LE SFIDE PIÙ BELLE: QUELLE CHE VINCI! INTERVISTA A BENEDETTO ROBERTO INGOGLIA: dal sogno nel cassetto, alla sfida, alla vittoria

Quando corri una maratona, l’obiettivo non è superare gli altri, ma superare se stessi. Questo è quello che ha fatto Benedetto Roberto Ingoglia, imprenditore di Partanna in provincia di Trapani, fondatore di Energy Italy spa oggi a capo della Energy Holding, elogiato da molti per le proprie capacità professionali e valori personali.

Un imprenditore che ha fatto della corsa la sua passione, ponendosi un’ambiziosa sfida: partecipare alla grande Maratona di New York. 

Obiettivo centrato in pieno, lo scorso 6 novembre.

È a lui che abbiamo il piacere di dedicare la nostra intervista di questo numero di Atlas Magazine.

M: “Roberto, raccontaci come nasce la tua passione per questo sport. C’è un episodio specifico che ti ha spinto a iniziare?”

RI: “Nell’ottobre del 2019, insieme ai miei Soci eravamo a Montecarlo a frequentare un bellissimo corso di formazione basato sulla crescita personale, al fine di migliorare le proprie performance professionali. Quel corso in un certo senso ha dato una svolta alla mia vita. In questa occasione, infatti, sono rimasto folgorato dal discorso di un relatore, che ha sottolineato quanto fosse importante mantenersi in forma e prendersi cura del proprio benessere, anche per aumentare la produttività e le prestazioni mentali. È stato in quel momento che ho preso la decisione di iniziare a prepararmi per la maratona di New York… e mi sono iscritto subito, prima ancora di iniziare la preparazione, tanta era la convinzione!

Poi a causa degli eventi pandemici, è stato possibile per me partecipare solo quest’anno. 

Ciò ha giocato a mio favore perché ho avuto modo di recuperare i molteplici infortuni che inevitabilmente chi inizia una preparazione del genere a 57anni può subire e arrivare a partecipare all’edizione del 2022 in condizioni buone.”

M: “Come mai hai scelto proprio la Maratona di New York? Cosa ti affascinava di questa sfida?”

RI: “Perché è una delle più belle se non la più bella al mondo e ha una storia talmente affascinate che non può non attrarti. Basti pensare che è il frutto dell’intuizione e della scommessa di un gruppo di appassionati e di un uomo geniale, Fred Lebow, che ha dovuto combattere contro tutto e tutti, partendo da un percorso molto ridotto e con poco più di duemila partecipanti alla prima edizione. 

Dopo qualche anno, è riuscito a ottenere come percorso tutti i 5 Borough di New York e a coinvolgere oltre cinquantamila partecipanti ogni anno. “ (qui potrete leggere la guida completa della maratona)

M: “Certo, una bella sfida da affrontare in così poco tempo, soprattutto se non hai mai corso prima! Immaginiamo non sia stato un percorso semplice. Quali sono state le difficoltà che hai riscontrato? C’è stato qualche momento in cui hai pensato di mollare?”

RI: Difficoltà tantissime, ma come dice qualcuno che mi conosce bene, la mia autostima è veramente alta! Basti pensare che ho preso questa decisione a 57 anni, non avendo mai svolto prima nessuna attività che potesse minimamente avvicinarsi alla preparazione fisica di podista.

Mollare mai, sono molto resiliente e anche dagli avvenimenti più negativi che mi sono accaduti nella vita o che potranno accadermi in futuro, traggo l’energia per andare avanti e alzare l’asticella dei miei obiettivi personali e professionali.”

M: E alla fine… il SUCCESSO! Ma come si suol dire: non è l’arrivo che conta, ma il viaggio. Quali erano le tue sensazioni prima e durante la maratona? A cosa pensavi in quei 42 lunghi km?”

RI: “Il successo era già essere ai blocchi di partenza. Le sensazioni pre gara sono quelle di un bambino: non vedi l’ora che arrivi il fatidico giorno. Durante la gara poi le sensazioni sono tante e tutte bellissime, perché per concludere una maratona oltre alle gambe serve anche la testa. Non per niente, si dice che una maratona va fatta 30 km con le gambe, 10 con la testa e 2,195 con il cuore.

Trovarsi in mezzo a 50 mila persone che non vedono l’ora di vincere le proprie sfide attraverso una manifestazione come la maratona di New York, ti fa sentire molto gratificato e aumenta molto la tua autostima.

A parte i top runner che gareggiano per vincere, il 99% dei partecipanti a una maratona del genere è lì per godersi il “viaggio”. 42,195 km vissuti come dentro un musical: per tutto il percorso ci sono band e spettacoli organizzati, insieme a un pubblico incredibile che ti sostiene e ti incita a ogni passo. 

I pensieri che ti passano per la testa sono tanti, io ne ho focalizzati diversi per auto motivarmi. 

Il primo pensiero alla partenza è che per 4,30h New York sarebbe stata ai miei piedi e questa era una sensazione bellissima.  

Il secondo pensiero era una visione: ogni volta che qualcuno mi incitava, guardandolo, vedevo il volto di un familiare/amico, insomma di una persona conosciuta che mi vuole bene e che mi incoraggiava, questo succedeva ogni vota che accusavo qualche calo fisico, praticamente in tutte le salite, e a New York, credetemi sono davvero tante! 

Invece, quando andavo bene e allungavo il passo segnando magari un record personale, pensavo a tutte quelle persone che all’inizio mi scoraggiavano e ridevo da solo immaginando l’espressione sul loro volto se mi avessero visto in quel momento. 

Ecco, devo ringraziare molto queste persone perché mi hanno dato lo stimolo per fare di più e meglio.

Ma il pensiero più grande e più costante è sempre stato rivolto a mia moglie che per oltre 5 ore mi aspettava e mi ha aspettato al 41esimo km: non vedevo l’ora di abbracciarla! 

Durante tutto il percorso ho immaginato la sua espressione, le sue parole, la sua gioia nel vedermi. E così è stato! Alla fine, è riuscita anche a sorprendermi con una bellissima sorpresa preparata precedentemente insieme alle mie figlie e a farmi emozionare.”

 

M: “Veniamo al futuro: ora che hai vinto questa sfida con te stesso, partecipando alla più importante e famosa Maratona al mondo, quali sono i tuoi obiettivi futuri?”

RI: “Divertirmi fino a quando le gambe reggono, ma farlo insieme a un gruppo di persone che vogliono sfidarsi e sfidare i propri limiti. Ecco perché ho già iniziato a pianificare le prossime maratone ma soprattutto ad aggregare nuove persone perché, anche se la maratona è uno sport individuale insieme agli altri ci si diverte di più e io amo divertirmi a far divertire le persone che mi circondano.”

M: “Grazie Roberto, solo un’ultima importante domanda. Come ci hai accennato sopra, diverse persone ti hanno accompagnato e sostenuto in questo percorso. Senti di voler ringraziare qualcuno in particolare?”

RI: “Questa è la domanda che più mi aspettavo perché le persone sono tante e tutte importanti, non potrei citarle tutte. Ringrazio tutti quelli che mi hanno dedicato un po’ del loro tempo per inviarmi un messaggio, complimentandosi per il risultato. 

Ringrazio tutti quelli che mi hanno sempre sostenuto, in particolare i miei “Alfieri” nella vita personale e professionale Nino, Fausto e Gino. Loro ancora non lo sanno, ma il prossimo anno vivremo insieme questa esperienza.

Sicuramente un grazie infinito va a Cristiano e a Daniela della Coster Medical Center, cari amici ma anche grandi professionisti ai quali devo la mia ripresa fisica dopo i vari infortuni. 

Un grazie va a tutti gli associati dei Nati Stanchi Runners che mi hanno sempre incoraggiato anche quando non riuscivo a completare i 10 km, ai vari coach e alle persone che mi hanno dato anche un piccolo consiglio, ma in particolare al mio grande amico Elio Catania che sin dall’inizio mi ha seguito, accompagnato e preparato per tutte le manifestazioni a cui ho partecipato: le mezze maratone di Verona, di Roma, di Marsala, e la mia prima maratona di 42,195 Km a Milano.

A tutti i miei Soci, in particolare a Sergio, Francesco e Antonio, i quali mi hanno detto: “Vai “conquista” New York e torna con la medaglia!”.

E poi un GRAZIE va alle mie fantastiche figlie Margherita e Laura che continuamente mi stimolano, ognuna col proprio modo di fare, affinché io possa raggiungere i miei obbiettivi: vedere i loro volti o immaginarli quando non possono seguirmi fisicamente, per me è una grande gioia, è il giusto premio dopo una gara.

Ringrazio infine, ma non per ultimo, mia moglie che sa sempre come supportarmi e sopportarmi in tutte le mie scelte personali e professionali, averla e sentirla sempre al mio fianco per me è uno stimolo incredibile che mi aiuta a superare tutti gli ostacoli che inevitabilmente, chi fa qualcosa, incontra nel proprio percorso personale e professionale.

Lei sa sempre stupirmi, riesce con poco a trasmettermi quella forza e quell’energia necessaria per superare e vincere qualsiasi sfida che la vita può riservarmi.”

LA TRAPPOLA DEL GREENWASHING: QUELLO CHE LE IMPRESE NON DICONO

Il tema della sostenibilità ambientale e dell’etica aziendale è sempre più sentito al giorno d’oggi in un mondo flagellato dalla crisi: una crisi economica, sociale, morale, ambientale e culturale.

Le aziende costruiscono il rapporto con i propri consumatori sulla fiducia reciproca. Una fiducia, però, che si presenta come un’arma a doppio taglio: può portare al successo dell’impresa ma anche al suo declino se disattesa.

Con la crescente attenzione verso il cambiamento climatico e la sensibilità dei consumatori verso le tematiche green, la tentazione da parte delle aziende di dare un’immagine verde per attirare clienti è molto alta. Se però le dichiarazioni non corrispondono alla sostanza il rischio è quello di scivolare nella pratica del Greenwashing, ossia di darsi una patina di società attenta all’ambien- te anche se non è così.

Per Greenwashing quindi si intende una tecnica di di marketing perseguita da aziende, istituzioni ed enti che propongono come ecosostenibili le proprie attività, esaltando gli effetti positivi di alcune iniziative e al contempo cercando di occultare l’impatto ambientale negativo dell’impresa nel suo complesso.

Non si tratta tuttavia di un fenomeno nuovo: a citarlo per la prima volta fu l’ambientalista statunitense Jay Westerveld. Egli utilizzò questo termine nel 1986 per stigmatizzare la pratica delle catene alberghiere che facevano leva sull’impatto ambientale del lavaggio della biancheria per invitare gli utenti a ridurre il consumo di asciugamani, nascondendo in realtà una motivazione economica (relativa a un taglio nei costi di gestione).

Nei casi più frequenti di Greenwashing, la comunicazione presenta le seguenti caratteristiche: non vi sono informazioni o dati puntuali che supportino quanto dichiarato; le informazioni e i dati vengono dichiarati come certificati mentre invece non sono riconosciuti da organi autorevoli; vengono enfatizzate delle sin- gole caratteristiche di quanto comunicato; le informazioni sono generiche al punto da creare confusione nei consumatori; possono essere utilizzate etichette false o contraffatte; infine, sono riportate affermazioni ambientali non vere.

Quali sono i rischi legati al Greenwashing?

Uno dei principali è la perdita di fiducia: una volta che i consumatori scoprono di essere stati ingannati è molto difficile ricostruire l’immagine e la reputazione della società con la conseguenza che il danno può essere anche superiore al beneficio che l’azienda sperava di ottenere.

Altro pericolo è la mancanza di un’azione concreta per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Se un’azienda vede premiati i propri slogan di Greenwashing potrebbe accontentarsi di quel risultato senza impegnarsi e fare gli investimenti necessari per migliorare il proprio modello produttivo.

Per quanto riguarda il settore finanziario il rischio è quello di finanziare progetti e imprese che non apportano alcun beneficio per l’ambiente e le persone.

Come si può fare quindi per evitare le trappole del Greenwashing?

L’Europa sta venendo in aiuto creando una normativa stringente su quello che può essere definito green. Il principale strumento normativo è la Tassonomia UE, adottata dal Parlamento nel 2020, con l’intento di definire univocamente, nell’ambito dei mercati

finanziari, “l’attività economica sostenibile dal punto di vista ambientale”. Un sempre maggior numero di aziende sarà poi tenuto a dare il proprio resoconto delle attività sostenibili e dei reali risultati raggiunti attraverso la dichiarazione non finanziaria delle imprese come ribadito con la direttiva EU NFDR (Non Finance Reporting Directive), mentre i fondi comuni di investimento dovranno precisare il grado di allineamento dei propri assetti alla Tassonomia, come stabilito dalla SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation).
Ma ciò sicuramente non basta, è fondamentale che i sistemi di standardizzazione siano chiari e resi obbligatori il più possibile.
Prima di comprare un prodotto o uno strumento di investimento dalle caratteristiche green bisogna informarsi accuratamente, appurarsi che l’ecologismo non sia puramente di facciata!

ART-THERAPY: TERAPIA DELL’ANIMA

Anticamente alcune civiltà come gli Egizi e i Greci utilizzavano l’arte come mezzo per sperimentare la “catarsi”, ossia liberare le emozioni represse e sentirsi in equilibrio con il mondo circostante.

Nell’Inghilterra degli anni ’40 del Novecento, l’art-therapy inizia ad assumere una propria identità definendosi come relazione d’aiuto verso i reduci di guerra.
Negli anni ’60 fu fondata la Scuola di Arte terapia con gli obiettivi di favorire lo sviluppo di questa nuova forma di cura; l’impulso provenne dal movimento dell’Antipsichiatria che combatteva le cure tradizionali in quanto violente e lesive della dignità della persona, rivendicando il valore terapeutico di tutte le forme di espressione.

Non a caso una prima forma di comunicazione pittorica e grafica è nata proprio nei luoghi della sofferenza nascosta, le carceri e i manicomi e con il passare degli anni i campi di applicazione dell’art-therapy si sono estesi nell’area dell’emarginazione sociale (tossicodipendenti, ammalati di Aids, malati oncologici, minori a rischio, affetti da Alzheimer).

Questa breve cronologia serve a farci comprendere come l’obiet- tivo dell’art-therapy sia stato, sin dalla sua nascita, sempre quello di permettere al paziente, attraverso l’attività creativa, di riela- borare esperienze drammatiche e di accedere al linguaggio del proprio io.

Lo scopritore dell’inconscio, Sigmund Freud, aveva colto nell’arte lo strumento privilegiato per conoscere ed esprimere il proprio vissuto: il prodotto artistico rappresenterebbe lo specchio del mondo interno del soggetto e la creazione artistica diventerebbe quindi materiale di interpretazione per l’analista.
È tuttavia con la pedagogista-psicoterapeuta Edith Kramer che si può parlare di arte-terapia vera e propria: con le sue ricerche e osservazioni sposta l’attenzione dal prodotto artistico come materiale da interpretare, al processo creativo vero e proprio, ritenuto di per sé uno strumento di cura.

Verso la fine degli anni ’30 la Kramer insegnando arte ai figli dei profughi della Germania nazista, osservò gli effetti positivi dell’attività artistica su questi bambini segnati dalle ripetute violenze del regime; attraverso la creazione artistica il paziente si immerge in un’attività rilassante e piacevole che facilita la risoluzione dei propri conflitti, si mette alla prova, sviluppa un forte senso d’identità, “conosce se stesso”.

L’art-therapy include l’insieme delle tecniche e delle metodologie che utilizzano le attività artistiche visuali (e con un significato più ampio, anche musica, danza, teatro, marionette, costruzione e narrazione di storie e racconti…) come mezzi terapeutici, fina- lizzati al recupero ed alla crescita della persona nella sfera emotiva, affettiva e relazionale. È dunque un intervento di aiuto e di sostegno a mediazione non-verbale attraverso l’uso dei materiali artistici e si fonda sul presupposto che il processo creativo messo in atto nel fare arte produce benessere, salute e migliora la qualità della vita.

Lasciando agli specialisti la trattazione dell’ argomento nei suoi risvolti curativi delle diverse e molteplici patologie, vogliamo qui soffermarci sui benefici nelle persone che si avvicinano ad essa in una società come la nostra che lascia davvero poco spazio alla creatività e all’introspezione, e che quindi può far nascere il bisogno di ristabilire un contatto più autentico con se stessi e con gli altri. Attraverso l’atto creativo possiamo esprimere tutte le nostre emozioni, scoprire i nostri aspetti più intimi, affrontare i nostri conflitti, metterci alla prova sperimentando abilità di cui ignoravamo di essere in possesso e, quindi, conoscere le nostre attitudini e incrementare l’autostima affermando la nostra identità.

Si tratta, quindi, di un vero e proprio processo di crescita se consideriamo che l’arte-terapia permette all’adulto di riscoprire il proprio “io bambino”; riscopre la magia del gioco in quanto si è completamente immersi nel piacere del fare artistico e tale coinvolgimento è divertente e rilassante al tempo stesso. Creare significa re-imparare a scegliere soluzioni sempre nuove, esatta- mente come avviene nel gioco infantile e uscire dagli schemati- smi a cui il “mondo dei grandi” ci ha abituati.

Fare arte-terapia significa riscoprire il cosiddetto pensiero ana- logico, quello che presiede all’immaginazione, alle emozioni e all’intuizione; significa renderci delle persone più complete, ca- paci di cercare modalità sempre nuove di guardare ed operare sulla realtà.

L’uso di determinati colori e tonalità, la predilezione di alcuni se- gni e tratti piuttosto che di altri, il ricorso ricorrente a specifiche immagini … possono essere indicativi, simboleggiare appunto, un nostro stato d’animo.

Modellare l’argilla, per esempio, è un’attività rilassante ma, contemporaneamente, richiede riflessione. Nel modellaggio, infatti, bisogna trovare un certo equilibrio per la forma che si vuole andare a creare; un’attività di questo tipo, quindi, potrebbe essere indicata per persone irrequiete, desiderose di trovare stabilità. Anche l’esperienza col colore può essere utile per curare diversi tipi di disagi. Una persona inquieta, per esempio, potrebbe trarre giovamento dalla pittura con le velature che consiste nel dipingere su una superficie asciutta e nell’applicare sottili e tenui strati di colore, che si asciugano tra un’applicazione e l’altra; si tratta di un processo molto lento che porta la persona a rilassarsi. Viceversa, dipingere acquarelli richiede una certa velocità nell’esecuzione; questo tipo di tecnica, di conseguenza, potrebbe essere utile per persone in cui si vuole stimolare la spontaneità e la fantasia. Attraverso l’espressione artistica facilitata è possibile incrementare la consapevolezza di sé, fronteggiare situazioni di difficoltà e stress, esperienze traumatiche, migliorare le abilità cognitive e godere del piacere che la creatività artistica porta con sé. “Attraverso l’arte-terapia si ha la possibilità di attivare risorse che tutti possediamo: la capacità di elaborare il proprio vissuto, dandogli una forma, e di trasmetterlo creativamente agli altri.
Si tratta di un processo educativo, dove “educare” sta per educere, “portare fuori”: far emergere la consapevolezza ed una maggior conoscenza di sé mediante la pratica espressiva, l’osservazione ed il confronto.

1° MAGGIO : UNA DATA CHE È MESSAGGIO PER 365 GIORNI.

Maggi Giovanni—foto Quarto Stato dopo servizio da Milano

Il primo maggio va commemorato per non dimenticare quelle persone che hanno lottato per ottenere condizioni di vita e di lavoro umane per tutti e per difendere il proprio diritto al lavoro, come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere sociali e geografiche.

Il primo Maggio nel lontano 1886 cadeva di sabato, allora una giornata lavorativa come un’altra ma in dodicimila fabbriche negli Stati Uniti incrociarono le braccia; anche le vie di Chicago furono invase da migliaia di persone per l’ ottenimento di quelle “ 8 ore “ tanto desiderate.

Fino a quel momento infatti gli operai lavoravano anche 12 ore al giorno, in condizioni inumane; la rivoluzione che avevano chiesto per anni, quella dei tre “otto” (otto ore di lavoro, otto ore per dormire, otto ore di svago) era arrivata: gli operai sono in piazza a protestare contro i ritmi massacranti di lavoro nelle fabbriche.

Tutto si svolse pacificamente ma nei giorni successivi scioperi e manifestazioni proseguirono e nelle principali città industriali americane la tensione divenne sempre più acuta: finché nel corso di un raduno  ad Haymarket Square uno sconosciuto lanciò un ordigno contro la polizia che reagì sparando sulla folla.

Gli organizzatori della manifestazione furono arrestati e processati; sette di loro furono condannati a morte, con prove inconsistenti e traballanti e due condanne furono trasformate in ergastoli dal governatore dell’Illinois.

Nel 1890 la Seconda Internazionale Socialista decise di promuovere in tutto il mondo la festa dei lavoratori facendola coincidere proprio il primo maggio.

Da allora viene celebrata ogni anno in molti paesi del mondo, proprio per ricordare i diritti dei lavoratori, originariamente nata per la riduzione dell’orario di lavoro; in Italia è stata istituita nel 1890, anticipata al 21 aprile nel ventennio fascista.

Proprio in questo periodo di grave difficoltà economica, in cui è forte il senso di rivendicazione del diritto al lavoro, il primo maggio, nel suo significato simbolico è più attuale che mai; cambia il mondo del lavoro e quindi le rivendicazioni e i miglioramenti richiesti ma rimane fermo il principio per cui senza lavoro non c’è futuro e progresso, esso è democrazia e libertà.

Oggi, ai tempi della pandemia, non è più (almeno in paesi civili come l’Italia) lotta del lavoratore dipendente per la conquista dei suoi diritti fondamentali contro l’ idea che il datore di lavoro sia suo proprietario con l’ affermazione che il lavoratore stesso sia parte di un relazione contrattuale duale che riservi agli uni agli altri diritti e doveri, ma è rivendicazione di un diritto al lavoro che investe tutti i ceti, tutti i settori e tutti i partecipanti della relazione contrattuale lavorativa, dipendente e imprenditore.

Il lavoro costituisce uno dei pilastri fondamentali su cui è costruita l’ edificazione di uno stato democratico, principio ribadito nei principi fondamentali della nostra Costituzione ex artt. 1-4.

All’ art. 4 la Repubblica riconosce infatti a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto; ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e scelte, un’ attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società.

È attraverso il fare che emerge l’ essere: è nella vita di ogni giorno che ciascuno di noi realizza sé stesso ed il patto sociale.

Nella visione dei Costituenti una persona senza lavoro crea un danno sociale oltre che personale: il lavoro è un diritto personale ma anche un dovere sociale, è strumento per realizzare sé stessi e condividere con gli altri componenti della società le proprie competenze. Attraverso la promozione del lavoro, la democrazia si regge su un’ idea di eguaglianza che è valorizzazione della cooperazione e contemporaneamente valorizzazione delle differenze.

Le sempre sagge ed significative parole di Papa Francesco, potrebbero essere bandiera del 1 maggio 2021:

“ Perché quando non si lavora, o si lavora male, si lavora poco o si lavora troppo, è la democrazia che entra in crisi, è tutto il patto sociale”.

Pet Therapy: quando la cura è una cura

“Mentre si dicevan questo, un cane che stava lì disteso, alzò la testa e le orecchie. Era Argo, il cane di Ulisse…”

Dopo vent’anni di guerre ed avventure, Ulisse torna nella sua Itaca sotto mentite spoglie, trasformato dalla dea Atena in un mendicante, riconosciuto solo dal suo fedele ed ormai vecchio cane Argo che, subito dopo, si lascia andare tra le braccia della morte, quasi come lo avesse aspettato per poterlo vedere un’ultima volta; cade una lacrima sul volto dell’eroe omerico, l’unica versata dal forte Ulisse e proprio per il suo amato cane.

Questo famosissimo, commovente e potente passo dell’Odissea, è emblema della fedeltà e dell’ amore incondizionato che lega l’ animale al suo padrone, e viceversa; uno dei legami più sinceri e leali è infatti proprio quello che si instaura tra uomo ed animale, apportandoci benefici incredibili a livello psicologico ed affettivo, sembrando che il nostro compagno sia capace di comprenderci condividendo la nostra felicità e supportandoci nei momenti difficili.

Non è forse vero che il nostro cane che ci fa le feste sulla soglia di casa dopo una giornata di lavoro migliora il nostro umore o il gatto appollaiato sulle ginocchia di sera di fronte la tv non ci infonde un senso di pace e tranquillità?

E’ una relazione che stimola la parte emozionale nell’ uomo e favorisce l’apertura a nuove esperienze, nuovi modi di comunicare; un animale non giudica, non ha pregiudizi e si dà totalmente stimolando il buonumore ed il sorriso.

E proprio questi effetti benefici connessi alla relazione dell’uomo con gli animali, divennero già a partire dalla fine del ‘700, oggetto di studio da parte di psicologi e psichiatri; lo psicologo inglese Tuke incitò i pazienti affetti da malattie mentali ad interagire e prendersi cura di piccoli animali, favorendo con questo un migliore autocontrollo del paziente e scambio affettivo; dopo la fine della Prima guerra mondiale al St. Elisabeth’s Hospital vennero usati i cani per curare i malati di schizofrenia e depressione ed alla fine della Seconda, la Croce Rossa Americana promosse una terapia di reintegrazione dei reduci di guerra basata sul contatto con gli animali da fattoria.

È con lo psichiatra infantile Lewinson, nel suo libro “THE DOG AS Co- Therapist, a metà del Novecento, che viene coniato il termine per indicare gli effetti benefici della interazione uomo-animale, quali calmare l’ansia, trasmetter calore affettivo, aiutare a superare stress e depressione ed in generale benefici alla salute psicofisica dell’uomo: pet therapy. 

Essa prese piede in Italia verso la fine degli anni ’80 con convegni e conferenze sul tema e con direttive e decreti a livello statale e regionale nella direzione di promuovere il coinvolgimento degli animali in interventi assistenziali e terapeutici.La Conferenza Stato Regioni ha approvato l’ Accordo  e le linee guida nazionali pet therapy che prevedono le medesime regole sull’intero territorio nazionale e stabiliscono gli standard qualitativi di riferimento per la corretta applicazione di questa terapia di supporto, allo scopo di tutelare sia i pazienti che gli animali da affezione.

Il termine pet therapy è risultato però ben presto un’espressione imprecisa e sicuramente troppo riduttiva in confronto alle differenti attività e quindi è stata sostituita con quella di IAA: interventi assistiti con gli animali che si distinguono, in base ad obiettivi e beneficiari, in:

-terapie assistite con animali (TAA);

utilizzata a supporto delle terapie tradizionali, per migliorare disturbi della sfera psichica, cognitiva ed emotiva e rivolto a soggetti con diverse patologie, psichiche e fisiche.
Le ricerche hanno evidenziato che l’interazione tra un bambino ed un animale stimoli i processi cognitivi e lo sviluppo delle attività comportamentali. Negli utenti con disturbi psichiatrici, la pet therapy aiuta ad abbassare il livello di apprensione del paziente nei confronti del proprio terapista; il rapporto che si instaura tra l’animale ed il malato favorisce infatti la comunicazione con il professionista e di conseguenza il coinvolgimento nella terapia di cura.
La presenza di un animale domestico non solo migliora il comportamento in certi pazienti ma in generale contribuisce all’ abbassamento di ansia e tensione, aiutando a diminuire gli statiti d’ animo negativi, scongiurando la comparsa di depressione ed irrequietezza.
I benefici non risultano tuttavia solo a livello psicologico ma anche fisico; vengono infatti proposte sedute di questo tipo a bambini con disabilità motorie che possono riguardare il movimento degli arti, l’equilibrio e la coordinazione o in pazienti affetti da sclerosi multipla o reduci da lunghi periodi di coma.

-educazione assistita con animali (EAA);

intervento di tipo (ri)educativo che ha come obiettivo quello di migliorare il benessere psicofisico e sociale e la qualità della vita della persona, nonché di rinforzargli l’autostima; contribuisce altresì all’inserimento sociale delle persone in difficoltà.

-attività assistite con animali (AAA);

rivolta a bambini, portatori di handicap, pazienti in ospedale, psichiatrici, anziani e detenuti, ha l’obiettivo di migliorare la qualità della vita in cui l’animale diventa una fonte di stimoli; ad esempio i bambini ricoverati in ospedale o gli anziani nelle case di riposo, soffrono talvolta di depressione dovute alle condizioni di salute, e possibile mancanza di affetti che li porta a chiudersi in sé stessi rifiutando rapporti interpersonali. Alcune esperienze dimostrano che l’animale migliora l’ umore facilitando l’approccio terapeutico e con il personale sanitario.

Per riassumere, la pet therapy (la chiamiamo così per richiudere in una parola tutte le tipologie ut supra) non rappresenta una terapia a sé ma un intervento sussidiario che aiuta, rinforza ed arricchisce le cure tradizionali e può essere impiegata su pazienti di qualsiasi età ed affetti da diverse patologie, di solito bambini, anziani, persone disabili o con problemi psichiatrici.

Gli animali utilizzati solitamente per questa pratica terapeutica di supporto sono: i gatti, i cani addestrati, asini, cavalli e conigli.

Le figure professionali in essa coinvolte sono invece:

  • responsabile di progetto (professionista in campo sanitario);
  • medico veterinario (valuta i requisiti comportamentali e sanitari dell’animale, l’aspetto igienico sanitario ed il benessere dell’ animale);
  • coordinatore (psicologo, psicoterapeuta, educatore, infermiere o assistente sanitario, laureato in scienze motorie o psicomotricista);
  • coadiutore dell’animale (promuove la relazione uomo-animale e monitora lo stato di salute dell’ animale in collaborazione con l’ animale).

Dopo quello scritto e letto possiamo quindi concludere che prendersi cura di un animale è una cura anche per noi; il loro affetto semplice, genuino ed incondizionato è una medicina per le persone.

Energy Italy Spa: STORIE DI SUCCESSO

Il settore delle energie rinnovabili è in una fase di rapida espansione e continua evoluzione ed è per questo essenziale affidarsi ad aziende di consolidata esperienza.

Energy Italy dal 2012 si dedica alla ricerca e selezione dei migliori prodotti e servizi per la produzione di energie da fonti rinnovabili ed il risparmio
energetico. Alla velocità dei cambiamenti deve corrispondere una risposta altrettanto veloce ed innovativa e sempre soddisfacente le richieste senza mai tralasciare la qualità.

La parola su cui si incentra l’attività dell’azienda è il green ed il correlativo binomio competitività e rispetto. Competitività perché l’instaurazione di impianti specifici per produrre in maniera autonoma energia elettrica e/o termica e la continua ricerca di prodotti innovativi al passo con i tempi e l’evoluzione delle esigenze, si traduce in risparmio di costi e spese.
Rispetto, perché puntare sul green e l’energia rinnovabile è una scelta di responsabilità sia per chi ne fa cardine della propria attività ma anche per chi ne accoglie l’offerta; rispetto per l’ambiente e per le future generazioni che hanno il diritto morale di ereditare un mondo (inteso come ambiente in cui vivere) il più sano possibile.

Il futuro è green e green è il colore di Energy Italy che non guarda mai al passato se non per prenderne insegnamento e come parametro di miglioramento ma è sempre proiettata all’innovazione, al rinnovamento, alla novità.

La storia di Energy Italy è infatti una storia di continui nuovi obiettivi e nuovi traguardi; personalmente sono rimasta stupita di come un’azienda
così giovane abbia raggiunto risultati così importanti quasi difficili da elencare nella totalità e sono sicura che quelli che citerò (che sono solo alcuni ma penso i più significativi) faranno rimanere a bocca aperta tutti voi lettori.

Innanzitutto la storia di Energy Italy mi ha fatto capire come un‘azienda ed il suo successo siano la storia, la capacità ed il successo delle persone che
la compongono; l’importanza dell’intuizione ma anche della competenza.

Energy Academy (prima grande “creazione di Energy Italy”) è proprio un effetto-conseguenza di questo principio: nata per formare in campo tecnico, commerciale ed attitudinale i suoi professionisti e manager ha poi esteso il suo programma, ricco di corsi e percorsi di formazione, anche alla domanda “esterna” caratterizzandosi per numeri incredibili, di partecipanti, formatori, offerte formative (vi rimandiamo all’articolo ad essa dedicato nell’uscita precedente); io penso che parta da qui il successo di Energy Italy, dall’importanza che si da alla conoscenza ed alla formazione, che trovo condizioni imprescindibili per un successo non fortuito ma con basi solide e che diventa quindi sinonimo di affidabilità, perché da qui parte il successo della persona quindi anche di un’azienda la cui risorsa principale rimane sempre quella umana.

Alla base di questo principio è anche la creazione della recentissima Energy Ing, società di ingegneria che si occupa principalmente dello sviluppo
di progetti innovativi propedeutici al Superbonus 110% e a tutte le attività che concorrono al miglioramento energetico degli edifici.

Sostenitrice dell’assioma che intuizione, formazione e quindi competenza sono alla base di ogni successo (non effimero ma concreto e duraturo), Energy Italy fa brillare la sua history case di successi. Nel 2017 viene fondata Energy plus (con l’ introduzione dei contratti luce e gas), una Energy Service Company (ESCo) che è altro non è che un’impresa che fornisce tutti i servizi necessari a realizzare un intervento per il miglioramento dell’efficienza energetica; essa offre ai propri clienti una
diagnosi energetica ed i relativi strumenti per valutare le opportunità di intervento, con lo scopo di ridurre i costi legati all’ energia ed alla dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili.

Nel 2018 Energy Italy ottiene la certificazione ISO, che assicura i clienti e le aziende partner circa la qualità organizzativa di un impresa, dei prodotti
offerti e delle prestazioni del servizio; sempre nello stesso anno partecipa al Comitato Economico Sociale Europeo (riunitosi a Bruxelles con l’obiettivo di incentivare un’alimentazione sana e sostenibile) di cui voglio riportare le parole dell’amministratore rivolte ad Energy Italy perché lo trovo un
passaggio chiave della sua attività e del suo ruolo (e anche di orgoglio):

“Dear Energy Italy Spa, sono lieto di inviarvi il parere esplorativo del CESE
su un ruolo più costruttivo per la società civile nell’attuazione del diritto ambientale adottato il 30 ottobre 2019. Il CESE ti ringrazia per il prezioso contributo al progetto durante l’incontro e la Conferenza. Ciò ha portato ora al documento allegato che è stato consegnato alla Commissione Europea, al Parlamento ed al consiglio per ulteriori azioni.”

Un riconoscimento Europeo dell’impegno continuo che in pochi possono vantare. Ad obiettivi e riconoscimenti così importanti per la filosofia e anche e soprattutto per l’operato concreto dell’azienda, ne corrispondono di importanti anche dal punto di vista economico (che senza ipocrisie sono condizioni sine qua non per la concretizzazione dei principi e della visione aziendale e una causa-effetto della efficace azione della stessa):
giugno del 2018 vede infatti il passaggio del capitale sociale da 120.000 euro a 1.250.000 di euro (!), di cui 250.000 euro in azioni privilegiate, per arrivare ad un ulteriore incremento di 300.000 euro quest’anno con un collegato ampliamento dell’oggetto sociale.

Ed è grazie a questi risultati che oltre all’acquisto degli uffici dove opera la sede centrale, sono state acquistate e aperte due nuovi sedi (Partanna – TP – e Catania) per poter essere al massimo dell’efficienza offrendo supporto ai clienti e a chi opera attivamente dal punto di vista organizzativo ed esecutivo.

Sempre curiosa e disponibile a promuovere iniziative portatrici di innovazione, Energy Italy è un’azienda che da spazio alle idee e alla vivace intelligenza delle persone, supporta le idee sperimentali ed originali frutto di menti creative e preparate e che vedono in “green”; tra queste merita di essere citato un progetto ideato e realizzato dall’Arch. Leonardo Di Chiara, ricercatore presso la Tinyhouse University, un’Associazione no profit impegnata nello sviluppo di soluzioni innovative per il vivere contemporaneo.

L’iniziativa aveva come oggetto la sperimentazione di una casa mobile su ruote di 9 mq, costruita a Pesaro ed esposta al Museo di Design del Bauhaus-Archiv a Berlino fino a marzo 2018. Con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico nei confronti del movimento “Tiny House”, ma più in generale per promuovere una discussione sulla sostenibilità dell’abitare in relazione ai bisogni della società contemporanea, la Tiny House aVOID è stata costruita a Pesaro ed è stata inaugurata il 19 Agosto 2017 al Bauhaus-Archiv/Museum of Design di Berlino.

Energy Italy Spa ha deciso di aderire al progetto in qualità di sponsor tecnico, attraverso la fornitura di pannelli Infrarossi e di un impianto fotovoltaico (in fase di installazione che prevediamo sarà pronto
per le tappe di Roma) che diventeranno parte della Tiny House.

La storia di Energy Italy sembra la narrazione di un romanzo di formazione, dove in primo piano ci sono l’evoluzione, i cambiamenti, le continue sfide del protagonista che ha una morale (che alla base del successo c’è, oltre all’intuizione, la competenza, la formazione, la costanza e la voglia di continuo miglioramento) ed in questo caso … un finale aperto perché saranno ancora tanti gli obiettivi prefissati e raggiunti, da ultimo la nuova e titanica sfida: la riqualificazione energetica degli edifici con il Superbonus 110% che ha portato all’acquisizione di 5000 clienti ed alla creazione della grande rete di impresa Energy Re (oltre 200 imprese affiliate), la fondazione di Energy Ing e il primo spot su Mediaset.

La visione aziendale delle imprese che hanno puntato sul green, tra cui spicca Energy Italy sta per avere la più grande fase di concretezza dell’epoca moderna; con Il Recovery Fund gli Stati mettono al centro delle politiche economiche quelle ambientali (e viceversa) e non solo al centro di programmi demagogici di propaganda ma finalmente della così detta realpolitik.

E-learning: la didattica del presente e del futuro

Nell’ultimo numero abbiamo parlato dell’e-learning quale attuale ed efficace modalità di apprendimento, soffermandoci in modo esaustivo sui
tanti motivi per cui preferirlo a quella tradizionale, non solo in questo infelice periodo storico in cui la scelta è praticamente d’obbligo.

Sinteticamente, abbiamo sottolineato come da un lato, i classici percorsi non sempre sono all’altezza di darci i contenuti e le competenze necessarie per entrare nel mondo del lavoro di oggi, sempre più esigente, dall’altro lato, una volta entrati, la sua continua evoluzione ci richiede un continuo aggiornamento delle nostre competenze.
Se siamo dipendenti, le aziende investono sulla nostra formazione per rendere esse stesse più competitive, se liberi professionisti, siamo noi ad investire su noi stessi per rendere noi più competitivi e vincenti!

Oltre al profilo contenutistico ed i risultati, i pro investono anche l’aspetto formale del modo, potendo riprendere materiali e contenuti in base alle nostre esigenze orarie, essendo le lezioni predisposte in modo da poterle visualizzare in ogni momento, se manca la possibilità di vederle in tempo reale o se c’è la necessità di rivedere qualche passaggio.

In sintesi i vantaggi sono:

  • facile condivisione di contenuti con persone situate a grandi distanze;
  • possibilità di apprendere secondo i propri ritmi di comprensione;
  • possibilità di riconsultare i materiali online;
  • possibilità di personalizzare la struttura dei contenuti e di calendarizzarne gli impegni;
  • minori costi rispetto alla partecipazione a formazioni tradizionali (nessun allontanamento del dipendente da istruire dal posto di lavoro) quindi forte crescita della produttività individuale;
  • possibilità di monitorare il proprio apprendimento grazie a software che rilevano i risultati e gestiscono la didattica;
  • facilità e tempestività di aggiornamento dei contenuti.

Se volete approfondire l’argomento, vi rimandiamo alla lettura dell’articolo “L’ e-learning: la didattica del presente e del futuro”, presente nella scorsa uscita perché qui, riprese queste linee essenziali, vogliamo soffermarci su esempi pratici di corsi e-learning per darvi un’idea non solo teorica ma anche pratica dell’ argomento.

Per fare questo ci serviremo dell’offerta formativa di Energy Academy, che nasce come accademia di formazione specializzata in programmi e percorsi
di formazione in ambito attitudinale e comportamentale per arrivare oggi ad offrire una completa gamma di corsi e percorsi di formazione ideati e
diretti dal Presidente di Energy Academy, Francesco Briguglio, affiancato da un consolidato team di trainer, consulenti aziendali, imprenditori e manager, con la duplice possibilità di scegliere corsi in aula (personalizzati sulle esigenze delle aziende) e corsi di e-learning.

La piattaforma e-learning offre un ampio ventaglio di formazione accreditata per ingegneri, geometri, architetti, progettisti, agronomi e dottori forestali.

I corsi si suddividono in 5 grandi macro aree:

  • green economy
  • sicurezza sul lavoro
  • design e tecnologia
  • progettazione
  • corsi e strumenti per professionisti.

La prima area racchiude corsi di formazione ideati per i professionisti che vogliono acquisire competenze in ambito ambientale per agire in conformità alla legislazione in continua evoluzione (corso certificazione energetica degli edifici, dei condomini, di progettazione degli impianti solari, corso introduttivo alla bioarchitettura, progettazione e realizzazione case ecologiche e quello specifico per i tetti in legno).

L’ area sicurezza sul lavoro prevede corsi di aggiornamento per RSPP e coordinatore sicurezza; viste le continue evoluzioni normative su un tema così socialmente importante e delicato come la sicurezza sul lavoro, la formazione non è solo necessaria ma anche doverosa.
I corsi di formazione design e tecnologia ti daranno le competenze per presiedere e gestire i processi organizzativi e produttivi di impresa in collegamento con le innovazioni tecnologiche e all’internazionalizzazione dei mercati (citiamo il corso di fotogrammetria digitale, di design ed interior design, di fotografia).

I corsi di progettazione sono rivolti ai professionisti che intendono specializzarsi nei più variegati ambiti della progettazione (dalla bioedilizia, alla progettazione di impianti solari o domotici, fino agli ambiti più innovativi del Product Design, e della modellazione 3D).

I percorsi formativi proposti in questa sezione sono rivolti ai professionisti che operano nel settore dell’edilizia e consentono di assolvere l’obbligo di
formazione professionale continua in quanto riconosciuti e conformi ai regolamenti dei maggiori ordini professionali.
L’ultima area racchiude infine tutti quei corsi ideati per offrire aggiornamenti ed approfondimenti di architetti, ingegneri e geometri.
L’esempio di Energy Academy (vi rimandiamo al sito www.energy-academy.it), sicuramente eccezionale essendo essa leader nella formazione in aula ed e-learning con la quantità ma soprattutto qualità dei corsi offerti, ci permette di capire nella realtà gli innumerevoli vantaggi, elencati nella prima parte, che questo tipo di formazione ha insiti. È sufficiente entrare nella pagina che riporta l’offerta formativa e cliccare sul corso che fa per noi; facile accedervi, seguire, apprendere e crescere personalmente e lavorativamente.

Il sapere e la formazione sono in continua evoluzione ma dobbiamo essere noi i primi a migliorare noi stessi sfruttando tutte le possibilità che lo sviluppo tecnologico ci offre per contenuti e, se vogliamo, anche per comodità logistica e temporale; la tecnologia è al nostro servizio agevolando la nostra formazione e la nostra crescita professionale e, non meno importante, personale.

“Work on you for you” racchiude proprio questo concetto: il lavoro che facciamo su noi stessi, investendo su noi stessi, è lavoro che facciamo per noi e a nostro vantaggio perché si sa, nuove conoscenze ed abilità non solo ci rendono più competitivi e preparati sul lavoro ma ci danno nuove opportunità, prospettive e visioni anche nella vita personale che non è mai così parallela a quella professionale. E se questo investimento lo possiamo fare con un semplice click, senza essere legati a luoghi od orari beh… è una grande opportunità da sfruttare!!!!

VACANZE 2020 ALL’INSEGNA DELLA SOSTENIBILITÀ E DELLA RISCOPERTA DEL NOSTO PAESE

L’arrivo dell’estate porta con sé la voglia di partire, che sia in giro per il mondo o nel proprio paese, la voglia di ricaricarsi dopo i lunghi mesi invernali durante i quali abbiamo fantasticato sulle possibili mete.

Il Covid-19 ha però modificato lo scenario e la domanda che quest’ anno ci facciamo non è sul “dove” ma sul “se” e “come” partire. La pandemia ha infatti portato il 30% degli italiani a decidere di rimandare le proprie vacanze e il restante 70% a modificarle, cercando di adattarsi e adattarle alla nuova normalità post-Covid.

Da un lato quindi la paura di ammalarsi e le difficoltà organizzative ed economiche insorte per il lockdown hanno fatto si che parte degli italiani rinunciassero alle bramate ferie, ma dall’altro, riportando le parole di Albino Russo (direttore generale di Ancc-Coop): “ Gli Italiani vogliono regalarsi un momento di relax dopo i mesi grigi del lockdown e quelli caldi di un autunno che si attendono difficile. Faranno vacanze più brevi, più sobrie ma 100% italiane all’ insegna della sicurezza e (quando possibile) della sostenibilità. Tornano di moda le seconde case e la montagna ma tengono (più del previsto) il mare, gli alberghi, i villaggi turistici…”

In queste parole è riassunto il nuovo modo di vedere e il nuovo approccio alle vacanze: l’estate 2020 sembra così ricordare quella degli anni ’70 in cui 9 italiani su 10 trascorreranno vacanze nel proprio Paese, muovendosi verso seconde case o abitazioni di familiari e di amici vedendo l’affermarsi di nuove tendenze come appunto lo staycation (termine che nasce negli Usa e caratterizza una vacanza fatta in casa, in un luogo non molto lontano dalla propria residenza).

Le case-vacanze sembrano essere quindi l’alloggio ideale soprattutto se fornite di giardino e piscina, soluzione comoda e rilassante e all’insegna della sicurezza sanitaria perché permettono di controllare il distanziamento sociale ed evitare assembramenti.

La pandemia ha riportato altresì al centro dell’attenzione l’impatto dell’ uomo sul pianeta ed il turismo sarà un turismo sostenibile.

Qualche idea? 

I parchi nazionali italiani sono un’attrazione interessante per abbinare un soggiorno lontano dai grandi affollamenti ed attività guidate di esplorazione della natura; ricordiamo lo Stelvio, il Gran Paradiso, le Cinque Terre, il parco del Gran Sasso, la Maiella.

Per non parlare dei suggestivi siti archeologici dislocati nel nostro Paese, come i Fori Imperiali di Roma, Pompei, la Valle dei Templi ad Agrigento, il Parco Archeologico di Selinunte (TP) o quello di Volterra.

Volete invece vacanze meno avventurose ma sempre all’insegna del green? Fanno al caso vostro gli agriturismi, di cui c’è l’imbarazzo della scelta (oltre 24.000 strutture lungo tutta la penisola); spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari e con un numero contenuto di posti a tavola e con ampi spazi all’aperto, piscine e comfort di ogni tipo.

In sintesi, i viaggiatori del 2020 saranno sensibili alla salute e alla sicurezza, attenti al budget; del 70% di italiani che asseconderanno la voglia di vacanza, il 90% rimarrà quindi in Italia.

Un problema o un limite? Assolutamente no visto che il nostro Paese offre una vasta e colorata scelta di destinazioni, per tutti i gusti, dal mare alla montagna, passando per le città d’arte. È l’occasione giusta per visitare le bellezze presenti nel nostro territorio e perché no, favorire l’economia interna che ha subito una forte battuta d’arresto a causa dei mesi di lockdown!

Quest’ anno ricercheremo la sicurezza, la voglia di tranquillità e di sostenibilità ambientale ed economica che si sposa con la (ri)scoperta di un grande patrimonio ambientale e culturale, quello italiano, spesso dimenticato o a cui non diamo la meritata attenzione!!

LA DIETA CHE CONSILIA GUSTO E SALUTE: LA DIETA MEDITTERANEA

La dieta mediterranea è un sistema nutrizionale basato sulle abitudini alimentari dei Paesi che si affacciano, per l’appunto, sul Mediterraneo e che condividono tradizionalmente la disponibilità degli stessi alimenti derivati dall’agricoltura, dalla pastorizia e dalla pesca.

Il concetto di dieta mediterranea venne introdotto negli anni ’50 del secolo scorso, dall’americano Ancel Keys, fisiologo che studiò e dimostrò come un’alimentazione basata sulle tradizioni culinarie di questa zona avesse benèfici effetti su salute e longevità delle persone.

Ciò che la rende così unica e preziosa sono le sue caratteristiche, che vanno ben oltre i cibi e piatti proposti e la rendono un vero e proprio stile di vita, tanto da diventare dal 2010, patrimonio culturale immateriale dell’umanità per l’ UNESCO.

Essa è diventata sinonimo di alimentazione equilibrata e bilanciata ed è spesso portata come esempio di regime da adottare per mantenersi in salute e combattere le cosiddette “malattie del benessere”, quali tumori, diabete e patologie cardiovascolari. Tra i principali benefici che la dieta mediterranea è in grado di apportare all’organismo troviamo infatti: un elevato apporto vitaminico, un effetto antiossidante, un aiuto nel contenimento dei livelli glicemici e di colesterolo del sangue e nella prevenzione dell’insorgenza di malattie degenerative, quali il morbo di Alzheimer, Parkinson e SLA.

Ma quali sono gli elementi che la rendono così unica e che ne determinano i tanti decantati benefici?

• largo utilizzo di cereali, pasta, pane, ortaggi di stagione e legumi;

• frequente impiego di pesce, latticini e formaggi;

• frutta fresca come dessert giornaliero, dolci contenenti zuccheri o miele poche volte la settimana;

• consumo razionale di olio d’oliva (condimento da preferirsi in assoluto), frutta, uova e frutta oleosa, carni bianche;

• carni rosse in minime quantità e vino consumato in quantità modesta e moderata, generalmente durante il pasto.

La predilezione per questi elementi ha dato origine alla seguente ripartizione dei macronutrienti: circa 60% carboidrati, 25-30% grassi e 10-15% proteine.

In sostanza, si nota la prevalenza di carboidrati tratti soprattutto da cereali e legumi, dunque a basso indice glicemico, accompagnati da grassi provenienti da fonti amiche della salute (soprattutto olio extravergine d’oliva) e proteine di origine sia vegetale che animale.

Completa ed equilibrata, la dieta mediterranea non esclude nessun alimento, non annoia di certo il palato e porta sulle nostre tavole una variegata e gustosa scelta di alimenti…

…la dimostrazione concreta che si può mangiare sano senza dover rinunciare al piacere della buona cucina!!te “malattie del benessere”, quali tumori, diabete e patologie cardiovascolari. Tra i principali benefici che la dieta mediterranea è in grado di apportare all’organismo troviamo infatti: un elevato apporto vitaminico, un effetto antiossidante, un aiuto nel contenimento dei livelli glicemici e di colesterolo del sangue e nella prevenzione dell’insorgenza di malattie degenerative, quali il morbo di Alzheimer, Parkinson e SLA.

Ma quali sono gli elementi che la rendono così unica e che ne determinano i tanti decantati benefici?

• largo utilizzo di cereali, pasta, pane, ortaggi di stagione e legumi;

• frequente impiego di pesce, latticini e formaggi;

• frutta fresca come dessert giornaliero, dolci contenenti zuccheri o miele poche volte la settimana;

• consumo razionale di olio d’oliva (condimento da preferirsi in assoluto), frutta, uova e frutta oleosa, carni bianche;

• carni rosse in minime quantità e vino consumato in quantità modesta e moderata, generalmente durante il pasto.

La predilezione per questi elementi ha dato origine alla seguente ripartizione dei macronutrienti: circa 60% carboidrati, 25-30% grassi e 10-15% proteine.

In sostanza, si nota la prevalenza di carboidrati tratti soprattutto da cereali e legumi, dunque a basso indice glicemico, accompagnati da grassi provenienti da fonti amiche della salute (soprattutto olio extravergine d’oliva) e proteine di origine sia vegetale che animale.

Completa ed equilibrata, la dieta mediterranea non esclude nessun alimento, non annoia di certo il palato e porta sulle nostre tavole una variegata e gustosa scelta di alimenti…

…la dimostrazione concreta che si può mangiare sano senza dover rinunciare al piacere della buona cucina!!

ECCELLENZE ITALIANE E OPPORTUNITÀ LAVORATIVE: ENERGY ITALY

Siamo nell’era dell’informazione digitale, il mondo del lavoro è in continua evoluzione e per questo serve acquisire nuova consapevolezza e divulgare l’importanza della predisposizione al cambiamento.

Molte persone al giorno d’oggi lavorano per sopravvivere e sono in una situazione di continua emergenza. Quante volte si sentono frasi del tipo: “non arrivo più a fine mese!”, “è il 15 del mese e già ho finito tutti i soldi“, “questo mese non mi hanno ancora pagato“, “speriamo di farcela anche questo mese!“ 

Praticamente quando finiscono i soldi c’è ancora tanto mese da affrontare.

Frasi tristemente famose…

Esiste allora una soluzione a questa condizione? Un’opportunità per chiunque voglia osare, per tutti quelli che credono nei propri sogni e sono determinati a raggiungerli?

La risposta è sì. Esiste una tipologia di attività che può essere affiancata alla propria occupazione principale e che consente a chi vuole mettersi in gioco, di ottenere importanti risultati a livello professionale. 

Oggi parliamo di un’azienda, Energy Italy, Leader a livello nazionale in ambito di produzione di energia rinnovabile e di risparmio energetico, che proprio negli ultimi mesi si è affermata in maniera importante sul mercato nazionale, per quanto riguarda l’opportunità offerta dal Decreto Rilancio, relativamente al Superbonus 110% per la ristrutturazione completa degli edifici (vedi articolo a pagina 6).

La forza di Energy Italy risiede nel suo sistema organizzativo, vantando una rete commerciale di oltre 350 Consulenti e Manager, sempre aperta all’inserimento di nuove e brillanti figure, in tutta Italia.

Si tratta di un sistema meritocratico che garantisce una grande prospettiva di carriera a chi porta risultati tangibili. Tuttavia, allo stesso tempo, quella del consulente Energy Italy è un’attività estremamente flessibile: non ci sono orari da rispettare, ma solo obiettivi personali, professionali ed economici, che consentono l’organizzazione del proprio tempo in base alle proprie esigenze personali, il tutto grazie anche al supporto di una grande scuola di formazione, a disposizione di tutta la rete: Energy Academy.

Cosa intendiamo per “Formazione”? Intendiamo una serie di corsi e percorsi formativi, tenuti da esperti del settore, volti all’acquisizione delle competenze necessarie per svolgere l’attività, alla crescita personale e professionale e, infine, alla crescita del gruppo.

Proprio su questa base si fonda lo scopo di Energy Academy: fornire una formazione tecnica, commerciale, comportamentale e attitudinale a tutti coloro i quali vogliono intraprendere l’attività di consulente Energy Italy.

Possiamo dire che si tratta senz’altro di un’opportunità lavorativa da tenere in considerazione e, perché no, da cogliere al volo, non solo per il suo sistema flessibile e per le opportunità di carriera offerte, ma anche per il settore i cui opera l’azienda, un settore con il fine nobile della salvaguardia dell’ambiente, in continua crescita in un periodo di incertezza economica come questo.