Biodiversità e progresso medico
- Leonardo Tiene
- 15 mar
- Tempo di lettura: 4 min
Un legame a forte rischio

La biodiversità è alla base della vita sul nostro pianeta e ha un ruolo fondamentale non solo per gli ecosistemi, ma anche per il progresso scientifico e medico. Molti dei farmaci più innovativi e rivoluzionari della storia derivano da organismi naturali, eppure la crescente perdita di specie minaccia seriamente il futuro della ricerca farmaceutica.
Se non si interviene per arrestare il declino della biodiversità, potremmo perdere l'opportunità cruciali per sviluppare nuove cure contro malattie attualmente incurabili.
LA NATURA COME LABORATORIO DELLA MEDICINA
Gran parte delle scoperte mediche più importanti ha avuto origine dal mondo naturale. Le piante, i funghi, i batteri e persino gli animali marini contengono composti chimici che sono stati sfruttati per la produzione di farmaci. Alcuni esempi chiave dimostrano quanto la biodiversità sia stata determinante nella storia della medicina:
la penicillina, scoperta nel 1928 da Alexander Fleming, deriva dal fungo Penicillium notatum ed è stata la prima vera rivoluzione nella lotta contro le infezioni batteriche, salvando milioni di vite.
Il taxolo, una delle più efficaci sostanze utilizzate nella chemioterapia, è stato estratto dalla corteccia del tasso del Pacifico (Taxus brevifolia). La sua scoperta ha aperto nuove strade nel trattamento dei tumori.
L’aspirina, uno dei farmaci più usati al mondo, ha origine nella corteccia del salice e viene utilizzata come analgesico e anticoagulante.
La morfina, isolata dal papavero da oppio (Papaver somniferum), è ancora oggi uno degli analgesici più potenti nel trattamento del dolore acuto e cronico.
Oltre alle piante, anche gli oceani si sono rivelati una risorsa preziosa.
Alcuni composti estratti da spugne marine e microrganismi presenti negli abissi hanno dimostrato un enorme potenziale terapeutico, specialmente nel trattamento delle malattie neurodegenerative e dei tumori.
LE MINACCE ALLA BIODIVERSITÀ E ALLA MEDICINA DEL FUTURO
Purtroppo, la biodiversità sta diminuendo a un ritmo allarmante.
Secondo il rapporto 2019 dell’IPBES (Intergovernmental Science- Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services), circa un milione di specie animali e vegetali è a rischio di estinzione a causa dell’attività umana.
Le cause principali di questa perdita
sono molteplici:
deforestazione e distruzione degli habitat. L’espansione agricola, l’urbanizzazione e la conversione di foreste in terreni coltivabili stanno portando alla scomparsa di numerose specie vegetali e animali. Questo è particolarmente preoccupante nelle foreste tropicali, dove risiedono migliaia di specie ancora sconosciute, che potrebbero contenere composti chimici utili alla medicina.
Cambiamento climatico. L’aumento delle temperature globali sta alterando gli ecosistemi, causando la scomparsa di molte specie adattate a climi specifici. Inoltre, l’acidificazione degli oceani sta mettendo a rischio la vita marina, compresa quella di organismi da cui potrebbero derivare nuovi farmaci.
Inquinamento chimico e plastico. Le sostanze tossiche disperse nell’ambiente, come pesticidi, metalli pesanti e microplastiche, stanno alterando la biodiversità terrestre e marina, danneggiando le catene alimentari e compromettendo l’equilibrio degli ecosistemi.
Sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Molte specie di piante medicinali sono a rischio di estinzione a causa della raccolta intensiva per scopi commerciali, spesso senza un’adeguata regolamentazione.
Se questa tendenza non verrà invertita, il mondo scientifico rischia di perdere organismi fondamentali per la ricerca medica prima ancora di averne studiato le potenzialità.
CONSEGUENZE PER LA RICERCA FARMACEUTICA
L’impoverimento della biodiversità riduce drasticamente il pool di risorse naturali disponibili per lo sviluppo di nuovi farmaci.
Molte malattie emergenti, come infezioni resistenti agli antibiotici e patologie eurodegenerative, richiedono nuove strategie terapeutiche.
Tuttavia, senza l’accesso a un’ampia varietà di composti naturali, la ricerca rischia di trovarsi in una fase di stallo.
Ad esempio, la crescente resistenza agli antibiotici è una delle più gravi minacce per la salute globale. Gli attuali antibiotici derivano principalmente da batteri e funghi presenti nel suolo e in ambienti marini. Se questi ecosistemi vengono distrutti, diventa sempre più difficile trovare nuove molecole in grado di contrastare i batteri resistenti.
Inoltre, molti farmaci sperimentali contro il cancro e le malattie autoimmuni sono stati isolati da specie selvatiche. La perdita di questi organismi potrebbe significare l’impossibilità di sviluppare trattamenti efficaci per patologie ancora oggi incurabili.
COME PROTEGGERE LA BIODIVERSITÀ PER GARANTIRE IL PROGRESSO MEDICO?
Salvaguardare la biodiversità non è solo una questione ambientale, ma una necessità per il futuro della medicina e della salute umana. Alcune strategie chiave per contrastare questa crisi includono:
protezione degli habitat naturali. Creare e ampliare aree protette per preservare ecosistemi cruciali come le foreste tropicali e gli oceani profondi, evitando il degrado delle aree ad alta biodiversità.
Regolamentazione dell’uso delle risorse naturali. Limitare la raccolta eccessiva di piante medicinali e promuovere la coltivazione sostenibile delle specie a rischio.
Ricerca e sviluppo di biotecnologie alternative. Investire in biotecnologie capaci di sintetizzare in laboratorio molecole presenti in natura, riducendo così la necessità di prelevare organismi selvatici.
Riduzione dell’inquinamento. Regolamentare le emissioni industriali e il rilascio di sostanze chimiche nocive per evitare il degrado degli ecosistemi.
Educazione e sensibilizzazione. Informare la popolazione sull’importanza della biodiversità per la salute umana e promuovere pratiche di consumo sostenibili.
L’IMPORTANZA DEL PRESENTE
Il legame tra biodiversità e medicina è indissolubile. La natura è stata la fonte di molte delle più grandi innovazioni farmaceutiche della storia, e potrebbe ancora offrirci cure per malattie che oggi sembrano impossibili da trattare. Tuttavia, la distruzione degli ecosistemi e la perdita di specie stanno riducendo drasticamente le opportunità di nuove scoperte scientifiche.
Se non agiamo ora per proteggere la biodiversità, rischiamo di compromettere non solo l’equilibrio del pianeta, ma anche il nostro stesso futuro in ambito medico. La conservazione della natura deve diventare una priorità, non solo per gli ambientalisti, ma per tutta la società, perché la prossima grande scoperta medica potrebbe trovarsi proprio in una specie a rischio di estinzione.
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