Inquinamento atmosferico – di che si tratta, pericoli e situazione in Italia

Tra le diverse minacce potenziali e attuali, abbiamo quella dell’inquinamento dell’aria che ormai influenza la nostra quotidianità costantemente in maniera negativa.

Quando parliamo del tema però ovviamente c’è un mare magnum di terminologie e fenomeni associati, vediamo nel dettaglio che cosa si intende con inquinamento dell’aria.

CHE COS’È L’INQUINAMENTO DELL’ARIA?

Tecnicamente quando si parla di inquinamento dell’aria, la terminologia corretta sarebbe inquinamento atmosferico, e si intende per indicare la presenza di sostanze nell’aria, nello stato gassoso, vapori, nebbie o pulviscoli, che possano avere effettivi nocivi per gli esseri viventi o dannose per i materiali (fonte: Treccani).

Possiamo dunque dedurre già da questa definizione che non viene inteso tradizionalmente come solo come contaminazione di gas derivato dalla combustione, ma di sostanze differenti e spesso anche ancora più nocive. Ci sono intanto due categorie a proposito: l’inquinamento da sostanze naturali e sostanze umane.

Emanazioni vulcaniche, radioattive, gas putrefattivi da terreni paludosi, polveri sollevate dal vento, pollini e spore fungine appartengono alla prima categoria citata; lo smog derivato da combustione fossile, le scorie gassose industriali appartengono invece alla categoria dell’azione negativa dell’uomo sull’aria.

La data o il periodo preciso in cui l’uomo ha cominciato a diffondere nell’aria sostanze nocive non è chiaro: dal XIII secolo viene introdotto il carbon fossile e si verificarono inconvenienti dovuti alla presenza della combustione incompleta del carbone ma in realtà il vero punto di non-ritorno avviene con la rivoluzione industriale, momento cruciale in cui progressivamente sono aumentate le emissioni dei gas tossici nell’atmosfera.

INCIDENTI STORICI

Solo recentemente l’inquinamento atmosferico sta ottenendo la giusta attenzione legislativa, ovviamente sempre a seguito di gravi incidenti che hanno caratterizzato la drasticamente vita sociale e l’ecosistema di una determinata area geografica.

Alcuni tra i più famosi e disastrosi sono l’esplosione della centrale nucleare di Cernobyl, il Grande Smog della Londra del 1952 (12 mila morti) dove il diossido di azoto intossicò la popolazione della città, oppure il più grande di sempre, con più di 21 mila vittime e 500 mila intossicati, il disastro di Bhopal in India dell’ ’84 dove la allora nota industria multinazionale di pesticidi subì una perdita di Isocianato di metile senza precedenti a causa della scarsa manutenzione e condizioni di lavoro disumane. Come detto, questi incidenti non solo sono un danno permanente nella mente delle persone ma anche per l’ambiente: basti pensare che ora nella zona indiana dove è capitato l’ultimo evento elencato, l’ex stabilimento non è stato bonificato e continua ad inquinare le zone circostanti.

QUALI SONO AD OGGI I PERICOLI LEGATI ALL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO?

La diretta correlazione tra inquinamento atmosferico e salute non è ancora ben chiarita, ma è certo invece come influenzi le condizioni polmonari con l’infiammazione bronchiale l’azione irritativa sulle prime vie respiratorie. C’è ancora oggi la discussione se questi elementi nell’aria siano fattori scatenanti dei cancri polmonari.

Il problema sicuramente è anche il fattore meteorologico, dove i venti sicuramente contribuiscono alla diffusione di certi elementi nocivi o peggio ancora miscelarli tra loro, creando un nuovo pulviscolo atmosferico (noto anche come PM10 o PM 2,5, a seconda del diametro misurato in micron) in grado di essere ancora più determinante per l’effetto nocivo sulla salute.

Oppure ancora, sempre sul fattore meteorologico esiste il cosiddetto effetto di d’inversione termica, caratterizzato dalla permanenza in contatto del suolo di masse d’aria più fredda di quella degli strati sovrastanti, provocando la sospensione dei moti convettivi e quindi l’accumulo nell’aria degli inquinanti.

SOLUZIONI? LIMITATE

Il perché è presto detto, ovvero che le cause di questo fenomeno ormai onnipresente sono diverse sia nella quantità che nella natura.

Ma qualcosa si può fare, ad esempio regolazione, manutenzione e buona conduzione degli impianti delle combustioni nonché impiego di combustibili di buona qualità. Un altro metodo per contrastare l’eccessiva produzione di inquinamento atmosferico può essere la rivisitazione della gestione del traffico urbano con soluzioni cittadine in grado di adattarsi al movimento odierno, velocizzandolo.

E IN ITALIA?

Nell’ultimo rapporto annuale World Air Quality Report di IQAir, che stima i livelli di inquinamento dell’aria in tutto il mondo, l’Italia si posiziona tra le 100 nazioni per qualità dell’aria (67sima per essere precisi). Ricordiamo inoltre che questa classifica si basa sullo studio delle nazioni e della diffusione del PM2.5 (pulviscolo con dimensione uguale o inferiore a 2,5 micron).

Un dato poco rassicurante che purtroppo ci vede tra i protagonisti di un panorama sempre più saturo di un elemento pervasivo come l’aria, che inevitabilmente condiziona le nostre vite.

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