Se fosse il giorno in cui finisci i soldi, lo noteresti... ma questo è solo l'Overshoot Day
- Margherita Ingoglia
- 15 mag
- Tempo di lettura: 2 min

Se davvero un giorno ti svegliassi e il saldo del tuo conto corrente fosse azzerato, probabilmente te ne accorgeresti subito.
Rivedresti le spese, cambieresti abitudini, cercheresti soluzioni.
Quando si tratta di soldi, non ci sfugge niente.
Ma quando a svuotarsi è il conto che abbiamo con la Terra? Tutto cambia.
Nessun allarme, nessuna notifica…
E così, continuiamo, come se niente fosse.
Il 6 maggio 2025, secondo i calcoli del Global Footprint Network, è stato l’Overshoot Day dell’Italia: il giorno in cui il nostro Paese ha terminato la sua quota di risorse naturali che la Terra è in grado di rigenerare in dodici mesi.
Da quella data in poi, tutto ciò che consumiamo — acqua, suolo fertile, energia, ossigeno, biodiversità — non ci appartiene più. È un prelievo anticipato sul futuro.
Un debito ecologico, che pagheranno le prossime generazioni.
Un debito che non si salda con denaro, ma con conseguenze sempre più frequenti: terremoti, inondazioni, alluvioni, uragani.
Secondo i dati più aggiornati, se tutti adottassero uno stile di vita simile a quello italiano, servirebbero 2,7 pianeti per soddisfare il fabbisogno di risorse.
Nel mondo, l’Overshoot Day 2024 è stato registrato il 2 agosto.
Noi italiani siamo arrivati a esaurire le risorse quasi tre mesi prima.
Un dato tutt’altro che lusinghiero, che rivela un consumo squilibrato e una profonda distanza tra benessere percepito e sostenibilità reale.
Il punto, però, non è solo ambientale. È culturale.
Viviamo in un sistema che ci spinge a volere sempre di più: più oggetti, più comfort, più velocità.
Il problema è che la crisi ambientale non si manifesta all’improvviso.
Non esplode come una pandemia o un blackout.
È lenta, silenziosa… e proprio per questo rischia di passare inosservata.
Ma c’è. E accelera.
C’è poi un tema legato al modo in cui si racconta la sostenibilità: spesso ridotta a slogan, campagne pubblicitarie o gesti simbolici. Rassicuranti, certo. Ma insufficienti.
La vera sostenibilità è molto più complessa: significa ripensare le abitudini, i ritmi, i bisogni.
Cercare un equilibrio tra benessere e rispetto per le risorse.
Non vuol dire rinunciare alla comodità, ma smettere di confondere il superfluo con l’essenziale.
L’Overshoot Day non è solo una data.
È un campanello d’allarme: ci dice fino a che punto siamo disposti a ignorare le conseguenze delle nostre scelte…
E se ogni anno arriva prima, il messaggio è chiaro: stiamo consumando più di quanto ci spetta.
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