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Pillole dell'Avvocato: Smart Working

Aggiornamento: 2 giorni fa

Nuove regole e priorità - Diritto alla disconnessione


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SMART WORKING: NUOVE REGOLE E PRIORITÀ PER LO SMART WORKING IN ITALIA

Dal 1° aprile 2024, lo smart working in Italia è tornato alla regolamentazione ordinaria della L. n. 81/2017, che richiede accordi individuali scritti tra datore e dipendente, sostituendo la precedente “modalità semplificata” disponibile fino al 31 marzo prevista dalla normativa emergenziale durante il periodo pandemico.

 

In termini di accesso allo smart working, ai sensi dell’art. 18, co. 3 bis, L. 81/2017, ai lavoratori con figli fino a 12 anni, disabili, caregiver e ai fruitori dei permessi ex legge 104 è garantito un regime di priorità. Nel settore pubblico, invece, dal 1° gennaio 2024 il lavoro agile è ormai possibile solo su richiesta in caso di gravi problemi personali o di salute, ma la decisione finale spetta sempre ai dirigenti.

 

In termini di adempimenti formali, i datori di lavoro privati sono tenuti a comunicare l’inizio o la proroga della prestazione in modalità smart tramite apposito portale telematico, entro 5 giorni dall’avvio, pena l’applicazione di sanzioni amministrative che vanno da €. 100 sino a €. 500 per ogni lavoratore interessato.

 

CONSIGLIO PRATICO: sia per i lavoratori che per i datori di lavoro che necessitino di attivare o continuare lo svolgimento dell’attività lavorativa in modalità agile, è essenziale stipulare un accordo individuale chiaro e completo che delinei le modalità operative: a livello essenziale, l’accordo dovrà specificare la durata (indeterminata o determinata), i luoghi esclusi per il lavoro remoto, l’alternanza tra lavoro in azienda e da remoto, gli strumenti utilizzati, i tempi di riposo, il diritto alla disconnessione, le modalità di controllo, l’esercizio del potere direttivo e disciplinare, il rispetto della privacy, la sicurezza dei dati, l’attività formativa necessaria e le modalità di esercizio dei diritti sindacali. È utile, pertanto, approfondire le peculiarità di ogni singolo caso con esperti giuslavoristi, posto che ignorare questi obblighi può comportare l’applicazione di sanzioni in capo al datore di lavoro.

 


DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE: NORME, LIMITI E CONSIGLI PER I LAVORATORI IN SMART WORKING

In Italia, attualmente il diritto alla disconnessione non è ancora previsto a livello legislativo, ma si basa su accordi individuali tra datore di lavoro e lavoratore, come previsto dalla L. n. 81/2017. Questa normativa permette agli “smart worker” di negoziare orari e modalità di connessione e disconnessione per tutelare il proprio riposo e il tempo libero, ma non garantisce automaticamente tale diritto a tutti i lavoratori. Durante la pandemia, infatti, per contenere la diffusione del COVID-19, era stata sospesa l’obbligatorietà di negoziare contratti individuali per lo smart working, estendendo automaticamente a tutti i lavoratori da remoto il diritto alla disconnessione. Tuttavia, questa misura temporanea è stata revocata il 31 dicembre 2022.

 

Nel 2021, altresì, due accordi interconfederali hanno previsto il diritto alla disconnessione nel settore pubblico e privato (rispettivamente il “patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” e il “protocollo nazionale sul lavoro agile nel settore privato”), mentre – a livello comunitario – altri Paesi europei (Belgio, Francia, Spagna) hanno introdotto normative più settoriali, talvolta esclusivamente per specifici gruppi di lavoratori.

 

CONSIGLIO PRATICO: in Italia, per chi lavora in smart working o in modalità ibrida, risulta essenziale discutere in modo chiaro con il datore di lavoro le modalità e i tempi della disconnessione. Si consiglia, pertanto, ai lavoratori di includere, all’interno dell’accordo individuale, clausole che specifichino esattamente in quali momenti devono essere raggiungibili e quando invece hanno diritto a non essere disturbati. Inoltre, in caso di dubbi o difficoltà, è consigliato rivolgersi a un rappresentante sindacale, un consulente del lavoro o un legale specializzato in diritto del lavoro, in grado di fornire il supporto necessario a salvaguardare il diritto alla disconnessione di ciascun lavoratore, nel rispetto delle normative vigenti.

 

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