“I potenti rammentino che la felicità non nasce dalla ricchezza né dal potere, ma dal piacere di donare”.
Un’espressione a prima vista molto forte, utilizzata da Fabrizio De Andrè nel contesto del disco “Tutti morimmo a stento”, ma che riesce con pochissime parole a rappresentare il profondo significato del volontariato.
Mettersi a disposizione dell’altro, dedicarsi a soddisfare un bisogno altrui, anche apparentemente insignificante, rende felici.
L’esperienza quotidiana ci insegna, infatti, che nessuna forma di potere eguaglia quella dell’amore, non solo per chi lo riceve ma anche per chi lo dona.
La stessa quotidianità, tuttavia, molto spesso non ammette pause, non concede spazi per virare le nostre attenzioni verso orizzonti di altruismo.
A colmare tale lacuna interviene, però, la società e gli strumenti che la medesima mette a disposizione; in effetti, sempre più spesso si parla del c.d. volontariato online.
Nell’era moderna, per occuparsi delle cause che ci stanno più a cuore, è sufficiente una buona connessione internet e un portatile, un tablet o uno smartphone, restando sul proprio divano o comodamente in pigiama.
Trattandosi comunque di volontariato, anche quello online richiede tempo e dedizione, ma offre l’enorme vantaggio di poter organizzare più liberamente e senza vincoli il tempo da riservare all’attività selezionata.
Al contrario di quanto possa apparire a prima vista, inoltre, il volontariato online è per tutti, in quanto si può svolgere da qualunque posto e indipendentemente dalle proprie capacità o competenze.
Basta navigare un pochino in internet per rendersi conto che ci sono tante opportunità in tal senso; si tratta spesso di iniziative internazionali ovvero offerte in lingua inglese, ma facilmente traducibili in lingua italiana.
Alcune attività, poi, richiedono abilità specifiche, altre no.
Rientrano nella prima categoria tutti quei progetti ideati da associazioni che ricercanovideomaker o programmatori, che consentono di gestire siti web o social media oppure di svolgere attività di consulenza, di formazione o, ancora, di tradurre documenti e redigere testi in altre lingue.
Facciamo qualche esempio concreto.
Il più noto è sicuramente il programma di volontariato online ideato dalle Nazioni Unite nel 2000, all’interno del quale cittadini e associazioni, in qualunque parte del mondo si trovino, possono scegliere l’azione da svolgere, selezionando il tipo di attività, l’ambito di intervento, l’area geografica e il numero di ore da dedicarvi; per potervi partecipare, tuttavia, è necessario avere delle conoscenze specifiche in alcuni ambiti come l’IT o la grafica.
Famoso è, altresì, il portale predisposto da “Ayni Cooperazione”, avente ad oggetto il volontariato internazionale, finalizzato ad avvicinare i volontari italiani ad associazioni che lottano contro la povertà, la discriminazione e lo sfruttamento. All’interno di esso, è possibile dare il proprio contributo con attività di fundraising, di consulenza, di traduzione, di comunicazione e marketing, di grafica, di progettazione e tanto altro.
Non richiedono, invece, particolari abilità quelle piattaforme dove il proprio apporto si limita alle attenzioni da dedicare a qualcuno o a qualcosa.
Sotto tale profilo, merita di essere certamente menzionata l’app gratuita (disponibile sia per iOS che Android) “BeMyEyes”, che connette soggetti non vedenti o ipovedenti con volontari normovedenti. In buona sostanza, i volontari aiutano queste persone a diventare il più autonome possibile, rispondendo alle loro video-chiamate per fornire assistenza visiva per attività anche basilari, che vanno dall’indicazione del colore dei vestiti alla preparazione della cena, passando per molto altro ancora (ad esempio, viene chiesto ai volontari di indicare se le luci sono accese o dove si trovano alcuni oggetti in casa).
Peculiare è, poi, il servizio offerto da “7 cups” che mette in contatto chi ha bisogno di esprimere i propri pensieri e le proprie paure con persone formate ad ascoltare. In questo contesto, tutti possono proporsi come volontari ascoltatori, beneficiando, altresì, di una formazione online gratuita perché – è bene evidenziarlo – saper ascoltare non è soltanto un’attitudine, ma richiede sensibilità, attenzione e una buona dose di intelligenza emotiva. Ricevere una formazione in merito, in effetti, può fornire vantaggi non solo per chi chiede di essere ascoltato, ma anche per il volontario che intende ascoltare, potendo ricavare da questa esperienza un’opportunità di crescita personale.
Così come di certo contribuisce a uno sviluppo di determinati temi, il progetto dell’Università di Harvard, c.d. “Project Implicit”, che si propone di studiare pensieri e sentimenti nell’ambito dell’inconscio. In tal caso, è sufficiente partecipare ai test messi a disposizione sul loro sito; lo scopo è quello di trasmettere i dati ai ricercatori e così consentirgli un approccio più concreto al mondo delle emozioni, sempre complesso da esaminare. L’unico difetto – almeno per quanto riguarda gli italiani – è che non è prevista la possibilità di effettuare il test in lingua italiana.
Ci sono, da ultimo, attività, previste soprattutto per i più giovani, che permettono di contribuire in modo davvero semplice al benessere generale; ad esempio, la piattaforma “Do Something” consente, tra l’altro, di creare playlist non più lunghe di cinque minuti per limitare il tempo della doccia e sprecare meno acqua possibile.
Insomma, i progetti relativi al volontariato online sono molti; c’è spazio per tutti e ognuno può dare il proprio contributo, nei modi e nei tempi che desidera.
Basta soltanto un po’ di organizzazione e di volontà di supportare le attività che riteniamo più adeguate alla nostra personalità, facendo sì, del bene agli altri, ma anche a noi stessi.
Non dimentichiamo, infatti, che il volontariato – qualsiasi tipo di volontariato – consente di metterci in contatto con tante persone e con tante esperienze diverse, comportando un indubbio arricchimento del nostro bagaglio culturale, in un percorso di crescita sia a livello personale, che, a seconda del campo scelto, anche professionale.