CORPO E MENTE INDISSOLUBILMENTE LEGATI – INTERVISTA A ROBERTO INGOGLIA

“Mens sana in corpore sano” è la notissima espres- sione latina tratta dalle Satire del poeta Giovenale, risalenti al 1° secolo d.C..
Già nel più remoto passato utilizzata per identificare la stretta re- lazione tra benessere fisico e mentale, ancora oggi rappresenta una grande verità. Studi scientifici dimostrano infatti che i bambi- ni che praticano sport ottengono maggiori risultati a scuola e che gli adulti che seguono una corretta alimentazione e praticano un regolare esercizio fisico siano più produttivi sul lavoro.

In questo numero di Atlas Magazine abbiamo voluto intervistare Benedetto Roberto Ingoglia, un imprenditore originario della Si- cilia che opera nel mercato delle energie rinnovabili e che riesce a coniugare al meglio famiglia, lavoro e tempo libero, durante il quale si dedica a una recente passione: la corsa.

M: “Ciao Roberto, sappiamo che la corsa è un hobby che hai intrapreso da poco tempo. Cosa ti ha incentivato ad iniziare a correre?”
R: “Ciao Marco, grazie per avermi invitato a questa intervista. Beh, possiamo dire che, anche se in passato non ho mai praticato attività sportive con la giusta costanza, ho sempre avuto delle pas- sioni, durate però stagioni più o meno brevi, tipo lo sci d’inverno o le immersioni d’estate.

La scintilla della corsa è scattata durante un bellissimo corso di formazione da me frequentato a Montecarlo, nel novembre 2019, durante il quale, tra i vari argomenti riguardanti la leader- ship, veniva spiegata bene l’importanza di tenersi in forma, al fine di essere sempre più produttivi anche nella propria attività lavorativa, che affermava chiaramente il concetto “mente sana in corpo sano”.
Concetto, a me noto da tempo, ma evidentemente in quell’occa- sione il relatore è stato più incisivo, inserendo tra i programmi di formazione, quello relativo alla partecipazione alla maratona di New York, corso comprensivo di preparazione tecnica adeguata per coloro i quali, come me, non avevano mai corso prima. Così mi sono creato la sfida.
Quindi, grazie anche a degli amici che da anni praticano questo sport, mi sono iscritto a un’associazione sportiva del mio paese natio, Partanna (in provincia di Trapani) e ho iniziato ad allenarmi. Tutto questo alla veneranda età di 56 anni.“

M: “Dimostrazione che non è mai tardi per acquisire nuove buone abitudini! Che emozioni provoca la corsa?”
R: “Le emozioni sono soggettive. Nel mio caso, posso dire che la corsa mi crea principalmente un senso di forza, libertà ed euforia: il cosiddetto “Runner’s high”, la sensazione di poter continuare a correre senza limiti, che mette in secondo piano la fatica e i dolori muscolari.

In effetti, è scientificamente provato che il nostro cervello durante la corsa produce endorfine in grado di far diminuire la stanchezza dovuta alle lunghe distanze. Quando corro mi sento libero, privo di pensieri e paradossalmente molto concentrato. È proprio durante la corsa che mi vengono in mente nuove idee che subito dopo razionalizzo e metto in pratica.”

M: “L’allenamento non è tutto… segui una dieta particolare? O semplicemente cerchi di evitare qualche alimento?”
R: “È risaputo che una dieta sana ed equilibrata aiuta molto nelle prestazioni. Su questo devo sicuramente migliorare. Diciamo che sono veramente impeccabile solo qualche giorno prima del- la gara: evito alcolici e cibo “spazzatura”, alterno carboidrati (che vanno bene sia prima che dopo la corsa), e proteine, mangio anche tanta frutta.”

M: “Fisico, ma anche testa. Cosa fai per tenere alta la mente?”
R: “Il fisico è solo la base. Poi, nel mio caso, iniziando a 56 anni uno sport così duro, possono sorgere diversi problemi fisici. Il primo anno, li ho avuti tutti! Dal mal di schiena, alla tendinite, a traumi muscolari e molto altro. Però sono una persona convinta del fatto che ciò che non uccide fortifica; quindi, non mi sono mai fermato e ho continuato ad allenarmi e ad andare avanti con perseveranza e costanza.

È la testa, il cervello, che ti fa fare la differenza: solo se sei convinto di quello che fai e sai dove vuoi arrivare, riesci a ottenere tutto ciò che è nelle tue capacità fisiche.
La mia vera forza sta nella concentrazione e nella visualizzazione mentale di quello che sarà il risultato finale. Quando riesci a concentrare tutte le tue energie mentali in quella direzione allora il risultato è garantito.

Il consiglio che do a tutti è proprio questo: visualizzare l’arrivo di ogni gara e vedersi euforici nel momento in cui si taglia il traguardo.
Così, soprattutto nei momenti più duri e più critici, si troverà la forza per proseguire e raggiungere il risultato previsto. Posso garantirvi che questa tecnica funziona per tutto, non solo per lo sport.”

M: “Un concetto bellissimo quest’ultimo. È interessante vedere come si può applicare lo spirito sportivo a tutti gli altri ambiti della vita. Sembra tutto perfetto. Ma dicci, come fai a conciliare tutti i tuoi impegni lavorativi e familiari con lo sport? Come riesci a trovare il tempo?”

R: “Mi hanno insegnato che una regola fondamentale per essere un bravo imprenditore è la delega, alla quale però deve seguire un accurato controllo. Aver delegato diverse attività mi consente oggi di ritagliare il tempo da dedicare all’allenamento.
La corsa stimola in me nuove idee e soluzioni lavorative, quindi, è sempre tempo dedicato al lavoro. In definitiva, un imprenditore resta sempre collegato mentalmente con i propri impegni, anche mentre fa altro. Questo per quanto riguarda gli allenamenti.

Le gare, invece, si svolgono di domenica e spesso lontano da casa, togliendo tempo che di norma dedico ai miei cari.
Ma come ho detto in tante altre occasioni, la mia fortuna è quella di avere una famiglia che mi segue e mi supporta in tutto, anche nelle mie passioni! Quando è possibile mi segue durante le gare, trasformando una normale domenica in una straordinaria giornata, ricca di emozioni. Questa credo sia la cosa più bella, che ogni persona vorrebbe avere.”

M: “Lavoro, sport, ma soprattutto famiglia, grazie Roberto. Abbiamo un’ultima domanda, rivolta al futuro, per quanto riguarda la tua passione della corsa. Quali sono gli obiettivi che vuoi raggiungere nei prossimi anni?”

R: “Ho iniziato questo sport pensando di partecipare alla Maratona di New York, cosa che, purtroppo, a causa degli eventi pandemici, non sono ancora riuscito a realizzare.

Con l’augurio che tutto possa tornare alla normalità quanto pri- ma, posso assolutamente affermare che mi piacerebbe partecipare alle maratone di tutte le capitali europee, Londra in primis, ma New York resta assolutamente la meta più ambiziosa!”

CORPO E MENTE MANO NELLA MANO…

Spesso una sana alimentazione e una frequente attività fisica non bastano per rendere la nostra vita del tutto appagante e soddisfacente. 

Durante le nostre giornate, siamo così presi dalla frenetica routine che non troviamo mai il tempo per fermarci e ricaricare le batterie. 

Trovare il tempo di fare qualcosa di piacevole, produttivo e utile per la nostra persona e che addirittura accresca le nostre capacità e le nostre competenze sembra fin troppo difficile! 

Ebbene, per risolvere questo problema basta pensare che la nostra mente, come il nostro corpo, ha bisogno di allenamento e deve essere sempre aggiornata. Non si smette mai di imparare! 

E allora, cosa dobbiamo fare per raggiungere il livello massimo del nostro benessere psicofisico? 

Semplice! Investire nella formazione! 

Con il termine “formazione” si intendono corsi attitudinali e comportamentali tenuti da professionisti, con esperienza diretta sul campo, in grado di trasmettere valori, metodi e strategie che migliorano le nostre competenze in determinati ambiti. 

Esistono corsi e percorsi di tutti tipi, che rispondono alle più svariate esigenze: dalle giornate dedicate alla PNL ai master specifici sulle tecniche di vendita. 

Essere credibili e affidabili, trasmettere empatia o anche solo sapere che tipo di linguaggio utilizzare a seconda delle circostanze, sono competenze che si acquisiscono nel tempo, con lo studio e l’esperienza. 

Energy Academy srl è la realizzazione di tutto ciò, sottoforma di scuola di formazione, aperta sia ad aziende che a privati. 

Il suo metodo formativo definito con l’acronimo A.P.I. (Azione Pratica Immediata) consiste nell’aiutare le persone nella loro crescita personale, fornendo metodi pratici da utilizzare quotidianamente nella vita privata e nel lavoro. 

La competenza e l’alta qualità della formazione erogata costituiscono un fattore determinante per la filosofia di Energy Academy, che unisce l’esperienza ventennale di esperti formatori ad un Team di Trainer esterni altamente qualificati, scelti tra le più importanti scuole di Formazione. 

I corsi proposti riguardano argomenti specifici, quali: 

COACHING INDIVIDUALE, un processo di training e affiancamento personalizzato a tappe, basato su una metodologia di formazione individuale; 

EMPOWERMENT, corsi interattivi e coinvolgenti con molte esercitazioni che permettono di lavorare sulla propria persona; 

FORMAZIONE RETE VENDITA, per creare, gestire e mantenere una rete vendite; 

PNL, per imparare a riconoscere e comprendere gli stati emotivi del tuo interlocutore; 

PROBLEM SOLVING, per la risoluzione dei problemi in svariati ambiti; 

PUBLIC SPEAKING, per migliorare le proprie capacità oratorie ed imparare ad entrare in sintonia con il proprio pubblico; 

TRAIN THE TRAINER, per imparare a gestire l’aula, migliorare la propria capacità comunicativa e gestire le situazioni impreviste, i partecipanti più difficili e i metodi innovativi più adatti ai diversi contesti. 

Come potete notare, ce n’è davvero per tutti. 

Cosa aspettate ad individuare il corso che più si addice alla vostra persona? Qual è il percorso che vi potrebbe consentire di fare il salto di qualità nella vostra carriera? O molto più semplicemente, quale sarebbe l’argomento la cui conoscenza appagherebbe le vostre esigenze personali? 

A voi la scelta! 

LE RICETTE DI ATLAS MAGAZINE – Polpette di quinoa con cavolfiore e radicchio

La quinoa, oltre ad essere un piatto molto salutare e adatto alle diete, è anche un ingrediente molto versatile che può essere utilizzato in svariate ricette. 

Oggi la proporremo nella versione di squisite polpette. 

INGREDIENTI PER 2-3 PERSONE

150g di quinoa; 

200g di cavolfiore; 

200g di radicchio; 

1 spicchio d’aglio; 

1 uovo; 

40g di parmigiano gratuggiato; 

olio EVO (consigliato BIO) q.b.; 

120 g di pangrattato; 

Sale q.b.; 

Pepe q.b. 

PROCEDIMENTO

1. Come prima cosa pulite bene il cavolfiore, dividendolo in cimette e cuocetelo in acqua salata bollente (fino a quando la forchetta non lo trapasserà facilmente). Lavate poi il radicchio e tagliatelo in piccolissime striscioline. 

2. Nel frattempo potete tritare lo spicchio d’aglio (o tagliarlo in piccoli pezzetti) e preparate un soffritto in padella insieme a 2 cucchiai d’olio. Aggiungete poi il radicchio e cuocetelo a fiamma vivace per circa 5 minuti. Una volta raffreddato potrete aggiungerlo al cavolfiore schiacciato (con un tritapatate o con una semplice forchetta). 

3. Cuocete poi la quinoa in 300 ml d’acqua, fino a quando non la assorbirà del tutto (15-20 min circa).  Fate raffreddare e unite le verdure, l’uovo e il parmigiano. 

4. A questo punto, mentre fate preriscaldare il forno a 200°, formate le polpette con diametro di circa 3-4cm e passatele nel pangrattato. 

5. Non appena il forno sarà arrivato a temperatura, mettete a cuocere le polpette per circa 10/15 min. Tiratele fuori quando sono belle dorate e servitele calde. 

Per renderle ancora più sfiziose, è possibile aggiungere dello speck tagliato a cubetti o striscioline durante la cottura del radicchio!

FUMO: tutto ciò che c’è da sapere

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Tutti conoscono le conseguenze negative derivanti dal vizio del fumo. 

I nostri familiari ce lo fanno notare continuamente, e anche noi ne siamo molto consapevoli. 

Eppure, non riusciamo a rinunciare al solo rituale di prendere la sigaretta, portarla alla bocca e accenderla. Soprattutto in un momento di stress è la miglior soluzione per tranquillizzarci, per creare una certa stabilità emozionale. Sentiamo subito una sensazione di benessere e siamo impegnati nel fare qualcosa, distraendoci dai nostri pensieri.

Purtroppo, questa momentanea sensazione di benessere non è altro che un avvelenamento continuo del nostro organismo che, a lungo andare, risente di questo stupido vizio.

Affrontiamo allora l’argomento in ogni suo ambito, in modo tale da toglierci ogni dubbio e convincerci finalmente che è arrivato il momento di smettere!

NORMATIVE

In Italia il diritto alla salute è sancito dall’articolo 32 della Costituzione. E siccome non c’è nulla di meno salutare del fumo della sigaretta, la legge ha deciso di imporre ai produttori di sigarette di riportare sui pacchetti diciture come “IL FUMO UCCIDE” o “IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE A TE E ALLE PERSONE CHE TI CIRCONDANO”, al fine di sensibilizzare i fumatori e di ricordargli di evitare quantomeno di fumare vicino ad altre persone. 

In alcuni stati queste diciture sono sostituite addirittura da foto choc come una trachea bucata, polmoni neri, denti corrosi, bimbi in pericolo, eccetera eccetera, in quanto convinti che le immagini (comunicazione non verbale) producano un effetto molto più profondo. 

Tra le altre normative ritroviamo poi il divieto di fumare in molti luoghi pubblici (scuole, ristoranti, treni, cinema, ecc.) e il divieto di vendita di sigarette ai ragazzi minori di 16 anni (in altri Stati l’età minima è di 21 anni) e di pubblicità. In riferimento al primo caso, la Corte Costituzionale ha stabilito che in ogni caso “ove si profili una incompatibilità tra il diritto alla tutela della salute, costituzionalmente protetto, e i liberi comportamenti che non hanno una diretta copertura costituzionale, deve ovviamente darsi prevalenza al primo.” (sentenza della Corte Costituzionale n.399).

Quindi, il diritto di respirare aria pulita viene prima del diritto di “assaporarsi” una sigaretta.

Elenco Leggi principali

Regio decreto del 24 Dicembre 1934, n. 2316 – art.25Vieta la vendita di sigarette e tabacco ai minori di 16 anni.
Articolo 41 della Costituzione ItalianaStabilisce limiti al commercio di prodotti che recano danno alla collettività o all’individuo.
Articolo 32 della Costituizione ItalianaSancisce il diritto alla salute.
Legge n.584 dell’ 11 novembre 1975Vieta di fumare in determinati luoghi.
Decreto legislativo n.626 del 19 settembre 1994Il datore di lavoro ha l’obbligo di tutelare (in senso generale e dagli agenti cancerogeni) la salute dei suoi dipendenti.
Circolare del ministero della sanità (28 Marzo 2001, n.4)Interpretazione ed applicazione delle leggi vigenti in materia di divieto di fumo.
Invito alle Istituzioni ad applicare e far appicare le leggi.
Elenco esemplificativo e dettagliato (al Marzo 2001) dei luoghi dove è espressamente vietato fumare

TECNICHE PER SMETTERE DI FUMARE (PIU’ O MENO EFFICACI)

CEROTTO ALLA NICOTINA

Tutti conosciamo i famosissimi cerotti che, una volta applicati sulla cute, liberano lentamente nicotina nel nostro organismo.

E’ infatti la nicotina contenuta nelle sigarette che crea dipendenza dal fumo e che, una volta smesso di fumare, creano veri e propri sintomi di astinenza come:

– irritabilità e perdita di concentrazione;

– depressione;

– mal di testa,

– aumento di peso;

– vertigini;

– ansia e insonnia.

Di solito si inizia la terapia con dei cerotti ad alta concentrazione di nicotina, da utilizzare nelle prime settimane, per poi passare a dosi più “leggere”.

Lo scopo è quindi quello di placare i sintomi da astinenza, facendoci superare il bisogno fisico di fumare.

Tuttavia, questo rimedio non basta da solo: dal punto di vista psicologico è necessaria una grande forza di volontà e di determinazione personale, perchè altrimenti non si riuscirà ad eliminare del tutto il desiderio di una sigaretta.

VANTAGGI DEL CEROTTO

– E’ discreto: può essere applicato sotto i vestiti e quindi essere nascosto alla vista;

– è efficace e semplice da utilizzare;

– prezzo contenuto;

– essendo disponibile in diversi formati, permette una terapia personalizzata per ciascun fumatore.

SVANTAGGI DEL CEROTTO

– Se non viene calcolata bene la dose necessaria è possibile che si presenti la voglia di fumare anche durante la terapia;

– può creare reazioni allergiche;

– non è sufficiente come “unico” rimedio

SIGARETTA ELETTRONICA

Sempre più spesso ci capita di entrare in un bar e di incontrare persone che, a prima vista, sembra proprio che stiano fumando. Ma guardando con più attenzione ci rendiamo conto che si tratta delle cosiddette “sigarette elettroniche”.

Queste altro non sono che apparecchi elettronici composti da quattro parti principali, che consentono l’aspirazione di una soluzione liquida contenente, tra i vari “ingredienti” anche nicotina (in alcune versioni non presente). 

Viene solitamente utilizzata come alternativa alla sigaretta, non come vero e proprio metodo per smettere.

VANTAGGI DELLA SIGARETTA ELETTRONICA

– Se presente, la nicotina è l’unica sostanza tossica contenuta nella sigaretta;

– non produce fumi o sostanze cancerogene;

– consente un notevole risparmio rispetto all’acquisto di classiche sigarette;

– inquinamento ambientale ridotto.

SVANTAGGI DELLA SIGARETTA ELETTRONICA

– Ha un gusto spesso poco gradevole;

– non elimina definitivamente la dipendenza da nicotina;

– non sono ancora disponibili studi a lungo termine sui suoi effetti.

Formula Chimica del Bupropione

BUPROPIONE

E’ un farmaco che non contiene nicotina, ma aiuta a ridurne i sintomi di astinenza. Si tratta di un antidepressivo che nella maggior parte dei casi aiuta in maniera rilevante a smettere di fumare.

Di solito si inizia ad assumerlo un paio di settimane prima di smettere totalmente di fumare.

VANTAGGI DEL BUPROPIONE

– Non contiene nicotina;

– riduce il bisogno di fumare;

– alte probabilità di riuscire a smettere di fumare.

SVANTAGGI DELLA SIGARETTA ELETTRONICA

– Insonnia;

– nausea;

– ansia e/o depressione;

– perdita di peso (a volte grave)

Molti sono gli strumenti che possono aiutarci a smettere di fumare… Tuttavia, è fondamentale una grande determinazione di base.

E siccome non possiamo consigliarvi quale metodo è migliore dell’altro, possiamo senz’altro aiutarvi ad aumentare la vostra forza di volontà! 

Come? Elencandovi tutti i benefici che trarrete una volta eliminato questo pessimo vizio dalla vostra routine!

– Dopo meno di mezz’ora: la pressione torna alla normalità;

– dopo 72 ore: noti un netto miglioramento della respirazione;

– dopo una settimana: percepisci meglio sapori e odori e la nicotina è stata espulsa del tutto dal tuo organismo;

– dopo 3 mesi:  i tuoi polmoni riacquisiscono la capacità di autopulirsi e la circolazione migliora notevolmente;

– dopo un anno:  hai dimezzato il rischio di malattie cardiache e hai risparmiato più o meno 1.500€. COMPLIMENTI, SEI UN NON FUMATORE!               

Ogni sigaretta in meno è un passo in più verso il tuo benessere!

LE COMUNITÀ ENERGETICHE: QUANDO L’UNIONE FA LA FORZA!

In un periodo di cambiamenti climatici, digitalizzazioni e rivoluzioni della nostra società, il settore dell’energia rinnovabile non poteva rima- nere fermo o indifferente.
Partendo dalle basi, dalle fondamenta se vogliamo ossia l’individuo, è immerso nella società e creato dalla stessa come “consumatore”: consuma prodotti, tempo, servizi e, infine, energia.

L’individuo, infatti, finora si è affidato a grandi aziende che avevano come obiettivo quello di distribuire a tutta la rete di clienti “consumato- ri” la propria fornitura, che sia di luce, gas e via dicendo (per intenderci quelle che noi intendiamo come utenze).

Ma appunto come da inizio articolo la società vive il cambiamento ogni giorno e ogni tema, settore e ambiente quotidiano non ne resta escluso ma viene in qualche maniera risucchiato, perché la natura affascinante del genere umano è quella di non fermarsi, sia nel bene che purtroppo anche nel male. Ma rimaniamo concentrati su quello che è il lato posi- tivo.

Con l’avvento dell’innovazione tecnologica e per contrastare quella che è la minaccia più concreta e pericolosa che si sia affrontata sinora, ossa l’inquinamento da CO2 (anidride carbonica), l’individuo e la società in cui esso è immersa hanno creato i pannelli fotovoltaici, i solari termici, i sistemi di accumulo e potrei andare avanti per molto ancora. Tutti si- stemi che lavorano in maniera armoniosa per ridurre l’impatto negativo che ha, ancora una volta, l’uomo.

E le società? Che altro cambiamento potrebbe subire per l’obiettivo fina- le? Quali stimoli arrivano dall’individuo?
Grazie agli impianti sopra citati infatti, senza andare troppo nel tecni- co, l’individuo non solo ha la possibilità di ridurre l’impatto sulla Terra, risparmiando energia e emissioni CO2, ma anche la possibilità di ac- cumularne l’energia e poterla utilizzare in seguito: l’introduzione dei sistemi di accumulo da collegare ai propri impianti fotovoltaici permette di consumare l’energia al bisogno, minimizzandone l’incostanza nella produzione a seconda delle fasce orarie o delle zone geografiche. Una rivoluzione, un’altra.

Qui cambiano le carte in tavola, l’individuo che abbiamo menzionato ad inizio articolo non è più un soggetto passivo della società del consumo ma diventa anche soggetto attivo, in grado sicuramente di consumare ancora energia ma anche diventare “produttore”, in una parola: prosu- mer.

Arriviamo dunque al tema centrale dell’articolo, ossia le comunità ener- getiche. È servito un grande preambolo per introdurre l’argomento più importante, proprio per giustificarne la nascita e capirne ancora meglio la grande innovazione che stiamo vivendo. Ma andiamo con ordine.

Che cosa sono le Comunità Energetiche?

Una Comunità Energetica (o Energy Community) è un insieme di persone che condividono energia rinnovabile e pulita, in uno scambio tra pari. Diventano quindi la rappresentazione di un modello inno- vativo per la produzione, la distribuzione e il consumo di energia pro- veniente da fonti rinnovabili. Questo modello fonda i suoi valori sulla lotta allo spreco energetico e sulla condivisione di un bene fon- damentale a un prezzo concorrenziale, grazie all’innovazione che sta rivoluzionando il mercato dell’energia.

Tutto questo si ricollega inevitabilmente ad un altro fattore già citato: la digitalizzazione.
Il mondo digitale, come quello del web, permette una connessione a nodi, peer to peer. Si passa dal classico gestore delle utenze che di- stribuisce a tanti individui il proprio servizio con la trasmissione one-to- many a una rete digitale decentralizzata, con collegamenti one-to- one e many-to-many.

Questa rete è intelligente nella misura in cui incorpora, oltre ai neces- sari sensori di misura, i complessi algoritmi dell’intelligenza artificiale permettendo la partecipazione attiva anche del singolo cittadino.
Ma giustamente viene da domandarsi come un individuo possa pratica- mente sostituire un gigante tradizionale che distribuisce a tante perso- ne una grossa quantità di energia?

Attraverso la Smart Grid, grazie alla quale ognuno può diventare parte di una comunità energetica: chi possiede un impianto fotovoltaico con- nesso in rete (ed è quindi un prosumer) può condividere con altri con- sumatori (consumer) la sua energia in eccesso. Chiunque può far parte di una di queste comunità che condividono energia pulita, abbattendo così gli sprechi energetici, le bollette e la propria impronta di carbonio.

Questo ovviamente non si applica solo nel nostro territorio ma anche in altri Paesi, anzi in realtà l’Italia è solo uno degli ultimi ad accedere a questo modello innovativo di condivisione energetica. Quello che più ci interessa però è: in Italia come si può entrare a fare parte di una comu- nità energetica?

Il Decreto-legge Milleproroghe

In Italia, lo scorso marzo 2020, è entrato in vigore il Decreto Legge Mil- leproroghe che prevede e stabilisce le condizioni sine qua non un indi- viduo non può entrare a fare parte di una comunità energetica e si ispira volutamente alla Direttiva U.E. RED II (che ha come Vision l’energia pro- veniente da FER come indispensabile per un mercato dell’energia equo e sostenibile, basato su economia circolare, che promuova l’in- novazione tecnologica e porti al contempo benefici ambientali, sociali, sanitari ed economici). Prima di elencarvi le condizioni spiegate dal Decreto Milleproroghe, è altresì giusto sottolineare come quest’ultimo è anche soggetto ad un’evoluzione: dal primo di luglio ci saranno delle semplificazioni, infatti, sulle quali vi terremo aggiornati!

Scopriamo quindi cosa serve per entrare a far parte di una comunità energetica:

1. Obiettivo
Innanzitutto, l’obiettivo primario deve essere quello di fornire be- nefìci ambientali, economici o sociali alla comunità stessa e all’area locale in cui questa opera. Questa comunità non deve quindi tendere a profitti economici: l’autoconsumo collettivo di energia non deve essere la principale fonte di reddito di chi cede l’energia (i cosiddetti prosumer, appunto).

2. Accesso
La partecipazione a tali comunità deve essere aperta a tutti, anche a chi non è in possesso di un impianto (i cosiddetti consumer), purché i punti di immissione e prelievo siano ubicati su reti elettriche sottese alla stessa cabina di trasformazione media/bassa tensione.

3. Impianti

I prosumer che condividono l’energia da FER (Fonti Energetiche Rinno- vabili), devono produrla con impianti di potenza complessiva infe- riore a 200kW, attivati successivamente all’entrata in vigore del D.L. Milleproroghe e quindi connessi alla rete successivamente al 1° marzo 2020. La condivisione deve avvenire attraverso la rete distributiva esistente con lo scopo dell’autoconsumo istantaneo anche con l’ausilio di sistemi di accumulo.

4. Contratto
I rapporti di condivisione devono essere regolati attraverso un con- tratto di diritto privato. I consumer possono decidere in qualsiasi momento di lasciare la comunità energetica, onorando i contratti con- cordati precedentemente con i prosumer.

L’impatto ambientale delle Comunità Energetiche

Spiegate quindi le regole del gioco, bisogna per forza capirne l’impor- tanza, ossia: cosa succederà quando le Energy Communities si diffonderanno capillarmente anche in Italia?
A rispondere a questa domanda nella maniera più oggettiva e precisa ci ha pensato lo studio dell’European House Abrosetti (assieme al Politecnico di Milano) con una previsione che si stima essere delle più rosee. Infatti, con una penetrazione del 5% delle 500mila Comunità Energetiche potenziali prevede una riduzione delle emissioni di CO2 di 3,6 milioni di tonnellate. Per i membri delle Energy Community il beneficio economico complessivo potrebbe essere di due mi- liardi di euro all’anno, considerando i ricavi dell’energia immessa, il risparmio sull’acquisto al netto dell’investimento tecnologico iniziale.

Un risultato che ha dell’incredibile ma che in fin dei conti non lascia troppo sorpresi. La forza dell’uomo nel creare valore con la comunità non è assolutamente un segreto, infatti, e i risultati sono stati sempre fonte di ispirazione per un mondo migliore, sia in termini di economia che di etica. Le Comunità Energetiche sono l’ennesimo esempio di un grande passo avanti, segno del fatto che la Terra può avere ancora speranza, segno del fatto che l’umanità è l’unica in grado di cambiare il suo destino.

IL COMMERCIO INTERNAZIONALE TRA PANDEMIA, RIPRESA E CANALE DI SUEZ

L’export è una chiave per capire lo stato di salute delle imprese e pertanto di ciascun Stato. Lo scenario internazionale in periodo COVID-19 è caratterizzato da nuovi segnali di protezionismo posti in essere dai almeno 80 paesi nel mondo, al fine di tutelare le imprese, prodotti, servizi nazionali e per contro sfavorire le importazioni con l’introduzione di restrizioni commerciali varie. Il Commissario UE al Commercio – l’irlandese Phil Hogan – rimane convinto come il commercio internazionale debba essere un pilastro della prossima ripresa economica, con una adeguata protezione delle imprese europee più delicate da eventuali svendite e pretendere parità di accesso al mercato, con la riduzione o eliminazione di tariffe e incoraggiando la riduzione di qualsiasi barriera la commercio. I temi dello sviluppo del settore digitale e della attenzione alla sostenibilità ambientale rimangono sempre di attualità e da incoraggiare.

Sono le previsioni, su dati Oxford Economics, la ripresa delle esportazioni, per le imprese italiane, potrà partire nel quarto trimestre di quest’anno. Non per tutti i settori e verso qualsiasi stato: 

  • si segnalano i settori agroalimentare, farmaceutico e delle apparecchiature medicale tra quelli con alto tasso di successo;
  • così come si segnalano i settori del turismo, logistica trasporto e automotive tra quelli più colpiti e con ripresa lenta;
  • mentre ripartiranno gradualmente e con il fattore “fiducia” consolidato, anche i settori dell’alta moda, gioielleria, design e arredi;
  • i Paesi come la Cina, il Vietnam o le Filippine, così come la Germania saranno tra le prime mete dell’Export italiano;
  • nonché, fuori dall’UE, avranno ottime prospettive di sbocco per l’Export Italiano: gli Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita (malgrado i minori incassi dal petrolio), il Perù, la Colombia e il Cile (paesi dell’America latina ove l’Italia realizza molte infrastrutture).

La pandemia ha evidenziato la criticità legata al blocco delle filiere nelle forniture di beni a livello internazionale con conseguenti ritardi nell’approvvigionamento di merci e necessità per tutti i paesi di ripensare alle produzioni nazionali interne di tutti i componenti di un bene, con possibili maggiori costi iniziali a anche possibili positivi effetti sul comparto innovazione, stimolo a nuova occupazione e attrazione di giovani talenti.

Le normative europee – tra cui il Recovery Fund – puntano ad una condivisione delle nuove politiche economiche volte al superamento della pandemia.

Così come per l’Italia,  il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza  (PNRR) appare lo strumento per cogliere la grande occasione del Next Generation EU e rendere l’Italia un Paese più equo, verde e inclusivo, con un’economia più competitiva, dinamica e innovativa. Un insieme di azioni e interventi disegnati per superare l’impatto economico e sociale della pandemia e costruire un’Italia nuova, intervenendo sui suoi nodi strutturali e dotandola degli strumenti necessari per affrontare le sfide ambientali, tecnologiche e sociali del nostro tempo e del futuro. Questi i focus, in preparazione la strategia complessiva che mobiliterà oltre 300 miliardi di euro: una occasione cruciale e decisiva per il nostro futuro. Un ambizioso pacchetto di investimenti e riforme in grado di liberare il potenziale di crescita della nostra economia, generare una forte ripresa dell’occupazione, migliorare la qualità del lavoro e dei servizi ai cittadini e la coesione territoriale e favorire la transizione ecologica.

23 marzo 2021: la Ever Given, una nave portacontainer di 400 metri di lunghezza e una capacità di 20mila container (proveniente dalla Cina con destinazione Rotterdam e registrata a Panama, gestita da una società tedesca, controllata dalla società taiwanese Evergreen, con equipaggio indiano) si incaglia nel Canale di Suez, bloccando una delle rotte marittime più trafficate al mondo. Un incidente, un evento di “forza maggiore”, una tempesta perfetta che evidenzia l’estrema fragilità del commercio internazionale e vulnerabilità dei trasporti marittimi e in particolare di infrastrutture strategiche come il Canale di Suez.  Secondo notizie di stampa sembra che la Ever Given sia stata investita da un’improvvisa tempesta di sabbia – con conseguenze sulla ridotta visibilità della rotta e manovrabilità della nave – così ostruendo completamente il passaggio da un lato all’altro del canale e creando un ingorgo che rischia di congestionare i porti di mezza Europa.

Un blocco che interessa anche l’Italia, che nel Canale di Suez vede transitare ogni anno circa il 40% di tutto il suo import-export marittimo. Inoltre, in conseguenza dell’incidente e dei possibili disagi nell’approvvigionamento di petrolio – da Suez transita il 7% del commercio mondiale di greggio e il 12% del commercio globale

La catena delle supply chains, già messa a dura prova durante la pandemia e attualmente con la distribuzione dei vaccini, mostra nuovamente la sua vulnerabilità con necessarie riflessioni:

  • sull’incidenza nelle catene di approvvigionamento dei c.d. ‘colli di bottiglia’ (o Checkpoints), percorsi stretti o canali artificiali strategici per le rotte commerciali internazionali tanto di materiali quanto di energie;
  • sui pericoli esistenti da blocchi come questi: navi ferme nei porti e nelle acque internazionali possono essere oggetto di atti di crimini marittimi (es. sequestro di equipaggi), pirateria, attacchi terroristici, incidenti navali;
  • sul tema dei risarcimenti dei danni a carico dei responsabili del blocco e sugli interventi delle varie compagnie assicurative (dai pagamenti delle operazioni di salvataggio ai risarcimenti per i danni provocati dal blocco delle altri navi, delle merci, dal blocco e ostruzione del canale, ecc.);
  • sulla praticabilità di nuove rotte, anche di più lunga percorrenza con conseguenti maggiori costi di trasporto (dai 250 ai 500mila euro in più per viaggio) e dilungamento dei tempi di consegna (almeno dai 12 ai 20 gg in più);
  • sulla configurazioni di nuovi equilibri sullo scacchiere geopolitico, basti pensare a come intere regioni del mondo (Europa compresa) si sono ritrovate senza prodotti di cui, fino al giorno prima, neanche sapevano di avere bisogno: mascherine e dispositivi sanitari, provenienti per almeno inizialmente da Oriente;
  • sulla programmazione delle economie, visto come l’andamento non lineare dell’epidemia ha portato a provvedimenti di lockdown sfalsati tanto a livello mondiale che statale;
  • sul ripensamento verso catene di supply chain più corte e sostenibili a livello interno;
  • sul trend del “gigantismo” delle navi, le maxinavi hanno capacità di trasporto di molta più merce in un solo viaggio e con costi di inquinamento minori per il pianeta (secondo quanto indicato dal International Maritime Organization quanto a efficienza per carico trasportato), ma in caso di incidente portano con sé ripercussioni dannose a cascata per l’intero sistema (basti pensare come vi sono oltre 320 navi bloccate, di cui 30 petroliere, ancorate nelle acque ai due estremi e lungo lo stretto di Suez e come ad oggi si stimano danni di oltre 170milioni di euro richiesti all’armatore della Ever Given da parte delle compagnie marittime le cui unità non hanno potuto imboccare il canale e dai proprietari dei loro carichi).

Commercio internazionale e  globalizzazione in un epoca sempre più digitale mostrano la loro fragilità e vulnerabilità di fronte alla realtà di accadimenti inaspettati ma dirompenti. Occorre una nuova visione dell’ecosistema economico per garantire un futuro più equilibrato al nostro pianeta.

GNOCCHI ALLA SORRENTINA: FAST AND GLUTTONOUS!

Con questa ricetta riuscirete a togliervi lo sfizio di mangiare gli gnocchi in qualsiasi momento! Sono davvero facili e veloci da preparare e super gustosi! Valore aggiunto è la leggerezza, in quanto non è previsto l’utilizzo di farine e uova: condimento variando apprezzeranno la preparazione anche i vegani più incalliti!

Ingredienti (per 2 persone che amano mangiare)!!!

  • 800 gr. di patate (rosse dalla polpa soda e compatta, oppure bianche con una bassa percentuale d’acqua e quindi molto farinose). Non lasciatevi sconvolgere dalla quantità: la ricetta non prevede aggiunta di farina o uova, quindi le dosi sono equilibrate.
  • 80 gr. di fecola di patate.
  • Q.B. di noce moscata da grattugiare al momento (ha un sapore totalmente diverso e vale davvero la pena tenere quest’accortezza).
  • 500 gr. di pomodori pelati (san marzano o datterino se preferite un gusto più dolciastro, nel primo caso aggiungere un pizzico di zucchero mascobado per aggiustare eventuale acidità).
  • 30 ml. di olio extravergine d’oliva per la salsa, più i vari fili da composizione!
  • 4 spicchi d’aglio (da togliere a salsa pronta).
  • 250 gr. di mozzarella “fiordilatte”.
  • 150 gr. di Parmigiano Reggiano da grattugiare al momento. (Quello 36 mesi è il mio preferito! Vi stancherete di leggere che sono viziata su ogni mia ricetta, ma è così ahimè; e spero riusciate a sopportarmi o quantomeno a perdonarmi quando assaggerete il piatto dopo averlo preparato).
  • 15/20 foglie di basilico fresco e profumatissimo!

Primo step tassativo è tagliare a cubetti il fiordilatte e metterlo a scolare in un colino con un peso sopra, di modo da far fuoriuscire più liquido possibile.

Per fare gli gnocchi:

  • Pelare le patate, tagliarle a quadrettoni e metterle in ammollo in acqua fredda corrente.
  • Quando l’acqua risulterà limpida, asciugarle con un canovaccio e poi cuocerle al vapore (io faccio questo passaggio in microonde a 900 watt per quindici minuti).
  • Schiacciare le patate su un piano di lavoro.
  • Aggiungere la fecola, un pizzico di noce moscata (grattata al momento!!!) e il sale.
  • Amalgamare velocemente: ci vorranno due minuti scarsi non di più!!! (La fecola rende il composto elastico e plastico: lo so è una cosa più che meravigliosa!!!)
  • Formare gli gnocchi: fare prima il “vermone”, poi tagliare i tocchi e rigarli.

Per il condimento:

  • In una casseruola antiaderente mettere l’olio e soffriggere l’aglio precedentemente privato dell’anima, a fuoco dolce: non deve bruciare!
  • Una volta dorato, aggiungere i pelati e regolare la fiamma più vivace.
  • Salare e far restringere schiacciando con i rebbi della forchetta i pomodori (io personalmente adoro i pezzettoni che restano). La salsa deve risultare davvero super densa, poiché gli gnocchi di questo tipo sono molto leggeri e non hanno bisogno di troppo liquido, altrimenti in forno continuerebbero a cuocersi e si ammorbidirebbero troppo.
  • Trascorsi indicativamente 15/20 minuti, spegnere il fuoco e aggiungere le foglie di basilico (io ne metto tante e rigorosamente a striscioline sottili che ottengo tagliandole dopo aver avvolto una foglia sull’altra).
  • I puristi inorridiranno, ma a gusto si può azzardare una rivisitazione aggiungendo una grattata di pepe nero oppure sbriciolando del peperoncino secco, subito dopo aver messo i pelati in casseruola.
  • N.B. Questo genere di gnocchi non si può congelare: un difetto dovevano pur averlo…

Per comporre il piatto e fare il gratìn:

  • Cuocere gli gnocchi: stenterete a crederlo, ma vi assicuro che ci vorrà pochissimo! Non farete in tempo a buttarli nell’acqua bollente salata, che già verranno a galla! È davvero così e saranno cotti (neanche 30 secondi)!
  • Scolarli direttamente nella casseruola del sugo, avendo cura di non versare troppa acqua di cottura: ripeto che in forno lo gnocco non deve assolutamente assorbire troppo liquido!!!
  • Aggiungere il parmigiano, 1/3 della mozzarella e amalgamare.
  • Spolverare la pirofila in vetro con del parmigiano grattugiato e aggiungere un filo d’olio.
  • Iniziare a disporre il primo strato di gnocchi.
  • Aggiungere il secondo terzo di tocchetti di mozzarella, poi di nuovo parmigiano grattugiato.
  • Passare poi al secondo strato di gnocchi e ultimare con la mozzarella e parmigiano a valanga!
  • Passare all’immancabile filo d’olio.
  • Infornare per 10’ a 250° con la funzione grill nel forno elettrico.

È più facile e veloce a farsi che a scriverlo/leggerlo!

Consiglio spassionato: contemplare un’altra portata nel menù! È un piatto paradossalmente davvero super leggero che sazierà più la mente che il corpo!

È primavera!

“È primavera, svegliatevi bambine…”

Cantava Alberto Rabagliati nei primi anni 40 del secolo scorso.

“I giardini di marzo si vestono di nuovi colori e le giovani donne in quel mese vivono nuovi amori…”

Cantava Lucio Battisti agli inizi degli Settata.

Ma purtroppo in primavera a fiorire non sono solo gli amori e i fiori ma anche quei fastidiosi pollini che creano allergia a circa il 15-20% della popolazione italiana.

Di seguito alcuni rimedi naturali che ci aiuteranno a vivere questa stagione con la spensieratezza che merita e che ci eviteranno quella sonnolenza causata dagli antistaminici creati nei laboratori farmaceutici.

Ribes nigrum

Antistimico naturale da assumere prima dell’arrivo della bella stagione. In fase preventiva si consigliano 50 gocce al mattino diluite in un po’ di acqua. Si può però prenderne anche altre 50 gocce nel primo pomeriggio.

Vitamina C

È un antistaminico naturale, fondamentale per il funzionamento del sistema immunitario. Sì quindi a tutti i cibi ricchi di questa vitamina: kiwi, agrumi, peperoni, spinaci, pomodori, ecc. Fate attenzione al fatto che la vitamina C è termolabile, si consiglia quindi di mangiare frutta e verdura crude. Per quanto riguarda le spremute, invece, devono essere fatte e bevute al momento.

Tè verde

Benefico sotto tanti punti di vista, contribuisce a ridurre il rilascio di istamina, sostanza responsabile delle allergie. Le potenzialità del tè verde in questo senso sono dovute alla presenza nelle sue foglie di due antiossidanti (catechina e quercitina).

Attenzione alle allergie crociate

Spesso si riscontrano allergie crociate tra alimenti e pollini. Ad esempio chi è allergico alle betullacee può avere problemi nel consumare mela, pera, pesche e albicocche mentre i pomodori possono aggravare le reazioni di chi è allergico alle graminacee.

I cibi sconsigliati sono differenti a seconda delle allergie.

Reishi

Un rimedio naturale utile è il fungo Reishi venduto sotto forma di integratore. I principi attivi in esso contenuti modulano la risposta immunitaria e abbassano l’infiammazione dovuta alle allergie in corso. La dose generalmente consigliata è di una o due capsule al giorno

Perilla

È una pianta utilizzata nei disturbi legati alle allergie primaverili grazie al suo potere antiinfiammatorio. È in grado di agire come un antistaminico naturale contribuendo dunque a ridurre tutti i sintomi associati alle allergie. Il modo più semplice di assumerla è sotto forma di olio di Perilla racchiuso in capsule che si trovano facilmente in erboristeria e farmacia.

Manganese

È l’oligoelemento più indicato per le manifestazioni allergiche, sia a livello respiratorio sia a livello cutaneo. La dose è generalmente di 2 fiale alla settimana. Le fiale vanno prese lontano dai pasti e non bisogna assumere liquidi o pasti nei successivi 10/15 minuti.

Proteggersi

È importante rivolgersi ad uno specialista, fare le dovute analisi e capire qual è esattamente il gruppo di piante a cui si è allergici. Questo è fondamentale per difendersi al meglio: conoscendo il periodo di fioritura dei vari pollini (che varia da località a località), allontanandosi dai luoghi che sono ricchi di quelle piante, ecc. Ricordate poi che le maggiori concentrazioni di polline si registrano nelle giornate con molto vento, sole e dal clima secco.

Buone regole in casa e in macchina

In casa cerchiamo di tenere chiuse le finestre indicativamente dalle 10 alle 16, facendo cambiare aria alle stanze o di prima mattina o di sera; non stendere i panni all’aperto nel periodo dei pollini in quanto alcuni si potrebbero intrufolare nei vestiti e scatenare reazioni allergiche una volta indossati. Puliamo spesso la casa per tenerla priva di agenti allergeni. Anche in macchina vanno tenuti chiusi i finestrini ed è di particolare importanza la pulizia o la sostituzione del filtro antipolline della propria auto.

Sicilia, terra dell’olio: viaggio nella Valle del Belice

“L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: la Sicilia è la chiave di tutto.” J. W. Goethe

ORIGINI E STORIA

Posta al centro del Mediterraneo, per le sue ricchezze paesaggistiche e produttive, la Sicilia è sempre stata contesa dalle grandi potenze militari e politiche di ogni epoca. Tracce di tali insediamenti sono visibili tutt’oggi e costituiscono un forte richiamo turistico, insieme alle bellezze della natura e alla bontà dei prodotti tipici.

È proprio di una varietà molto prestigiosa di quest’ultima categoria che parleremo oggi in questo articolo: l’olio della Valle del Belice.

L’olivicoltura nella zona ha una tradizione antichissima, partendo dall’antica colonia greca di Selinunte del VII sec. a.C., fino ad arrivare al XVIII sec. d.C., periodo di massimo incremento. Tuttavia, l’utilizzo di questo prodotto come oliva da tavola si può datare agli inizi del ‘900.

TERRITORIO E RACCOLTA

Il territorio della Nocellara del Belice si affaccia sul canale di Sicilia, a pochi chilometri dal continente africano, e gode di un particolare microclima che, in sinergia con i suoli rossi mediterranei, determina le condizioni ottimali per la coltivazione dell’olivo.

I terreni idonei per la coltivazione di questo tipo d’olivo sono prevalentemente sciolti, a tessitura sabbiosa ma anche argillosi e profondi.

Il frutto della Nocellara del Belice è di grossa pezzatura, con polpa consistente, croccante e leggermente amarognola. La sua raccolta viene eseguita manualmente dalla fine di settembre fino a novembre. Le olive raccolte sono poste in cassette di plastica forate a parete rigida e conferite agli stabilimenti dove sono lavorate immediatamente per trasmettere all’olio tutto il profumo e la fragranza delle olive appena raccolte.

EFFETTI SALUTISTICI

Oltre al sapore fruttato intenso, erbaceo, con retrogusto leggermente piccante, l’olio extravergine di oliva della Nocellara del Belice possiede straordinarie virtù nutrizionali che favoriscono il benessere e la salute dell’organismo.

Infatti, secondo le ricerche degli istituti d’igiene alimentare, quest’olio è caratterizzato da acidi grassi monoinsaturi, i così detti grassi “buoni”, in particolare il salutare acido oleico.

Ricco di fibre dietetiche ad alta digeribilità, l’olio extravergine di oliva della Valle del Belice contiene una bassissima quantità di zucchero e contribuisce a regolare il funzionamento dell’apparato digerente e a prevenire l’insorgere del tumore al colon e a contrastare l’invecchiamento cellulare, grazie ai polifenoli: sostanze con elevate proprietà antiossidanti.

Che dire… un olio ricco di sapori vivi, dai colori decisi e dai profumi intensi, che usa i sensi al posto della penna per descrivere la sua meravigliosa terra d’origine.

LE PROPRIETÀ BENEFICHE DEL LIMONE

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Guardiamoci bene intorno e cerchiamo di cogliere ciò che la natura mette a nostra disposizione, senza ricercare le ultime frontiere della chimica/farmaceutica come bibitoni e intregratori vari.Seguiamo la teoria del “rasoio di Occam”: spesso la soluzione migliore è la più semplice!

Molti consigliano l’assunzione del succo contenuto in questo frutto una volta al mattino ed una alla sera, preferibilmente diluito in un bicchiere d’acqua. Rende il corpo alcalino e aiuta nella prevenzione dei tumori.

L’assunzione di un limone appena colto dall’albero apporta al nostro organismo organismo:

– circa 90g di acqua

– potassio

– calcio

– sodio

– ferro

– circa 50g di pura vitamina C

Recenti studi hanno portato alla luce qualità riguardanti la buccia, parte più importante. Grazie alla tangeritina in essa contenuta, si potrebbe tenere sotto controllo il livello di colesterolo.

Il limone favorisce la distruzione dei calcoli alla cistifellea.

Riequilibra il PH del corpo, migliora la digestione e favorisce il riposo.

Svolge un’azione di contrasto con i radicali liberi, ritenuti i colpevoli dell’invecchiamento cellulare del nostro organismo.