La ricetta del Vivere Sociale
- Debora Bizzi
- 15 gen
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 2 giorni fa
E se invece che una vera e propria ricetta per una pietanza aprissimo la nostra mente ad una ricetta di parole e comportamenti da assumere per migliore e vivere bene la nostra vita sociale?

Se mi fermassi qualche secondo a riflettere sulle parole chiave del mio vivere bene, per migliorarmi, e per vivere meglio in società sicuramente queste sarebbero gentilezza, relazioni e cooperazione, onestà, rispetto, inclusione, empatia. Le mie parole. Quelle che consentono di vivere serenamente, felice e fiera del mio comportamento.
Gentilezza. La mia preferita in assoluto.
Intesa come capacità di rapportarsi alle altre persone, anche sconosciute, con rispetto ed educazione. Essere gentili anche solo con un sorriso, con una parola dolce, evitando i litigi. Se cerchiamo il significato del termine, il vocabolario online Treccani definisce l’aggettivo come “Nobiltà, sia ereditaria sia acquisita con l’esercizio della virtù e con l’elevatezza dei sentimenti”. Nobiltà. Essere gentili significa essere nobili; la gentilezza crea connessione, accoglie, ci fa sentire capiti ed è un comportamento che alla base ha la benevolenza, il desiderio di aiutare l’altro. Per me, è una qualità straordinaria, il mio pane quotidiano. E si può essere gentili in tantissimi modi.
Relazioni e cooperazione. Il secondo di questi due termini, è alla base delle relazioni.
Ma cosa vuol dire cooperare? Operare insieme, per raggiungere uno scopo comune. La cooperazione è un processo, che ognuno di noi mette in atto, dai primi istanti del nostro essere, ed è differente dalla collaborazione in quanto non rappresenta un attimo, bensì un modo di fare collettivo, l’unione del lavoro di più persone, per il raggiungimento di un fine comune. Si tratta di un’azione libera e volontaria, per un interesse verso la comunità. E da un’efficiente cooperazione nascono reali relazioni. Ovvero rapporti umani e interpersonali. Che si possono basare sul sentimento ma anche su impegni sociali o professionali, ed hanno luogo in ogni contesto umano.
Onestà. È l’integrità morale.
Una qualità del nostro carattere e di chi rispetta il prossimo e agisce lealmente. Essere onesti vuol dire anche essere leali, giusti, sinceri, e degni di fiducia da parte del prossimo. Grazie al nostro essere onesti, siamo in grado di costruire relazioni durature nel tempo.
Il rispetto, invece, è un sentimento.
Un’azione nei confronti di qualcun altro. Promuove l’armonia, è un sentimento di stima necessario per una convivenza pacifica con gli altri individui, nella quale è fondamentale la considerazione e l’accettazione delle differenze.
E pensando all’accettazione delle differenze mi viene in mente un altro termine fondamentale per il Vivere Sociale: inclusione. Ovvero la condizione in cui tutti gli esseri umani vivono in uno stato di equità e di pari opportunità, indipendentemente dalla presenza di diversità, disabilità o di povertà. Includere significa accogliere.
E non vi è modo migliore di accogliere l’altro dell’essere empatici.
L’empatia è infatti la capacità di mettersi nei panni dell’altro, percependo e comprendendo le emozioni e i pensieri dell’altra persona, è una capacità unica, che consente di immedesimarsi nell’altro individuo.
Queste appena elencate sono sicuramente i miei ingredienti del Vivere bene Sociale, prova a stilare la tua lista!
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