti del rosso vino al posto dell’acqua.

Durante la manifestazione è possibile anche assaporare prodotti tipici della zona, e godere di diverse attrazioni, all’insegna del divertimento e della tradizione.

httpss://www.sagradelluvamarino.it

Festa del vino di Monferrato – Casale Monferrato (AL), 15-16-17/22-23-24 settembre 2023

Arrivata alla 62° edizione, questa festa nasce il 28 settembre 1930, organizzata secondo precise direttive impartite dal Governo Nazionale: per l’occasione, alcuni carri sfilarono per le vie della città e venne venduta uva da tavola in sacchetti di carta.

Tanti gli eventi in programma per intrattenere i partecipanti, tra buon cibo e ottimo vino da sorseggiare.

https://www.festadelvinodelmonferrato.it

Festa del Vino a Fosciandora – Riana di Fosciandora (LU), 15 ottobre 2023 (data precisa da definire)

Durante questa manifestazione, sarà possibile degustare prodotti tipici ovviamente accompagnati da buon vino.

In occasione di questa festa, dalle fontane del paese sgorgherà il vino di Riana. La giornata si concluderà poi in bellezza con la “Corsa delle botti”, gara a cronometro in cui i partecipanti si sfideranno spingendo botti all’interno di un vigneto.

Per concludere, possiamo quindi affermare come in Italia la vendemmia sia molto più della semplice raccolta di uva!

È un rito antico che lega le persone alla terra, alla cultura e alla storia del proprio paese. È un momento in cui tradizione e innovazione si fondono con la gioia di condividere questo momento con amici e familiari.

La vendemmia è un’esperienza unica e indimenticabile che rappresenta la bellezza e l’autenticità di ciascun paese e della sua gente.

Benedetto Roberto Ingoglia interviene alla Camera dei Deputati

L’imprenditore siciliano tra gli oratori della presentazione del volume “Salvator Mundi: Proposte e Riflessioni per Nuovi Equilibri di Pace”

Lo scorso 11 luglio, presso la Sala Regina della Camera dei Deputati, si è tenuta una significativa presentazione del volume intitolato “Salvator Mundi: Proposte e Riflessioni per Nuovi Equilibri di Pace”.  L’evento è stato organizzato da Katia La Rosa, giornalista professionista, Presidente di ITDIFESA, nonché autrice e fondatrice dell’intero progetto integrato, in collaborazione con alte Istituzioni civili e militari.

La cerimonia, condotta dallo scrittore Carlo A. Martigli, ha visto la partecipazione di illustri personalità, che sono intervenute condividendo le proprie riflessioni sul tema della pace e della solidarietà, argomenti attuali più che mai.

Tra queste, spiccano l’On. Giorgio Mulè, vice Presidente della Camera; la Senatrice Isabella Rauti, delegata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Giorgia Meloni; Katia La Rosa, Presidente di ITDIFESA; Riccardo Valentini, Premio Nobel per la Pace; Silvano M. Tomasi, Cardinale già delegato speciale del Santo Padre presso il Sovrano Militare Ordine di Malta; Antonio Vittiglio, Generale di Corpo d’Armata e Direttore Generale militare Difesa; Marco Tarquinio, editorialista dell’Avvenire; Pietro Grasso, già Presidente emerito del Senato della Repubblica e Procuratore nazionale antimafia.

L’intervento di Benedetto Roberto Ingoglia

L’intervento di Benedetto Roberto Ingoglia, Presidente Energy Holding e fondatore di Energy Italy SpA, in particolare, si è focalizzato sulla stretta connessione tra pace e sostenibilità ambientale.

In tale occasione, ha presentato il nuovo progetto denominato “RIGENERAZIONE VERDE”, il cui obiettivo è quello di ripristinare le aree verdi colpite dai conflitti mondiali.

Ingoglia ha esordito ringraziando la Dott.ssa La Rosa per l’importante iniziativa sociale intrapresa e per averlo coinvolto in questo progetto che, insieme a un prestigioso gruppo di esperti, istituzioni e rappresentanti dell’imprenditoria etica, mira a promuovere iniziative umanitarie nel mondo.

Durante il suo discorso, l’imprenditore  ha sottolineato che la Terra non è un’eredità lasciataci dai nostri genitori, ma un prestito da restituire ai nostri figli, possibilmente migliorato rispetto a come l’abbiamo ricevuto noi.

Questo è il principio fondamentale su cui si basa il progetto RIGENERAZIONE VERDE, che mira a diffondere una cultura sostenibile a sostegno della pace, attraverso la ricostruzione delle aree verdi colpite e distrutte dalla guerra.

“Preservare il presente significa tutelare il futuro” è l’invito che Benedetto Roberto Ingoglia lancia a tutti noi, sottolineando l’importanza dell’impegno attivo della collettività nella promozione della sostenibilità ambientale, perché solo attraverso il recupero delle aree danneggiate dalle guerre potremo costruire un futuro rigenerato e promuovere una pace duratura.

La partecipazione di Benedetto Roberto Ingoglia a questa iniziativa ha ulteriormente consolidato il prestigio e l’importanza del suo ruolo come promotore della sostenibilità ambientale e della pace. La sua riflessione sulla connessione tra questi due concetti fondamentali rappresenta un contributo significativo alla causa di un mondo migliore.

Il suo progetto RIGENERAZIONE VERDE, in collaborazione con la Presidente di ITDIFESA Katia La Rosa, offre una speranza concreta per la ricostruzione delle aree colpite dalla guerra, creando un futuro più sostenibile e pacifico per le generazioni future, rafforzando ancor il legame imprescindibile tra pace e sostenibilità ambientale.

Francesco Briguglio Presidente di Energy Academy premiato al Campidoglio

 Francesco Briguglio Presidente di Energy Academy, è stato premiato al Campidoglio nell’ambito della dodicesima edizione del prestigioso premio internazionale “Italia del Merito”. 

La cerimonia che si è svolta alla presenza delle più alte cariche Istituzionali ha conferito il premio per “la sua straordinaria capacità di promuovere la formazione in tutti i settori economici e sociali”.

“Sono onorato – ha dichiarato il Presidente Briguglio – di ricevere questo riconoscimento alla presenza di una grande personalità come quella del Premio Nobel per la Pace, prof. Riccardo Valentini. Questo sarà uno stimolo a raggiungere sempre grandi obiettivi. La conoscenza oggi è patrimonio inestimabile su cui costruire il nostro futuro.”

Briguglio Mental and life coach, Presidente di Energy Academy,   oggi una tra le più importanti aziende nel campo della formazione attitudinale e comportamentale, ha maturato oltre 30 anni di esperienza nella formazione di reti commerciali, con oltre 20.000 partecipanti ai suoi corsi attitudinali e comportamentali, specializzandosi in “Tecniche sulla Comunicazione” ed in particolare nelle tecniche di approccio e nei meccanismi di pensiero dei processi decisionali.

La prestigiosa kermesse in collaborazione con le principali istituzioni italiane, seleziona le eccellenze di quell’Italia del merito che si è distinta per impegno e valore.

Il prestigioso award è stato ideato dalla giornalista professionista, Katia La Rosa, Presidente di ITDIFESA, che da anni collabora con la istituzioni parlamentari, nella logica di promozione di tutti i settori economici e sociali.

La cerimonia  si è svolta alla presenza del Premio Nobel per la Pace, Prof. Riccardo Valentini  e di altri illustri personaggi delle istituzioni civili e  militari tra i quali: il Generale Corpo d’armata Antonio Vittiglio, Direttore Generale del Personale Militare del Ministero della Difesa; il Colonnello Domenico Pisapia,  Comandante il Primo Reggimento granatieri di Sardegna, il maggiore dei Carabinieri  Antonio Guerriero, il Generale di Brigata Ugo Angeloni, Comandante della polizia locale di Roma Capitale, la dott.ssa Giancarla Minervini, Marco Camisani Calzolari, esperto di Cyber e inviato di striscia la notizia.

Nell’ambito della cerimonia, condotta dalla giornalista Rai Carmen Di Stasio, la fondatrice Katia La Rosa, ha illustrato il volume “Salvator Mundi: strategie ed opportunità per un’Europa unita”, in prossima uscita e che  sarà presentato alla Camera dei deputati il 25 maggio. Il progetto è stato  già lanciato a bordo della Nave scuola Amerigo Vespucci.  “In questo particolare momento storico – ha dichiarato Katia La Rosa ideatrice del volume– diffondere la cultura della pace applicata in ogni ambito culturale, sociale, economico ed istituzionale, è un approccio sostenibile allo sviluppo dell’intero pianeta. Abbiamo scelto illustri punti di vista per raccontare questo particolare momento storico analizzando le sfide che ci attendono. Proiettare nel futuro le conseguenze delle proprie scelte è uno strumento indispensabile per affrontare il presente”.

BENEDETTO ROBERTO INGOGLIA: premio internazionale Italia del Merito

Il Presidente di Energy Holding e fondatore di Energy Italy SpA tra le eccellenze premiate alla prestigiosa cerimonia in Campidoglio

Roma. 17 03 2023 La XII edizione di “Italia del Merito” si è svolta nella prestigiosa sala del Campidoglio di Roma, in collaborazione con le principali istituzioni italiane, al fine di selezionare le eccellenze che si sono è distinte per impegno e valore.

Tra le personalità premiate spicca Benedetto Roberto Ingoglia, Presidente di Energy Holding e fondatore di Energy Italy SpA, premiato “per la sua straordinaria capacità imprenditoriale nell’aver innovato sistemi e processi volti a tutelare la sostenibilità ambientale e per futuri progetti di riqualificazione ambientale post conflitto”.

Prof. Riccardo Valentini, Premio Nobel per la Pace, Katia La Rosa Presidente di ITDIFESA e Benedetto Roberto Ingoglia Presidente Energy Holding e Fondatore Energy Italy SpA

Un altro importante traguardo da aggiungere ai numerosi successi di Benedetto Roberto Ingoglia che, ancora una volta, si distingue per il suo impegno e i risultati ottenuti.

Il Premio Internazionale Italia del Merito è infatti uno dei riconoscimenti più prestigiosi in Italia, ideato dalla giornalista professionista, Katia La Rosa, Presidente di ITDIFESA, giunto alla dodicesima edizione con le collaborazione delle Istituzioni Italiane e della Presidenza del Campidoglio, ha l’obiettivo di creare una rete di valore che dia visibilità a chi si è distinto nel proprio ambito d’intervento.

Katia La Rosa Presidente di ITDIFESA

La selezione del comitato direttivo composto da esperti di settore e personalità di rilievo è molto rigorosa. Sono infatti valutati non solo gli obiettivi raggiunti, ma anche l’originalità e l’innovazione delle idee, la rilevanza sociale e culturale del lavoro, la continuità e l’impegno nella carriera, e la capacità di influenzare positivamente la società e l’ambiente in cui si vive.

Nel caso di Benedetto Roberto Ingoglia, infatti, non è stata solo la sua capacità imprenditoriale ad essere riconosciuta, ma anche e soprattutto l’ambito in cui essa è stata applicata negli ultimi anni: la sostenibilità ambientale, una delle sfide più importanti che la società contemporanea deve affrontare.

“E’ stato un onore- ha dichiarato il Presidente Ingoglia – ricevere il prestigioso award alla presenza del Premio Nobel perla Pace, prof. Riccardo Valentini oggi membro dell’Intergovernamental Panel on Climate Change. Questo sarà uno stimolo a perseguire sempre più grandi obiettivi per garantire ai nostri figli futuro sostenibile.”

“Grazie all’attività svolta con Energy Italy SpA, – ha continuato il presidente- ci impegniamo ogni giorno a diffondere una cultura sostenibile, che consenta non solo di diventare indipendenti dal punto di vista energetico grazie alle rinnovabili, ma anche e soprattutto di prendere coscienza dell’opportunità che le fonti inesauribili possono dare nella lotta al cambiamento climatico, per le attuali e future generazioni, verso una vera e propria transizione energetica”.

Per Benedetto Roberto Ingoglia, ricevere il Premio Italia del Merito rappresenta un ulteriore importante riconoscimento, che sarà ancora più di stimolo e motivazione per continuare a lavorare con impegno e passione, consapevole che il proprio operato è sempre più apprezzato e riconosciuto da esperti e personalità di rilievo a livello nazionale e internazionale. Tra gli ospiti alla prestigiosa manifestazione autorità civili e militari:  il Generale Corpo d’armata Antonio Vittiglio, Direttore Generale del Personale Militare del Ministero della Difesa; il Colonnello Domenico Pisapia,  Comandante il Primo Reggimento granatieri di Sardegna, il maggiore dei Carabinieri  Antonio Guerriero, il Generale di Brigata Ugo Angeloni, Comandante della polizia locale di Roma Capitale, la dott.ssa Svetlana Celli, presidente dell’assemblea Capitolina, il Vescovo di Eraclea Enrico dal Covolo.

BeReal: Il nuovo social network che punta sulla verità e la trasparenza

In questi anni, ormai quasi venti, i social hanno avuto una popolarità senza storia, complici del fatto e caratteristica in grado di rendere tutti senza distinzione un canale o meglio un media.

La condivisione è la parola d’ordine: i propri pensieri, umori, esperienze in qualsiasi momento.

Un mezzo così potente da creare anche nuovi lavori per aziende e privati (influencer) dove in una piazza gigante puoi urlare il tuo messaggio o meglio ancora vendere un prodotto e servizio.

Sembrerebbe tutto meraviglioso ma anche in questo caso abbiamo alcuni importanti stonature che sfidano anche se vogliamo la moralità di ciascuno di noi.

Fake news, appropriazione di contenuti, condivisione di materiale oltre il limite della decenza (senza chiaramente alcun permesso dei diretti interessati) o ancora più importante la costante necessità di usare i social come filtri della propria vita per dare semplicemente idea o sensazione di essere nel pieno della felicità.

In questo contesto nasce BeReal, il social che propone un’alternativa al solito utilizzo dei social, riducendone al minimo le caratteristiche o se vogliamo le utilità (via storie, via post, filtri ecc.).

La caratteristica unica è la trasparenza dei contenuti: ogni giorno e ad un’ora casuale ti verrà chiesto di postare una foto fronte e retro entro un limite di tempo, così da non dare alcuna possibilità di montare o filtrare i tuoi momenti privati ma farti vedere chi sei e cosa fai davvero in quell’esatto momento. Ma non solo, il social non ti permette di vedere i post degli altri a meno anche tu non abbia fatto lo stesso!

Per garantire questa autenticità vengono usate tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e blockchain, sistemi ad oggi rivoluzionari per i social che ormai di fatto stanno entrando in questo mondo virtuale (come il Metaverso).

Oltre alla verità e alla trasparenza, BeReal promuove anche l’inclusione e la diversità, incoraggiando gli utenti a condividere esperienze e punti di vista diversi. La piattaforma è pensata per creare un ambiente amichevole e inclusivo, indipendentemente dalle convinzioni personali, identità o background.

BeReal promette di proteggere i dati personali degli utenti in modo rigoroso, garantendo che non vengano utilizzati per fini commerciali o per la creazione di profili pubblicitari. Inoltre, gli utenti hanno il pieno controllo sui propri dati personali e su come vengono utilizzati sulla piattaforma.

In conclusione, BeReal rappresenta una nuova frontiera nel mondo dei social network, che punta a creare un ambiente virtuale dove la verità e la trasparenza sono al centro della conversazione, e dove gli utenti sono incentivati a condividere esperienze autentiche e a esprimersi liberamente.

Il ruolo sociale dello Sport

Un pubblico enorme, idoli, un giorno alla settimana completamente dedicato dove il paese si ferma a guardare. Non stiamo parlando di religione, o almeno non solo quello, ma dello sport.

In questo articolo guarderemo dall’alto quello che è il ruolo sociale di quest’ultimo: come influenza le nostre vite? Religione e Sport sono così diversi e se no, cosa li accomuna?

Non parliamo solo di religione o come il pubblico viene fortemente influenzato, partiamo dal campo di gioco.

Per garantire la miglior riuscita di una partita infatti esistono regole che non solo aiutano a dare una forte mano alla competitività e al divertimento, ma insegnano valori positivi come il rispetto reciproco tra gli avversari, il fair-play, l’uguaglianza, il mix tra culture e nazionalità.

Quindi nel terreno di gioco si è visto un campo fertile per chiaramente lasciare spazio alle regole ma anche per trasmettere sensazioni che raramente possiamo vedere nella vita di ogni giorno dove le regole esistono certamente ma la convivenza spesso è lasciata al buon senso o a diversi altri fattori come l’educazione ricevuta, ideali e potremmo continuare.

Lo sport, quindi, ha anche un effetto di “livellatore” potremmo dire, dal momento che i valori citati prima vengono pienamente rispettati e questo fa riflettere per due motivi:

  • Dove saremmo oggi senza lo sport? La nostra società ne risentirebbe tantissimo in quanto non avrebbe sfoghi per il divertimento e il rispetto, sembrerebbe almeno.
  • Perché è solo grazie a questo che riusciamo a fare della nostra comunità un qualcosa di sereno (ad eccezione di certi episodi), conviviale, uguale per tutti?

Un esempio lampante, ad esempio, era quello della Prima guerra mondiale dove soldati tedeschi e inglesi in occasione del Natale, hanno volontariamente fermato il conflitto per godersi l’unico momento per stare insieme gli uni con gli altri e giocare a calcio.

Un effetto incredibile per quanto mi riguarda quello dello sport che ha su ognuno di noi: ci si diverte, ci si arrabbia, si compete, si cresce ma soprattutto si crede.

Si crede nella propria squadra, atleta, e spesso influenza il nostro umore durante le settimane.

Non solo passione però, parliamo del ruolo sociale anche per quanto riguarda la salute.

Lo sport migliore la nostra condizione fisica, mentale, aiuta a sfogarsi e liberarci dai nostri pensieri negativi.

Anche in questo caso spesso non ci rendiamo conto, ci passa sotto gli occhi ma il ruolo cruciale che riveste l’attività sportiva o competitiva è noto a pochi, come se ci avesse sedato con la sua bellezza, che può risiedere nella semplicità o complessità.

Al momento, quindi, ricopre due ruoli nella nostra società: coesione sociale (con il divertimento e la comprensione interculturale) e salute.

Ma come detto all’inizio, un ruolo determinante e ancora più incredibile è quello rituale: lo sport incarna valori potenti e ben radicati, capaci di riunire persone attorno a degli idoli e provare un amore privo di giudizio o talmente potente da renderlo inossidabile (se la squadra perde o vince la si sostiene sempre ad esempio. Comprende però anche i lati negativi di questo aspetto: un fanatismo sfegatato condito da violenza, fazioni.

Una delle contraddizioni più assurde al giorno d’oggi che ricordano moltissimo la relazione tra religioni nel mondo, dove una dovrebbe essere meglio dell’altra, regole di gruppo assurde, squadrismo e tragedie.

Senza tutto questo però l’umano come condizione a mio parere cessa di essere tale. Fin dall’antichità, infatti, ci siamo circondati di queste regole e valori, vogliamo tutto questo.

L’essere umano quindi è cattivo? Si, può essere, ha la volontà di cambiare ma a volte è talmente immerso nel calderone dei propri ideali da dimenticarsi di essere parte di una specie “sociale” come diceva Aristotele, cadendo nella bestialità più becera e ingenua.

La sua importanza comunque risiede anche a livello economico: i giocatori al giorno d’oggi valgono milioni di euro, vengono costruiti stadi sempre più incredibili e fuori dall’immaginazione, vengono creati quindi nuovi posti di lavoro.

Un ruolo quindi non da poco che possiamo quindi riassumere in diverse chiavi:

  • Lo sport è una fonte di integrazione
  • Lo sport è quanto più simile ad una religione spesso, con i pregi e difetti che la caratterizzano
  • Lo sport è sviluppo e lavoro.

DONARE IL SANGUE: UN GESTO DI ALTRUISMO CHE UNISCE LE PERSONE

Donare il sangue è un atto di solidarietà altruista e sicuro, che può salvare vite umane.

L’AVIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue – https://www.avis.it/) è un’organizzazione non-profit che si dedica alla raccolta di sangue e alla promozione della cultura della donazione. Presente in tutta Italia, conta su migliaia di volontari che si impegnano ogni giorno per fare una grande differenza nella vita di chi ha bisogno di sangue.

Il sangue donato viene utilizzato per curare malattie, durante interventi chirurgici, in caso di incidenti e molte altre situazioni di emergenza e con una sola trasfusione è possibile salvare fino a tre vite umane.

La donazione di sangue è anonima e gratuita e non comporta alcun rischio per la salute del donatore, poiché il materiale utilizzato è ovviamente sterile e monouso.

Anzi, grazie ai periodici controlli medici, il donatore tiene sotto controllo la propria salute e individua prontamente eventuali problemi di cui potrebbe non essere consapevole.

Inoltre, la donazione del sangue può migliorare la circolazione sanguigna nel corpo, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari e migliorando l’apporto di ossigeno ai tessuti.

La donazione di sangue è aperta a tutti coloro che rispondono ai requisiti richiesti, ovvero:

  • ETÀ.  Per candidarsi come donatore è necessario avere un’età compresa tra i 18 e i 60 anni. Tuttavia, è possibile fare la richiesta anche dopo i 60 anni , previa autorizzazione del medico responsabile della selezione. Sarà possibile continuare a donare il sangue fino al 70° anno, sempre a seguito di valutazione dello stato di salute.
  • PESO, che non può essere inferiore ai 50kg
  • STATO DI SALUTE BUONO
  • STILE DI VITA sano, privo di comportamenti che possano compromettere la salute di chi riceve il sangue donato.

A tal proposito, viene sempre effettuato un controllo medico per verificare l’idoneità alla donazione e la sicurezza del donatore.

Scarica l’elenco completo dei requisiti fisici del donatore: https://www.avis.it/application/files/8816/0102/1280/Allegato-IV-Requisiti-fisici.pdf

Come diventare donatore AVIS?

Diventare donatore AVIS è molto semplice. Infatti, è sufficiente prendere contatto con la sede associativa più vicina (https://www.avis.it/mosaic/it/sedi-territoriali) e chiedere informazioni sulla visita di idoneità. Successivamente si fisserà un appuntamento per sottoporsi agli accertamenti necessari tramite questionario e colloquio medico, nonché a una visita medica e un prelievo del sangue per ulteriori accertamenti.

Se da tali accertamenti non si riscontrano anomalie, è possibile fissare la prima donazione, o se possibile, donare direttamente.

Donare il sangue è un gesto di grande generosità che può fare la differenza nella vita di molte persone e, tra tutti i benefici, quello più importante per il donatore è senz’altro il senso di gratificazione di aver aiutato qualcuno in difficoltà.