ASSOCIAZIONE ALZATI E FAI LUCE: diverse modalità di “fare del bene”

associazione Alzati e Fai Luce

Esistono tanti modi per donare, fare beneficenza, per essere gentili. Dal semplice gesto di condividere un pasto con il compagno di scuola, aiutare la vicina a portare su la spesa o le borse pesanti, dare una monetina al ragazzo seduto sul marciapiede con il suo sacco a pelo, la sua coperta, … Portare i cibi a lunga conservazione in chiesa o nelle strutture che si occupano poi dello smistamento presso le famiglie bisognose del quartiere.

Ogni piccolo gesto fa la differenza e la felicità che si prova una volta compiuto è immensa. È, per quanto mi riguarda, una sensazione unica.

Il volontariato, il semplice atto gentile, sono tutti modi per prendersi cura degli altri e, per molti versi, anche di noi stessi. E ci sono tanti modi di fare volontariato. Tanti modi per essere gentili. Anche solo con un sorriso, possiamo contribuire ad un momento di felicità di qualcun altro. E ci sono tante associazioni, tante realtà, che ti possono supportare nel compiere il tuo gesto d’amore. Nei confronti dell’ambiente, degli animali, o di altre persone. Dalle Associazioni no profit, senza scopo di lucro, nate allo scopo di soddisfare dei bisogni sociali senza ottenerne un guadagno, alle Onlus: associazioni con determinati requisiti che operano in supporto delle persone svantaggiate come disabili, anziani e poveri. Le Ong, Organizzazione non governativa, organismo senza fini di lucro, per lo più di carattere umanitario, che nei Paesi in via di sviluppo gestiscono, per incarico del governo di uno o più Paesi sviluppati o di organismi internazionali, alcuni servizi essenziali (scuola, sanità, sviluppo all’agricoltura ecc.) o svolgono attività socialmente utili (volontariato). E numerose associazioni di volontariato presenti in tutto il territorio, le cooperative sociali, la Croce bianca e la Croce rossa, … insomma, se vuoi, puoi contribuire ad un momento di felicità di qualcun altro in innumerevoli modi.

Oggi anche andando a fare la spesa, molti supermercati mettono a disposizione un “carrello della solidarietà”; un’iniziativa che mi emoziona da sempre, e che mi permette di acquistare anche solo un rotolo di scottex o un pacco di pasta da donare a tutte quelle persone che faticano ad acquistarlo da sole.

Durante un viaggio in Marocco, il mio dolce papà, che mi ha insegnato tutto quello che so e che mi commuove sempre con i suoi gesti d’amore, si preoccupava di donare qualcosa ad ogni bambino o bambina che incontrava durante le nostre visite, le nostre passeggiate, escursioni, … Un insegnamento meraviglioso!

E sulla scia dei suoi insegnamenti cerco di impegnarmi ogni giorno per fare qualcosa di buono. Nel farlo, lo scorso anno, ho scoperto l’esistenza di Alzati e Fai Luce: una Onlus che ha sede ad Oppeano, in provincia di Verona, e che dal 2005 si prende cura dei bambini di Kijiwetanga, in Kenya. Legalmente nata nel 2009, Alzati e Fai Luce opera in strutture site a Kijiwetanga, un piccolo villaggio nelle vicinanze di Malindi-Kenya.

Già in attività dal 2005, ha – grazie al contributo di molti volontari e il supporto di tante persone di cuore, costruito le prime aule della scuola materna, successivamente il pozzo, l’acquedotto, l’ambulatorio, il grande gazebo e la casa famiglia con il suo relativo ampliamento.

La scuola materna accoglie circa 120 bambini dai 2 ai 6 anni ed è composta da tre differenti classi, per ognuna delle quali è presente un’insegnante. Nella casa famiglia vivono 47 bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni, supportati da educatori e collaboratori sia nel garantire l’assistenza primaria (igiene personale e della casa, preparazione dei pasti, sorveglianza, somministrazione di medicinali), sia in percorsi di sostegno alla crescita personale attraverso attività di gruppo o individuali tenendo conto dell’età, delle problematiche relative ad essa, della storia individuale e della personalità di ciascuno. I volontari di Alzati e Fai Luce, supportano i bambini e i ragazzi negli studi e organizzano attività ricreative a seconda degli interessi di ciascuno.

Percorsi di apprendimento, cura ed assistenza, sono questi alcuni degli obiettivi della Onlus che si avvale anche del supporto e del lavoro giornaliero del personale kenyota in loco e al prezioso servizio dei volontari, alle donazioni e al sostegno economico a distanza dei bambini, senza alcun intermediario. Difatti, gli aspetti legali, contabili, gestionali, i lavori di laboratorio per la creazione delle bomboniere e l’organizzazione di eventi sono gestiti da persone che mettono a disposizione le loro capacità e conoscenze lavorative gratuitamente per il bene dei bambini coinvolti e per la fiducia che hanno in questa associazione.

Alzati e Fai Luce, quindi, ti permette di attivare diverse modalità di “fare del bene”, a distanza o no, attraverso l’acquisto di bomboniere solidali, o il sostegno a distanza di un bambino della scuola materna o della casa famiglia. E ti aggiorna con l’invio di disegni, fotografie, lavoretti svolti dai bimbi, più volte l’anno. Inoltre, l’Onlus organizza anche dei viaggi di volontariato tre volte l’anno e dopo un’adeguata formazione, per partire con i volontari dell’associazione e prendersi cura personalmente di questi dolcissimi bambini. Un’esperienza che sogno di fare al più presto!

Associazione Alzati e Fai Luce

EDITORIALE – Arrivederci 2023, benvenuto 2024!

Buoni propositi anno nuovo

Buon 2024 a tutti i nostri lettori!

Abbiamo da pochi giorni salutato il vecchio anno e dato il benvenuto al nuovo e, come da tradizione, è questo, per tutti, il momento dei famosissimi buoni propositi. Delle nuove sfide, dei nuovi obiettivi, delle liste di cose che ci affascinano e che vorremmo fare quest’anno, dei nuovi viaggi. Dei nuovi obiettivi. E come ogni anno, almeno per quanto mi riguarda, il mio elenco puntato è ricco di traguardi raggiungibili, ma anche no – che però inserisco sempre, proprio per accettare la sfida a migliorarmi. Per ripartire con lo giusto spirito e la giusta carica, con voglia di rinnovamento e di cambiamenti, di successi e miglioramenti. L’anno che abbiamo salutato è stato per tutti noi ricco di emozioni, positive e negative, di riflessioni e di traguardi, e noi di Atlas Magazine – Il mondo sulle nostre spalle ci auguriamo che tutti voi siate soddisfatti del 2023 e che possiate esserlo ancora di più in questo nuovo 2024.

Noi lo siamo tantissimo! Il nostro magazine nello scorso anno ha raggiunto numerosi obiettivi e, come sempre, ringraziamo i nostri lettori che ci sostengono sempre e ci invogliano a migliorarci ogni giorno di più. D’altronde, noi di Atlas Magazine – Il mondo sulle nostre spalle siamo da sempre affascinati alle nuove sfide e i nuovi inizi, siamo fiduciosi e speranzosi, sicuramente, come tutti, un po’ spaventati, come in ogni nuova avventura, ma elettrizzati e aperti alle novità e i nuovi obiettivi. E speriamo lo siate anche voi, cari lettori.

E in questo primo numero del nuovo anno, come lo scorso anno, voglio condividere con voi i miei nuovi buoni propositi per il 2024. E, proprio come lo scorso anno, voglio invitare tutti voi a stilare (se non l’avete ancora fatto) la vostra personale lista dei buoni propositi per il nuovo anno, e perché no, condividetela con noi, anche attraverso la nostra pagina social https://www.facebook.com/ilmondosullenostrespalle/.

Ecco di seguito il mio personale elenco puntato:

  1. continuare ad essere felice, per ciò che ho, per gli obiettivi che ho raggiunto, perché adoro il mio lavoro e sono circondata da una splendida famiglia e amici sinceri
  2. avere cura delle persone che mi vogliono bene e del luogo in cui vivo, rendendo la mia quotidianità ancora più green, anche “solo” con piccoli gesti quali evitare lo spreco e ridurre i consumi, i rifiuti, …
  3. essere gentile ogni giorno, anche con chi spesso non è gentile con gli altri, anzi, soprattutto con loro, perché come ti disse una volta la mia cara nonna “devi essere tu ad insegnare la gentilezza a chi non l’ha ancora conosciuta”
  4. prendermi cura della mia salute fisica e mentale, concedendomi tempi di relax e coccole, leggendo o scrivendo un diario, creando una routine che favorisca il mio benessere
  5. stabilire nuovi obiettivi professionali e investire nella mia formazione, step by step, ma senza procrastinare.

Questi, sono solo 5 dei miei buoni propositi per il 2024, ma le vostre liste possono essere più o meno numerose, l’importante sarà poi l’impegno che ci metteremo per il raggiungimento.

Ancora buon anno a tutti e buona lettura.

Adotta una tartaruga: l’iniziativa di Plastic Free Odv Onlus

adotta una tartaruga

Adotta una tartaruga” è il nome dell’iniziativa dell’associazione Plastic Free Onlus per la tutela di questi animali che hanno una storia evolutiva lunga e che hanno superato indenni l’estinzione di tantissimi ordini di rettili, tra cui i giganteschi dinosauri, conservando per di più caratteristiche anatomiche e biologiche primordiali. Dal 10 giugno 2020, infatti, quelli di Plastic Free Onlus sono impegnati nel salvare tartarughe marine, con l’obiettivo di contribuire a sostenere, recuperare, curare e riabilitare le tartarughe marine ferite dall’incuria dell’uomo.

Nata nel 2019, Plastic Free Onlus è un’associazione di volontariato che si pone l’obiettivo di informare e sensibilizzare più persone possibili sulla pericolosità dell’inquinamento da plastica. La loro mission? Liberare il pianeta dalle tonnellate di plastica che devastano i nostri mari, i nostri fiumi, i nostri ecosistemi e la nostra salute, e per questo si impegnano attivamente, sul campo, attraverso diversi progetti, quali: appuntamenti di clean up, salvataggio delle tartarughe marine, sensibilizzazione nelle scuole e Comuni Plastic Free.

Nata come realtà digitale, rappresenta oggi una tra le più importanti e concrete associazioni su questa tematica, un punto di riferimento in tutto il nostro territorio nazionale. Questi, i numeri della Onlus ad oggi: 3.455.886 Kg di plastica e rifiuti rimossi dall’ambiente; 5.120 appuntamenti di Clean Up realizzati; 181 tartarughe marine salvate e 3.008 accompagnate alla nascita; 178.094 studenti sensibilizzati; 2.166 appuntamenti nelle scuole.

E con l’obiettivo di raggiungere tutto il mondo, arrivare in ogni singola città e al cuore di tutte le persone per trasmettere l’amore verso il Pianeta e il dovere civico di preservarlo per garantire un posto migliore ai nostri figli e alle future generazioni, con l’iniziativa “Adotta una tartaruga” i volontari di Plastic Free Onlus aiutano a salvare la vita di molte tartarughe. Ogni anno, infatti, oltre 40.000 esemplari muoiono per l’incuria dell’uomo. Adottandole, i volontari di Plastic Free Onlus  contribuiscono a recuperare quelle in difficoltà, curarle, riabilitarle e liberarle nuovamente in mare. L’importo da donare lo scegli tu! Così come la tipologia di adozione: singola, mensile, annuale. E grazie al tuo supporto sarà più facile coprire le spese per il mantenimento della struttura, per l’acquisto del materiale necessario per le vasche, per l’acquisto di medicine necessarie alle cure, l’acquisto del cibo, per il pagamento di interventi veterinari e per tutto il necessario per le attività di monitoraggio dei nidi.

Con un semplice gesto, puoi contribuire anche te a salvare i nostri amici animali!

EDITORIALE – La comunicazione non verbale

La-comunicazione-non-verbale

Esistono vari modi di comunicare. Verbale, scritta, gestuale, monodirezionale, bidirezionale, … Per i linguisti (e non solo) si ha comunicazione quando si ha un comportamento prodotto da un’emittente al fine di trasmettere un’informazione e che viene percepito come tale da un ricevente.

La comunicazione, pertanto, equivale al passaggio di informazioni. Non esiste informazione senza comunicazione. La comunicazione è quindi alla base dell’informazione, ma cosa vuol dire comunicazione?

Il termine «comunicazione» deriva dal verbo communicare che nel suo significato originale (latino) vuol dire “mettere in comune”, ovvero condividere con gli altri pensieri, opinioni, esperienze, sensazioni e sentimenti. A sua volta, communicare fa riferimento al sostantivo femminile di terza declinazione communicatio, – onis: partecipazione, richiesta di parere, deliberazione presa con il pubblico, scambio.

Comunicazione significa quindi etimologicamente “porre in comune” ed è appunto attraverso l’interazione con gli altri che l’uomo realizza la propria identità: la socializzazione, connotazione dell’esistenza umana, è la condizione ed insieme il risultato.

Secondo il Treccani è ogni processo consistente nello scambio di messaggi, attraverso un canale e secondo un codice, tra un sistema (uomo, animale, macchina ecc.) e un altro della stessa natura o di natura diversa.

La comunicazione è quindi intesa come una trasmissione, una partecipazione, una diffusione di qualcosa agli altri, uno scambio di informazione mediante uno o più linguaggi – verbale, gestuale, musicale, ecc. – tra un emittente e un destinatario. Come sua prima esplicitazione potremmo quindi definirla “l’insieme dei fenomeni che comportano la distribuzione di informazioni”.

Tutto può comunicare. Ogni comportamento è inteso come comunicazione. La comunicazione è implicata nel comportamento come il comportamento è parte integrante della comunicazione. Comunicare non vuol dire semplicemente parlare, ma presuppone necessariamente una relazione e quindi uno scambio. Nelle relazioni umane acquistano grande importanza a livello affettivo i gesti, la voce, l’abbigliamento, l’espressione del volto e l’atteggiamento del corpo; l’uomo li percepisce attraverso i sensi che lo mettono in contatto con l’ambiente esterno. Per comunicare è sufficiente la sola presenza della persona, tanto che si dice che “non si può non comunicare”.

Non basta pronunciare, scrivere o disegnare per comunicare, anche il silenzio è comunicazione.

La comunicazione è, pertanto, lo strumento principale attraverso il quale hanno luogo i processi di socializzazione e di inculturazione dell’individuo.

La storia della comunicazione nasce con le prime forme di associazioni umane: gli uomini primitivi si

scambiavano informazioni con segnali vocali e soprattutto a gesti, prima ancora che con la parola. Oggi sono state studiate tante tipologie di comunicazione e, qui, noi di Atlas Magazine – Il mondo sulle nostre spalle vogliamo raccontarvi un po’ più nel dettaglio della comunicazione non verbale.

Nel linguaggio non verbale possiamo fare riferimento alla postura, che indica le nostre intenzioni interiori; alla mimica, che comprende tutti i movimenti del volto; alla gestualità delle mani, delle braccia, delle gambe, dei piedi; al contatto visivo; alla prossemica, ovvero alla distanza e l’orientamento del corpo di una persona in relazione agli altri, cioè il rapporto tra il nostro corpo e lo spazio circostante composto da oggetti o persone. Questa tipologia di comunicazione è estremamente importante.

L’efficacia di un messaggio dipende, infatti, solamente in minima parte dal significato letterale di ciò che viene detto e il modo in cui questo messaggio viene percepito è altamente influenzato dai fattori di comunicazione non verbale (soprattutto nei casi in cui non c’è “familiarità” con il nostro interlocutore). È una comunicazione che può regalare delle informazioni aggiuntive alla comunicazione verbale. Può, ad esempio, indicarci lo stato d’animo dell’interlocutore, può enfatizzare le parole dette o, al contrario, può contraddirle. Esprime emozioni.

Inoltre, si tratta di una comunicazione universalmente comprensibile, capace di superare ogni barriera linguistica. Non è però detto che la comunicazione non verbale sia comprensibile in ogni cultura: spesso persone di diverse etnie o culture hanno delle gestualità differenti e un gesto può non avere lo stesso significato o, addirittura, avere un significato opposto.

La comunicazione non verbale gestisce circa il 70% delle nostre comunicazioni, ed è pertanto importante capirne strategie e modalità. A tal proposito, consiglio il libro di Giuliana Ghiandelli, che ho letto recentemente, dal titolo Comunicazione non verbale. Gesti e linguaggio del corpo: con un’assoluta semplicità, svela principi complessi del comportamento degli uomini per aiutarci a capire al meglio noi stessi e gli altri.

La comunicazione non verbale

Yoga della risata, ridere e vivere meglio

Ridere. Un fenomeno naturale, che non sempre necessita di uno stimolo comico. Modifica il nostro ritmo respiratorio e la nostra mimica facciale, facendoci apparire – come spesso ci sentiamo dire – più belli.

Ridere aiuta a star bene, produce endorfine che ci permettono di raggiungere uno stato di relax e tranquillità, oltre che encefaline che ci aiutano a contrastare alcune malattie.

Che avesse in mente proprio questo, farci apparire più belli e renderci padroni del mondo, il medico indiano di Mumbay, Madan Kataria, quando fondò il primo Club della risata nel marzo 1995? Possibile. Quel che è certo è che, da quel piccolo Club organizzato in un parco pubblico, nacque successivamente una disciplina mondiale: lo yoga della risata. Una vera e propria forma di yoga basata sulla risata autoindotta.

La risata autoindotta di questa tipologia di yoga si trasforma presto in autentica risata e favorisce un maggiore apporto di ossigeno al corpo e al cervello. È una disciplina che può essere utile anche con i malati di Alzheimer perché, essendo la risata autoindotta, il paziente non deve per forza capire il motivo della risata. È invogliato a “ridere e basta” e questo potrebbe migliorare il suo umore e di conseguenza le sue relazioni sociali.

COME FUNZIONA

Le sessioni di yoga della risata iniziano con semplici esercizi di riscaldamento, che comprendono stretching, vocalizzazioni, battito delle mani e movimenti del corpo. Questi, quando si combinano con le dinamiche di gruppo, portano a una risata incondizionata, prolungata e sostenuta. Tutto ciò produce benessere: mette di buon umore, favorisce il buon funzionamento del cuore (regolarizzando la pressione), aiuta chi soffre d’insonnia e di depressione, riduce ansie e paure, aumenta l’autostima, allenta la rabbia, aiuta a ridurre il dolore e rinforza il sistema immunitario grazie al rilascio di encefaline.

I BENEFICI A LIVELLO PSICOLOGICO

Oltre ai benefici sulla salute, lo yoga della risata apporta benefici nella vita personale, professionale e sociale.

Ridere aiuta a stare più in forma, a essere felici – e lo stato dell’umore determina la qualità della nostra vita -,

riduce lo stress e contribuisce a creare buone relazioni con gli altri. Le sessioni durano in genere 30 minuti e sono suddivise in tre parti: riscaldamento, sessione di risata e rilassamento finale.

Editoriale: pronto alla fine dell’estate?

Siamo quasi al termine della nostra amata estate. Molti di noi sono già rientrati dalle ferie alla routine quotidiana e tra po- che settimane – personalmente spero il più tardi possibile, salu- teremo anche le tante ore di luce, le alte temperature (malgrado i temporali subiti durante questa stagione), i bermuda e le mini- gonne… i nostri bambini ricominceranno le scuole, i più grandi saranno già sotto stress per gli esami universitari di settembre. Settembre. Il mese più gettonato delle nostre conversazioni estive: “ci rivediamo a settembre”, “lo farò poi a settembre”, “a settembre ricomincio la dieta/la palestra/eccetera eccetera”. Con approcci differenti e caratteri diversi, il rientro dalle ferie estive può rappresentare una vera e propria sindrome, un periodo di stress. D’altronde, l’estate rappresenta uno dei periodi più belli e lunghi di relax per molti di noi.

Per questo motivo, e per suggerire ai nostri lettori come affronta- re al meglio questo periodo dell’anno, abbiamo stilato una lista di consigli per superare l’ansia da rientro, per aiutarvi ad alleviare lo scontento e la tristezza per le vacanze finite!

1. Primo fra tutti, evita di alimentare i tuoi sintomi ansiosi con pensieri negativi: la positività porta positività. Concentrati sui tuoi obiettivi allo scopo di ottimizzare tempo ed energie e sfrut- tare in questo modo le opportunità che nei mesi a venire sicura-

mente ci aspettano.
2. Inizia a pianificare qualche giorno prima del rientro, così da prepararti psicologicamente al rientro e gestire al meglio orga- nizzazione e riposo.
3. Mangia sano e mangia tutto, torna in palestra o ricomincia a praticare il tuo sport preferito, contribuirà a far aumentare il li- vello di endorfine e, di conseguenza, a farti sentire più sereno e felice. Mens sana in corpore sano!
4. Concentrati su te stesso e non abbandonare i tuoi amici. Cam- bia look, trova il tempo e le energie per coltivare i tuoi hobby, l’en- tusiasmo e la pratica di ciò che ti piace, contribuirà a farti sentire più soddisfatto, sereno e felice. Trascorri il tuo tempo libero con chi ti fa stare bene, con i tuoi amici e i tuoi cari. Se puoi, organizza pure qualche week end fuori porta!
5. Organizza il tuo rientro in modo graduale, rituffarsi a capofitto nel lavoro potrebbe avere effetti negativi da un punto di vista psi- cologico. Potresti sentirti ancora più stanco e demotivato.

Il rientro dalle vacanze è, nell’immaginario collettivo, anche per gli stakanovisti, un momento traumatico e speriamo che questi consigli ti siano utili per ripartire nel migliore dei modi. Perché se le vacanze durassero tutto l’anno, divertirsi sarebbe stressante come lavorare. (William Shakespeare)

WOO: IL MARCHIO SALENTINO DELLA MODA SOSTENIBILE

Cosa intendiamo con l’espressione moda sostenibile? La moda che rispetta l’ambiente e la società in tutte le sue fasi! Un movimento, un processo di promozione del cambiamento del settore verso una maggiore integrità ecologica. Un cambiamento che interessa tutta la filiera: concezione, produzione, distribuzione, vendita e smaltimento. Ed anche (e soprattutto, direi) il consumatore. Sempre più consapevoli ed esigenti, attenti a prendersi cura dell’ambiente che abitiamo in ogni modo. Una moda che si propone di utilizzare, consapevolmente, materie prime meno inquinanti, e di ridurre gli sprechi nella produzione, come i costi di acqua ed elettricità e produrre parti durevoli, stimolando il consumo consapevole. Una vera e proprio rivoluzione, oggi sempre più caratterizzante la nostra società. Un movimento che intreccia le sue origini con quelle del movimento ambientalista moderno e che si pone l’obiettivo di educare i clienti a praticare un consumo green, rispettoso dell’ambiente, nonché delle persone che ne fanno parte, ma anche di aumentare il valore della produzione e dei prodotti locali, dei capi di abbigliamento, prolungare il ciclo di vita dei materiali, ridurre la quantità di rifiuti e i danni all’ambiente creati dalla produzione e dal consumo.

Punto di partenza e filosofia d’azione dell’ideatrice del marchio salentino Woo. Giulia Petronella, giovane imprenditrice di Mesagne (BR), che nel 2020, rientrata a casa dopo dieci anni vissuti nel Nord Europa, ha dato vita al marchio sostenibile di cappotti, borse e accessori impermeabili.

Tradizione familiare e rispetto di ambiente e lavoratori sono i punti di forza di Woo. L’idea di Giulia va infatti fatta risalire all’attività di famiglia: l’impresa dei genitori produceva cerate per i pescatori, e rappresenta per l’imprenditrice pugliese un fantastico bagaglio di risorse, conoscenze, mano d’opera che la pone in una situazione di vantaggio.

WOO è la collezione di abbigliamento e accessori con le radici nella pesca e il mood nell’urban lifestyle. Un team tutto al femminile, che mantiene le sue radici nella città natale di Giulia, anche per quel che riguarda la produzione, che avviene a chilometro zero, ma guarda allo stile nordeuropeo fatto di tagli lineari e forme pulite. Produce (solo dopo l’ordine del cliente – così da creare capi ad hoc per ogni singolo cliente!) capi durevoli in PVC, collaborando con fornitori certificati che producono PVC riciclabile al 100%, conforme agli standard Reach e privo di metalli pesanti, dannosi per la salute delle persone. Un PVC che consuma meno acqua ed energia rispetto ad altri materiali, come ad esempio la pelle.

SLOW TOURISM: UN NUOVO MODO DI VIAGGIARE SOSTENIBILE

Tradotto in italiano con l’espressione “Turismo lento”, lo Slow Tourism rappresenta una vera e propria innovazione, una nuova modalità di viaggiare sostenibile e responsabile che invita i travelers alla valorizzazione del territorio.

Si contrappone al più noto “Turismo di massa” e trasforma le nostre vacanze in esperienze uniche, complete e coinvolgenti, in- vitandoci, appunto, a rallentare il ritmo per partire alla scoperta di culture e territori, abbandonando la frenesia che molto spesso caratterizza la nostra quotidianità. Lo Slow Tourism ha un’anima green: un tuffo nel territorio nel rispetto dei viaggiatori e non solo, delle tradizioni e dell’ecosistema. Una filosofia di viaggio, o meglio, di vita, che consente di ammirare il lato più autentico di una destinazione, ciò che ci circonda, e vivere l’esperienza del viaggio in pieno relax.

Viaggiare in maniera sostenibile e intelligente, vivendo a pieno l’esperienza del viaggio, la natura, le emozioni. Mettere al centro del viaggio il viaggio, nel più autentico significato di “spostamento da un luogo all’altro”, il percorso, e non la destinazione. Procurare benefici sia al nostro fisico e alla nostra mente, sia al luogo. Benefici quali riscoprire il vero piacere del viaggio, immergendo- si in una dimensione genuina, in una natura incontaminata, o vivere esperienze autentiche, aiutando corpo e mente a liberarsi dalla routine e vivere con più calma. Contribuire ad un turismo ecologico ma anche essere predisposti a scoprire i nostri cinque sensi, le nostre emozioni. Un viaggio per il quale sono sufficienti scarpe comode e partire!
Quando nasce il “Turismo lento”? Le sue origini risalgono al 1986, come movimento culturale e gastronomico fondato da Carlo Petrini, sociologo, gastronomo, scrittore e attivista della nostra penisola. Con l’obiettivo di proporre un cambiamento focalizzato sull’invertire la velocità con cui scorre la vita perché una maggiore lentezza equivale a una maggiore consapevolezza. Le sue origini si inseriscono nel più ampio movimento Slow; nasce infatti per protesta contro l’apertura di un McDonald’s in Piazza di Spagna a Roma, alla quale seguì la creazione di Slow Food, organizzazione nata in risposta al dilagare del fast food, del cibo spazzatura e delle abitudini frenetiche, non solo alimentari, che caratterizzano la vita moderna. La filosofia Slow ha poi influenzato altri settori, come quello del viaggio.

Solo negli ultimi anni e, precisamente, post pandemia, il “Turismo lento” ha riscontrato un enorme successo nel nostro Paese. Oggi, in Italia, sono molte le mete per vivere l’esperienza dello Slow Tourism: splendidi cammini immersi nella natura, lunghe piste ciclabili, incantevoli itinerari panoramici, … Eccone una lista delle più amate e ricercate dai viaggiatori sostenibili:

  • il Cammino delle Terre Mutate, un itinerario solidale nato dopo il terremoto del 2016 tra Marche, Umbria e Abruzzo. Oltre duecento chilometri alla scoperta di tradizioni e culture, alla scoperta delle terre del cambiamento;
  • il percorso del fiume Titerno, nell’entroterra campano, per fare trekking tra le Forre di Lavello, raggiungere le Gole di Caccaviola, attraversando incantevoli panorami;
  • la ciclovia del Po, per gli amanti della bici, è un lungo itinerario che segue il corso del Po per quasi duecentocinquanta chilometri immersi nella natura;
  • le Grotte di Catullo, a pochi passi da Sirmione, ammirando il suggestivo panorama del lago di Garda;
  • terre di Siena, nell’incantevole panorama toscano, una delle mete più affascinanti per chi ama il trekking, offrono differenti percorsi tra vigneti e colline;
  • le Dolomiti, Patrimonio dell’UNESCO, che donano ai viaggiatori paesaggi mozzafiato, ideali per fare trekking ma anche da attra- versare in bici;
  • le Cinque Terre Express, un viaggio in treno per ammirare gli incantevoli borghi della Liguria;
  • il cammino Palermo-Messina, che attraversa la splendida Sicilia e si immerge nella natura del Parco delle Madonie, fino ad arrivare alle pendici dei Monti Nebrodi;
  • il Sentiero degli Dei, lungo la Costiera Amalfitana;
  • il Bernina Express, un treno che attraversa paesaggi meraviglio- si, partendo da Tirano, fino ad arrivare nella svizzera Sankt Moritz.

In arrivo il primo titolo di Stato Green

È stato emesso nei primi giorni del mese di marzo 2021, il primo Titolo di Stato Green, con scadenza 2045. Il Btp verde del Tesoro si propone di aiutare il Paese a sostenere gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.

Btp Green (Green Bond Framework) è il primo Titolo di Stato verde della Repubblica italiana ed è dedicato al finanziamento delle spese sostenute dallo Stato a positivo impatto ambientale e, precisamente, andrà a finanziare soprattutto le spese del periodo 2018/2020, così come previsto dalla legge di bilancio per il 2020, pubblicata online dalla gazzettaufficiale.it.

Uno strumento per aiutare il nostro Paese a sostenere gli obiettivi previsti dall’Agenda 2030, gli obiettivi di matrice ambientale delineati dalla Tassonomia europea delle attività sostenibili, i sei punti elencati dal Consiglio europeo: la mitigazione dei cambiamenti climatici, l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine, la transizione verso un’economia circolare, la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento, la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. 

Con l’obiettivo di investire in progetti per 35 miliardi di euro – tetto massimo “teorico” in quanto saranno le condizioni del mercato e, soprattutto, la domanda a stabilire il peso dell’emissione, Btp Green è stato comunicato ufficialmente dal MEF – Ministero dell’Economia e delle Finanze, illustrando le strategie ambientali della Repubblica Italiane e i meccanismi che accompagneranno l’emissione die Btp Green. Quattro meccanismi essenziali: i criteri di selezione delle spese presenti nel bilancio dello Stato ritenute ammissibili per le emissioni di Btp Green, l’uso del ricavato delle varie emissioni, il monitoraggio di tali spese e l’impatto ambientale delle stesse.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha affidato a un pool di banche il mandato per il collocamento sindacato del primo titolo di Stato green, un nuovo bond che verrà emesso in un mercato da oltre 400 miliardi di dollari (dati al 2020). Sarà quotato sui mercati secondari Mts e MoT e destinato esclusivamente agli investitori istituzionali, con un particolare focus su coloro che ancora non detengono titoli di debito pubblico. Inoltre, seguirà lo standard Green Bond Principles dell’Icma, Associazione internazionale dei mercati di capitali e, come informa il MEF, verrà redatto un documento annuale – l’Italian Sovereign Green Bond Allocation and Impact Report – che illustrerà l’allocazione delle risorse affidate allo Stato dagli investitori istituzionali che decideranno di puntare sui bond, oltre a fornire indicazioni sullo stato di avanzamento dell’erogazione delle somme.

L’emissione rappresenta un grande traguardo italiano, un successo verso una finanza verde che fa ingresso trionfante nei mercati, in un momento storico globale particolare, con tutto il mondo ancora impegnato a sconfiggere la più incisiva pandemia da oltre un secolo. E proprio questo, dona un valore aggiunto all’impegno nell’ottica della finanza green, un interesse espresso ormai da diverso tempo dai risparmiatori per la finanza sostenibile che è ormai impegno attivo, realtà.

Al via le Giornate mondiali dell’energia sostenibile 2021

Si svolgeranno nel mese di giugno e, precisamente, da venerdì 21 a martedì 25 giugno 2021, le Giornate Mondiali dell’Energia Sostenibile.

L’evento, coinvolge l’intero mondo della transizione energetica, ovvero tutti gli attori commerciali impegnati nel passaggio dall’utilizzo di fonti di produzione non rinnovabili a energie rinnovabili, considerate più efficienti e meno inquinanti. Come le aziende energetiche, aziende di tecnologia e attrezzature, fornitori di servizi, progettisti, comunità di finanziamento, sviluppatori, eccetera. Ma anche la comunità della ricerca energetica, i rappresentanti degli enti pubblici e oltre seicento esperti provenienti da più di sessanta Paesi del mondo.

Organizzata per mostrarci in che modo è possibile realizzare una ripresa verde nella pratica e come la transizione energetica sia in grado di contribuire come motore di investimento a questa trasformazione, la rassegna rappresenta una delle più grandi conferenze europee sulla neutralità climatica.

Una serie di appuntamenti dedicati, organizzati dall’OÖ Energiesparverband, agenzia austriaca istituita dal governo regionale nel 1991 per l’energia, con la missione di promuovere l’efficienza energetica e le fonti di energia rinnovabile.

Conferenze ma anche esperienze pratiche attraverso visite tecniche in loco a progetti energetici innovativi, una grande fiera sull’efficienza degli edifici e sulle energie rinnovabili (ad oggi, rinviata al 2022), e altri appuntamenti multidisciplinari.

A Wels, in Austria, ma anche online. E tutti possiamo partecipare. È sufficiente registrarsi sul sito https://www.wsed.at/online-registration. Tra i Paesi protagonisti e organizzatori, anche l’Italia, e l’ASVIS – Associazione Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, nata nel 2016 con l’obiettivo di far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenza 2030 per lo sviluppo sostenibile e mobilitare allo scopo di realizzarne gli Obiettivi.

Azioni rispettose dell’ambiente che abitiamo, abitudini per prendersi cura di un luogo speciale, cinque giornate di appuntamenti dedicate all’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Temi centrali del World sustainable energy days 2021, un programma di eventi ideato per creare momenti di riflessione e sensibilizzazione, di approfondimento e dialogo.

L’edizione 2021, si concentra sul tema della transizione energetica come incentivo alla ripesa economica dopo il Covid.

E approfondire differenti temi, dai cambiamenti climatici ai modelli economici, 6 conferenze dedicate, tra cui la European Energy Efficiency Policy Conference, la European Pellet Conference, la Industrial Energy Efficiency Conference e la Smart E-Mobility Conference.